Italia: dove andremo?
A quasi un mese dal 25 Settembre, apparentemente, sembra tutto pronto per l'imminente appuntamento elettorale anticipato, tuttavia sembra non abbia compromesso o disturbato più di tanto, le meritate vacanze degli italiani.
In queste prime battute, i vari contendenti al confronto manifestano, tutta la loro debolezza ed incapacità ad interpretare i bisogni reali dell'Italia e dell'Europa, protesi ed impegnati quasi elusivamente in una battaglia di potere, usando i canali social ed i midia che in buona misura escludono un rapporto costruttivo diretto con i cittadini che dovranno poi rappresentare.
Gli stessi parlamentari che verranno eletti in misura ridotta a prima, allargheranno le maglie della fragile rappresentatività democratica degli elettori e dei vari territori che compongono il nostro Paese, ampliando la discrezione e l'arbitrio a favore dei vari centri di potere delle forze politiche nell'individuazione dei potenziali eletti.
A riprova della nostra fragilità democratica è la candidatura di personaggi che furono tra i protagonisti dell'assalto alla CGIL Nazionale del 9 Ottobre 2021, colpevolmente dimenticato da molti, a ragion dovuta, dovrebbero trovarsi in ben altre circostanze.
La crisi economica internazionale accentuata con la guerra in Ucraina, ha implementato i costi delle materie prime, quelle energetiche in particolare, petrolio e gas, elementi che aumenteranno l'inflazione e determineranno un impoverimento spaventoso sia per i meno abbienti, ma anche per molte attività produttive che dipendono dalla necessaria energia per il loro funzionamento.
Appare evidente l'incapacità dei vari governi europei di intervenire non solo ed esclusivamente sul tetto massimo del prezzo del gas ma bensì nella filiera distributiva dello stesso, troppi intermediari determinano il costo finale di tale prodotto, aumentandolo di ben 8 volte il suo costo iniziale di importazione sino al consumo, è necessario colpire queste rendite illecite, alla pari di chi ha voluto la guerra in Ucraina.
Non sarà l'odio e la contrapposizione sociale sostenuto dalla destra, a favorire la soluzione delle crisi sistemiche epocali che dovremo attraversare e superare insieme. Da quella sanitaria ancora non risolta, da quella economica che ancora dovremo affrontare a quella ambientale, alimentare e sistemica, che registra l'arricchimento illecito di minoranze a discapito della stragrande maggioranza dei cittadini.
Questi saranno i fattori determinanti che l'Occidente democratico, l'Itala, l'Europa Federata, pacifista, dovrà affrontare, dimostrando nei fatti la superiorità nei confronti dei regimi autocratici che condizionano le libertà dei loro popoli a favore di ristrette oligarchie sino a sacrificarle in una guerra fratricida. La nuova Europa deve porre fine alla guerra in Ucraina.
Questo è il vero appuntamento che attende le forze democratiche progressiste il 25 Settembre 2022, i cittadini che attendono soluzioni concrete ai loro problemi, che sappiano offrire sia pure nel contesto sociale ed economico complesso ed articolato soluzioni fattibili, che tolga lo spazio agli opportunisti ed anche un po' traditori, sempre pronti a salire sul carro dei vincitori sfruttando le loro rendite di posizione elettorali.
In queste prime battute, i vari contendenti al confronto manifestano, tutta la loro debolezza ed incapacità ad interpretare i bisogni reali dell'Italia e dell'Europa, protesi ed impegnati quasi elusivamente in una battaglia di potere, usando i canali social ed i midia che in buona misura escludono un rapporto costruttivo diretto con i cittadini che dovranno poi rappresentare.
Gli stessi parlamentari che verranno eletti in misura ridotta a prima, allargheranno le maglie della fragile rappresentatività democratica degli elettori e dei vari territori che compongono il nostro Paese, ampliando la discrezione e l'arbitrio a favore dei vari centri di potere delle forze politiche nell'individuazione dei potenziali eletti.
A riprova della nostra fragilità democratica è la candidatura di personaggi che furono tra i protagonisti dell'assalto alla CGIL Nazionale del 9 Ottobre 2021, colpevolmente dimenticato da molti, a ragion dovuta, dovrebbero trovarsi in ben altre circostanze.
La crisi economica internazionale accentuata con la guerra in Ucraina, ha implementato i costi delle materie prime, quelle energetiche in particolare, petrolio e gas, elementi che aumenteranno l'inflazione e determineranno un impoverimento spaventoso sia per i meno abbienti, ma anche per molte attività produttive che dipendono dalla necessaria energia per il loro funzionamento.
Appare evidente l'incapacità dei vari governi europei di intervenire non solo ed esclusivamente sul tetto massimo del prezzo del gas ma bensì nella filiera distributiva dello stesso, troppi intermediari determinano il costo finale di tale prodotto, aumentandolo di ben 8 volte il suo costo iniziale di importazione sino al consumo, è necessario colpire queste rendite illecite, alla pari di chi ha voluto la guerra in Ucraina.
Non sarà l'odio e la contrapposizione sociale sostenuto dalla destra, a favorire la soluzione delle crisi sistemiche epocali che dovremo attraversare e superare insieme. Da quella sanitaria ancora non risolta, da quella economica che ancora dovremo affrontare a quella ambientale, alimentare e sistemica, che registra l'arricchimento illecito di minoranze a discapito della stragrande maggioranza dei cittadini.
Questi saranno i fattori determinanti che l'Occidente democratico, l'Itala, l'Europa Federata, pacifista, dovrà affrontare, dimostrando nei fatti la superiorità nei confronti dei regimi autocratici che condizionano le libertà dei loro popoli a favore di ristrette oligarchie sino a sacrificarle in una guerra fratricida. La nuova Europa deve porre fine alla guerra in Ucraina.
Questo è il vero appuntamento che attende le forze democratiche progressiste il 25 Settembre 2022, i cittadini che attendono soluzioni concrete ai loro problemi, che sappiano offrire sia pure nel contesto sociale ed economico complesso ed articolato soluzioni fattibili, che tolga lo spazio agli opportunisti ed anche un po' traditori, sempre pronti a salire sul carro dei vincitori sfruttando le loro rendite di posizione elettorali.
Sergio Fenaroli