Lecco: pestaggio in via Cavour, la vittima è in rianimazione. Fermato un 33enne, è accusato di tentato omicidio. In cella


Tentato omicidio. E' questo il reato contestato dal sostituto procuratore Andrea Figoni al marocchino - classe 1989, incensurato, regolare sul territorio italiano - rintracciato dalla Polizia di Stato dopo l'aggressione a calci e pugni consumatasi nella nottata di giovedì in via Cavour, nel centro di Lecco. Assistito dall'avvocato Elena Ammannato - nominata congiuntamente al collega di studio Flavio Natali - il 33enne è comparso questa mattina al cospetto del Gip del Tribunale di Lecco Nora Lisa Passoni per la convalida del fermo operato dagli inquirenti la mattina successiva al violento pestaggio, risalente a qualche minuto prima dell'1. Aveva ancora indosso - in parte - gli abiti macchiati di sangue del suo "avversario", un 47enne del Togo, ad oggi ricoverato in prognosi riservata all'Ospedale Manzoni di Lecco. All'arrivo in PS, le condizioni dell'africano sono state considerate ben più gravi rispetto alla prima valutazione effettuata dai soccorritori che lo hanno preso in carico nei pressi della stazione trasferendolo poi in struttura ipotizzando un "codice giallo": è in rianimazione, in coma farmacologico, dopo essere stato ripetutamente colpito, anche alla testa, quando già era a terra.
In Aula, quest'oggi, il 33enne ha ammesso di aver consumato alcol quella sera, non negando la colluttazione, sostenendo come la stessa sia nata da una provocazione della controparte che, all'uscita di un bar, lo avrebbe avvicinato per chiedergli del "fumo". Ha poi aggiunto di non ricordare nulla dei momenti successivi. L'intera sequenza è però stata ricostruita, senza particolare difficoltà: ci sono infatti le dichiarazioni di un paio di testimoni ma anche - e soprattutto - i filmati estratti dalle telecamere - anche del circuito di videosorveglianza cittadino - installate su via Cavour. Nei video si vedrebbe chiaramente l'alterco cominciare con spintoni reciproci, salvo poi proseguire con il togolese a terra, investito dalla furia del magrebino che, con rabbia, gli avrebbe sferrato anche più calci al capo, prima di allontanarsi.
Ottenuta la convalida del fermo, il PM ha chiesto per il marocchino - sposato, con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato - la custodia cautelare in carcere, poi effettivamente disposta dal giudice. Per ora dunque, resta in cella, nell'attesa anche dell'evoluzione del quadro clinico della vittima. La difesa farà poi le proprie valutazione su un'eventuale richiesta di alleggerimento della misura, in vista del giudizio.
A.M.
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