Lecco: in Santa Marta la professione perpetua di suor Robina, giovane birmana

Nelle stesse ore in cui dal Myanmar giungeva notizia dell'ulteriore condanna irrogata dal un tribunale della giunta militare ad Aung San Suu Kyi, portando a 17 anni la pena complessiva in capo all'ex leader birmana, nella chiesina di Santa Marta in Lecco, una giovane originaria proprio di quel Paese senza pace emetteva la propria professione perpetua.

L'ingresso di suor Robina

 

Nel giorno della festa dell'Assunta, Suor Robina Nant Ei Phoung si è unita definitivamente alla Congregazione delle suore saveriane, alla presenza della madre superiora e di dieci consorelle, tutte connazionali, nonché di una piccola schiera di fedeli che ha partecipato alla cerimonia (bilingue), trasmessa anche in diretta social raggiungendo così quanti, dinnanzi ad uno smartphone, hanno voluto sentirsi vicini alla festeggiata.

Cero tra le mani e coroncina in testa, come una sposa, Suor Robina ha raggiunto l'altare, per emettere poi, nel corso della funzione presieduta da un religioso originario della sua stessa Terra affiancato dal lecchese don Andrea Perego, i voti di castità, povertà e obbedienza, con il canto "Eccomi, eccomi, Signore io vengo. Eccomi, eccomi, si compia in me la tua volontà" - spesso utilizzato in occasione di ultimi saluti, ieri proposto in ben altra cornice - a suggellare un momento tanto intenso.

 

Belle anche le parole spese dal celebrante durante l'omelia, ispirate dalla ricorrenza. "Ogni anno celebriamo la solennità di Maria Assunta ma non si esaurisce il mistero che Lei ha vissuto [...]. Maria ha creduto nel compimento della Parola di Dio [...]. Anche Lei ha portato la Croce. Lei è riuscita a cantare il Magnificat, la salvezza di Dio. Celebrare l'Assunzione significa meditare la Fede [...]. Solo con la Fede possiamo interpretare bene cosa ci aspetta, la vocazione che il Signore ci ha dato".

 

 

E rivolgendosi direttamente a Suor Robina - in un "giorno memorabile per te e tutta la Congregazione" - due i termini attorno ai quali è ruotata la riflessione: appartenenza - alla comunità religiosa, al popolo di Dio quale sposa del Signore - e gioia, di donare sé stessa all'Altissimo, di servire il suo popolo e in particolare i più bisognosi.

"Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome" la risposta della consacrata, nell'omaggio distribuito poi ai presenti quale ricordo di questo 15 agosto di iniziazione.
A.M.
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