Lecco: non era la 'lavatrice' del clan ma la società immobiliare 'salta', chiesto il concordato. Fallita invece la società del Cermenati

Il Tribunale di Lecco
Della "Rinnovo Immobiliare" si era sentito parlare, ormai anni fa, nell'ambito del filone bis dell'inchiesta Metastasi, quello incentrato sugli "affari". Per la pubblica accusa, la srl con sede in viale Montegrappa a Lecco, era da considerarsi una società “lavatrice”. Il pescatese Claudio Crotta - "quale socio effettivo al 50% del capitale sociale" - ed un giovane geometra quale "socio occulto", nella ricostruzione degli inquirenti, avrebbero ricevuto dal coimputato Claudio Bongarzone denaro riconducibile all'associazione per delinquere di stampo mafioso capeggiata da Mario Trovato e lo avrebbero impiegato "nell'acquisto, ristrutturazione e successiva vendita di immobili nel territorio di Lecco e zone limitrofe, facendo ricorso a finanziamenti e mutui bancari con la tecnica del cosiddetto "castelletto" così occultando e ripulendo i capitali di provenienza illecita". Una tesi accusatoria che non ha retto, venendo smontata in dibattimento con tre assoluzioni. A distanza di anni la società torna però in Tribunale. Nelle scorse settimane è stata presentata infatti domanda di concordato. La richiesta viene da Claudio Crotta, socio unico e liquidatore della "Rinnovo", condannato a suo tempo, sempre nell'ambito di Metastasi, in prima battuta a 2 anni e 3 mesi - a fronte di una richiesta iniziale di 7 anni e 9 mesi avanzata della Procura, nella persona del sostituto della DDA di Milano Bruna Albertini - per un presunto episodio corruttivo, con pena poi ulteriormente limata in Appello e cristallizzata in Cassazione, escludendo - come da richiesta dei difensori, gli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana - un'aggravante. Un anno e sei mesi, il conto finale, dunque, presentato dalla Giustizia all'imprenditore, ora assistito dall'avvocato Carlo Galli nella predisposizione della domanda concordataria. Il Tribunale gli ha concesso un termine fino al 12 settembre per per la presentazione di una proposta definitiva o di una domanda di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti, nominando altresì commissario giudiziale la dottoressa Raffaella Paveri.

Non si è salvata invece la "Cucumber SRLS". A fine luglio il Tribunale ne ha dichiarato il fallimento. La società, che al tempo gestiva il Caffè Cermenati nell'omonima piazza del centro, era "balzata agli onori delle cronache" nel dicembre 2019 in quanto colpita da un'interdittiva antimafia a firma del Prefetto Michele Formiglio.
L'impresa era stata ritenuta in continuità con la precedente - la Laureande srl - in attività appunto nel medesimo locale del centro, colpita dallo stesso provvedimento a giugno 2017, in forza della riconducibilità dei titolari alla famiglia Coco Trovato.
A.M.
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