Carrellata di fotografie scattate sul Sacro Monte di Somasca tornato accessibile dopo gli interventi di messa in sicurezza

Ritorno a Somasca. Ritorno alla bellezza, indubbia, delle illustrazioni delle cappellette che, accompagnando la salita, raccontando, per episodi, l'esistenza di San Girolamo. Ritorno al silenzio, rotto solo dal “cicaleggiare” estivo, che ovatta la fatica dell'affrontare la Scala Santa: centouno gradini per poi ripetere all'arrivo, all'Eremo, l'invocazione di padre Miani, "Dolcissimo Gesù non essermi giudice ma salvatore". Ritorno alla preghiera, in Valletta, con quella vista tra gli archi che appaga l'occhio e gonfia il cuore. Ritorno anche alle suggestioni proprie della Rocca che si vuole dell'Innominato, uno dei personaggi più psicologicamente complessi del romanzo manzoniano per eccellenza.

Dopo sette mesi d'interdizione, ieri, vigilia dell'Assunta, sono stati riaperti i cancelli d'accesso al Sacro Monte, al termine dei lavori di messa in sicurezza delle pareti rocciose, imposti dal distacco di massi, ultimo "aggiustamento" dopo il restauro, concluso già nel 2021, di tutte le cappellette sostenuto dai padri somaschi con il prezioso sostegno economico della Regione, della Fondazione Cariplo e della Fondazione Comunitaria del Lecchese.

E come detto, per tanti, ciascuno per con un proprio "perché", è stato un ritorno a Somasca. "Ci mancava salire fin quassù" ci hanno detto marito e moglie, dinnanzi alla chiesetta della Resurrezione. "Venire qui nelle vacanze pasquali è per noi una tradizione, quest'anno non è stato possibile ma abbiamo recuperato per Ferragosto" ci hanno invece raccontato mamma e figlia, all'uscita della funzione pomeridiana. "Per noi è  la prima volta, pur abitando qui vicino. Abbiamo letto della fine dei lavori e ci siamo lasciati incuriosire: ne è valsa davvero la pena" aggiungono soddisfatti i membri di una famiglia, in transito, in uscita, dall'arco dall'accesso. Ed il luogo in effetti merita.

"Ora inizia l’impegno a recuperare anche la ricchezza spirituale e storica di questa parte del Sacro Monte di Somasca, sia nel comportamento, nell’abbigliamento e con ogni altra attenzione dovuta ad una zona consacrata al silenzio, alla riflessione e alla preghiera" aveva detto, annunciando la riapertura, il superiore dei Padri Somaschi padre Livio Valenti. Un impegno a cui, devoti e curiosi, sono ora chiamati a tenere fede.

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A.M.
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