UP – Un Percorso/61: 'Per un pugno di DOL', in tre tappe da Lecco a Premana. La prima

La Dorsale Orobica Lecchese è un trekking che si sviluppa lungo lo spartiacque tra la Valsassina e le valli bergamasche. È un cammino a tappe che si svolge su più giorni appoggiandosi ai numerosi rifugi presenti lungo il percorso. Una delle ultime guide uscite, quella della collana I cammini di Orobie, fa partire la DOL dalla città di Bergamo e la fa arrivare o a Morbegno o a Colico, con una suddivisione in cinque tappe. Da oggi e per le prossime puntate di UP – Un Percorso proponiamo invece una rivisitazione, più impegnativa ma molto bella. L’abbiamo battezzata Per un pugno di DOL, parte da Lecco e arriva a Premana in tre giorni.
Complessivamente il cammino è abbastanza impegnativo: lungo 54,4 chilometri, il dislivello positivo che si affronta è di 3.070 metri. La maggior parte del trekking si sviluppa in una quota compresa tra i 1.600m slm e i 2.000m slm. Per queste ragioni, si consiglia di percorrere il cammino tra maggio e settembre.

Per un pugno di DOL, in sintesi:
•    Partenza: Lecco, loc. Versasio (610m slm)
•    Arrivo: Premana, loc. Giabbio
•    Lunghezza: 54,4 km
•    Dislivello positivo: 3.070 m
•    Dislivello negativo: 2.900 m

Per affrontare il percorso proponiamo la seguente divisione in tappe: 1) da Lecco ai Piani di Artavaggio; 2) dai Piani di Artavaggio al Rifugio FALC; 3) dal Rifugio FALC a Premana. Ovviamente è possibile percorrerne singole tappe, così come modificare i punti di partenza e di arrivo a proprio piacimento e a seconda del proprio grado di allenamento.

Vediamo ora la descrizione della prima tappa di Per un pugno di DOL:

•    Partenza: Lecco, loc. Versasio (610m slm)
•    Arrivo: Piani di Artavaggio (1.644m slm)
•    Tappe intermedie: Piani d’Erna, Passo del Giuff, Forcella di Olino, Cumine di San Pietro
•    Lunghezza: 23,1 km
•    Dislivello positivo: 1.620 m
•    Dislivello negativo: 600 m
•    Durata: 7 ore circa

Senza dubbio questa è la tappa più dura, perché è la più lunga e soprattutto perché è quella con il maggior dislivello positivo. Tra l’altro, è tutto concentrato all’inizio nella salita da Lecco ai Piani d’Erna. La salita da Lecco ai Piani d’Erna, seppur non particolarmente difficile, è abbastanza ripida. Considerato che siamo all’inizio di un cammino di tre giorni, chi volesse ridurre il dislivello e la lunghezza della prima tappa, può salire con la funivia. In tal caso la lunghezza complessiva della tappa scenderebbe a 18 km con un dislivello positivo inferiore ai 1000 metri.

 

Il nostro cammino inizia dalla città di Lecco, più precisamente dal piazzale della funivia per i Piani d’Erna, a Versasio. Si può arrivare con l’auto oppure, se si preferiscono i mezzi pubblici, con il bus numero 5 di LineeLecco.
Dal piazzale, prendiamo il sentiero 1 per il Resegone e seguiamo fino al Rifugio Stoppani, a cui arriviamo dopo circa 45 minuti dalla partenza. Superato il rifugio, proseguendo sempre in direzione Resegone, si incrocia il torrente Bione. Pochi metri dopo, sulla sinistra troviamo una deviazione per i Piani d’Erna (sentiero 7). Imbocchiamolo e arriviamo alla Bocca d’Erna (1.291m slm) quando dalla partenza sono passate poco meno di 2 ore.

Una volta giunti alla Bocca d’Erna, seguiamo le indicazioni per il Passo del Giuff. Il sentiero taglia i prati in diagonale, verso nord, prima di entrare nel bosco, alternando tratti di salita ed altri più pianeggianti. In circa 40 minuti arriviamo al passo. Qui di fatto giriamo sul versante opposto del Resegone, quello di Morterone. Dal passo scendiamo seguendo le indicazioni per la Forcella di Olino.

Dopo un primo tratto di discesa, intercettiamo il sentiero 17 dove troviamo i primi segnavia della DOL. Giriamo a sinistra e con un andamento per lo più pianeggiante nel bosco arriviamo alla Forcella di Olino (1.158m slm), sulla strada tra Ballabio e Morterone. Dalla partenza sono passate circa 3 ore.

Il grosso della salita, come dicevamo, è ormai alle spalle. Alla Forcella di Olino svoltiamo a destra, attraversiamo la breve galleria stradale e, appena usciti, imbocchiamo il sentiero sul lato sinistro della strada, seguendo i cartelli per la Culmine di San Pietro. In questo tratto il sentiero è un po’ trascurato e bisogna fare attenzione a non perdere la traccia tra l’erba. In circa mezz’ora arriviamo nei pressi di alcune case (località Ca’ Mus’ciada). Poco sotto, passa una strada sterrata, che consigliamo di prendere. Con un andamento pianeggiante arriviamo infine alla Culmine di San Pietro (1.258m slm) dopo un’ora e mezza dalla Forcella di Olino (4 ore e mezza totali).

Dalla Culmine di San Pietro dobbiamo infine risalire ai Piani di Artavaggio affrontando un bel pezzo di blanda salita. Avendo già percorso molto dislivello e svariati chilometri, quando si arriva alla Culmine si è già abbastanza stanchi. Per questo motivo consigliamo di salire ai Piani di Artavaggio (1.644m) seguendo la strada agrosilvopastorale: sebbene sia leggermente più lunga, il dislivello è spalmato più omogeneamente e, inoltre, ci sono meno pericoli. La descrizione della strada l’avevamo già vista in precedenza (QUI). Una volta arrivati ai piani, consigliamo di pernottare al Rifugio Sassi Castelli.

Michele Castelnovo
www.trekkinglecco.com

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