In viaggio a tempo indeterminato/243: Armenia, amici e... corsivo
Il mondo è davvero un caos totale.
E più viaggiamo e più me ne rendo conto.
Confini tracciati a caso.
Guerre fatte per fermare i cattivi proprio dove, casualità, ci sono risorse da sfruttare.
Forti che schiacciano i deboli.
Religioni giuste e religioni sbagliate.
La capacità di inquinare e distruggere anche ciò che ci dovrebbe tenere in vita.
Parlare "corsivo" su TikTok.
C'era un programma TV comico di qualche anno fa che aveva come slogan "l'umanità fa schifo!".
Ho sempre pensato fosse un po' esagerato, ma se guardo tutte queste cose beh forse non avevano poi tutti i torti.
Lo so, tutta questa positività poco si addice alla calura di agosto.
Sarebbe stato meglio iniziare con qualcosa di più leggero tipo "le pesche in Armenia sono di una bontà infinita e costano meno di 1€ al kg", il che è sicuramente vero ma non è di certo quello che mi ha colpito di più di questa zona.
Qui, a cavallo tra Europa e Asia, in mezzo a potenze che non si sono mai tirate indietro nel farsi valere, c'è questo piccolo Stato chiamato appunto Armenia.
Un Paese che non sembra attirare molto l'attenzione nella nostra zona di Europa, ma che invece, ancora oggi, fa gola ai prepotenti vicini di casa.
"Alemania, ruski, ingleski?"
Ci elenca ogni persona che incontriamo, per scoprirei da dove veniamo.
"Italia" rispondiamo noi.
"Ah, Armenia-Italia friends (amici)?"
"Yes, yes!" rispondiamo noi, anche se in realtà non ne abbiamo idea.
Non sappiamo quali siano i rapporti tra i due Paesi ma sempre meglio essere amici che non si sa mai.
Questa domanda l'avremo ricevuta decine di volte in pochi giorni.
E all'inizio non ci avevo dato peso.
Mi sembrava una di quelle classiche domande che fanno quando diciamo Italia, del genere "Italia...ah Andrea Pirlo?" oppure "Italia, Roma o Milano?".
Poi ho iniziato a notarla quella domanda, quell'indagare se l'Italia fosse amica o no.
Così mi sono incuriosita e ho cercato di capire di più.
La volta dopo che qualcuno ci ha rivolto la stessa domanda ho provato a sondare un po' il terreno.
E così è venuto fuori che i "non-amici" degli armeni sono sicuramente i turchi e gli azeri.
I primi per un recente passato, i secondi per un presente ancora complicato.
La storia dell'Armenia è lunga e complessa e sempre in nome del fatto che è quasi ferragosto, preferisco risparmiarcela.
Riassumendo, però, il regno d'Armenia era molto forte e potente e occupava anche buona parte dell'odierna Turchia orientale.
Primo Paese al mondo ad adottare la religione cristiana come religione di Stato, subì presto le pressioni delle potenze vicine.
Nel corso dei secoli perse buona parte dei suoi territori, tanto che oggi i suoi simboli principali, cioè il Monte Ararat e Ani l'antica capitale, si trovano in Turchia.
Ma il popolo armeno perse molto di più, dato che fu vittima di un cruento genocidio che tra il 1915 e il 1916 vide un milione e mezzo di vittime.
Poi nel 1920 l'annessione dell'Armenia all'Unione sovietica fino al 1991 quando divenne indipendente.
Una storia bella pesante per un Paese così piccolo e che spesso non attira l'attenzione dei media internazionali.
Ma c'è di più perché neanche oggi l'Armenia è tranquilla.
La questione riguarda il territorio del Nagorno-karabakh una regione indipendente nel sud est dell'Armenia.
Questo territorio, abitato prevalentemente da persone di etnia armena, apparteneva all'Azerbajan durante l'URSS.
Nel 1991, utilizzando la legislazione sovietica dell'epoca, si dichiarò autonoma, dopo che l'Azerbaigian aveva deciso di uscire dall'Unione Sovietica. Seguirono un referendum ed elezioni, ma nel gennaio dell'anno seguente la reazione militare azera accese il conflitto che si concluse con un accordo di cessate il fuoco che però, ancora oggi, spesso non viene rispettato.
Ok, direi che questo elenco di conflitti, genocidi e oppressioni è sufficiente per oggi.
Purtroppo viaggiare, soprattutto in certe zone del mondo, comporta anche raccontare questi fatti che vanno ad incidere così profondamente sulla vita quotidiana delle persone.
Perché alla fine l'umanità, se la si guarda dall'alto fa davvero schifo, ma se si va a vedere il dettaglio, la gente comune, allora ci si accorge di quanto siamo tutti legati dal desiderio di vivere in pace e sereni.
La vera umanità, quella che incontriamo nei Paesi che visitiamo, è spesso meravigliosa.
Tranne per quella che "parla corsivo"... Lì, mi spiace, ma non riesco a trovare davvero nulla di bello (sarà l'età che avanza!).
E più viaggiamo e più me ne rendo conto.
Confini tracciati a caso.
Guerre fatte per fermare i cattivi proprio dove, casualità, ci sono risorse da sfruttare.
Forti che schiacciano i deboli.
Religioni giuste e religioni sbagliate.
La capacità di inquinare e distruggere anche ciò che ci dovrebbe tenere in vita.
Parlare "corsivo" su TikTok.
C'era un programma TV comico di qualche anno fa che aveva come slogan "l'umanità fa schifo!".
Ho sempre pensato fosse un po' esagerato, ma se guardo tutte queste cose beh forse non avevano poi tutti i torti.
Lo so, tutta questa positività poco si addice alla calura di agosto.
Sarebbe stato meglio iniziare con qualcosa di più leggero tipo "le pesche in Armenia sono di una bontà infinita e costano meno di 1€ al kg", il che è sicuramente vero ma non è di certo quello che mi ha colpito di più di questa zona.
Qui, a cavallo tra Europa e Asia, in mezzo a potenze che non si sono mai tirate indietro nel farsi valere, c'è questo piccolo Stato chiamato appunto Armenia.
Un Paese che non sembra attirare molto l'attenzione nella nostra zona di Europa, ma che invece, ancora oggi, fa gola ai prepotenti vicini di casa.
VIDEO:
"Alemania, ruski, ingleski?"
Ci elenca ogni persona che incontriamo, per scoprirei da dove veniamo.
"Italia" rispondiamo noi.
"Ah, Armenia-Italia friends (amici)?"
"Yes, yes!" rispondiamo noi, anche se in realtà non ne abbiamo idea.
Non sappiamo quali siano i rapporti tra i due Paesi ma sempre meglio essere amici che non si sa mai.
Questa domanda l'avremo ricevuta decine di volte in pochi giorni.
E all'inizio non ci avevo dato peso.
Mi sembrava una di quelle classiche domande che fanno quando diciamo Italia, del genere "Italia...ah Andrea Pirlo?" oppure "Italia, Roma o Milano?".
Poi ho iniziato a notarla quella domanda, quell'indagare se l'Italia fosse amica o no.
Così mi sono incuriosita e ho cercato di capire di più.
La volta dopo che qualcuno ci ha rivolto la stessa domanda ho provato a sondare un po' il terreno.
E così è venuto fuori che i "non-amici" degli armeni sono sicuramente i turchi e gli azeri.
I primi per un recente passato, i secondi per un presente ancora complicato.
La storia dell'Armenia è lunga e complessa e sempre in nome del fatto che è quasi ferragosto, preferisco risparmiarcela.
Riassumendo, però, il regno d'Armenia era molto forte e potente e occupava anche buona parte dell'odierna Turchia orientale.
Primo Paese al mondo ad adottare la religione cristiana come religione di Stato, subì presto le pressioni delle potenze vicine.
Nel corso dei secoli perse buona parte dei suoi territori, tanto che oggi i suoi simboli principali, cioè il Monte Ararat e Ani l'antica capitale, si trovano in Turchia.
Ma il popolo armeno perse molto di più, dato che fu vittima di un cruento genocidio che tra il 1915 e il 1916 vide un milione e mezzo di vittime.
Poi nel 1920 l'annessione dell'Armenia all'Unione sovietica fino al 1991 quando divenne indipendente.
Una storia bella pesante per un Paese così piccolo e che spesso non attira l'attenzione dei media internazionali.
Ma c'è di più perché neanche oggi l'Armenia è tranquilla.
La questione riguarda il territorio del Nagorno-karabakh una regione indipendente nel sud est dell'Armenia.
Questo territorio, abitato prevalentemente da persone di etnia armena, apparteneva all'Azerbajan durante l'URSS.
Nel 1991, utilizzando la legislazione sovietica dell'epoca, si dichiarò autonoma, dopo che l'Azerbaigian aveva deciso di uscire dall'Unione Sovietica. Seguirono un referendum ed elezioni, ma nel gennaio dell'anno seguente la reazione militare azera accese il conflitto che si concluse con un accordo di cessate il fuoco che però, ancora oggi, spesso non viene rispettato.
Ok, direi che questo elenco di conflitti, genocidi e oppressioni è sufficiente per oggi.
Purtroppo viaggiare, soprattutto in certe zone del mondo, comporta anche raccontare questi fatti che vanno ad incidere così profondamente sulla vita quotidiana delle persone.
Perché alla fine l'umanità, se la si guarda dall'alto fa davvero schifo, ma se si va a vedere il dettaglio, la gente comune, allora ci si accorge di quanto siamo tutti legati dal desiderio di vivere in pace e sereni.
La vera umanità, quella che incontriamo nei Paesi che visitiamo, è spesso meravigliosa.
Tranne per quella che "parla corsivo"... Lì, mi spiace, ma non riesco a trovare davvero nulla di bello (sarà l'età che avanza!).
Angela (e Paolo)