La campagna elettorale e il rovesciamento dei significati

Pur non essendo un esperto di "Comunicazione", come cittadino, che cerca di essere consapevole, coltivo il "vizio" di tener vivo il cervello dall'assalto dei grandi media cercando di decodificare i "messaggi" che tale mondo continuamente ci propina.
In particolare nel periodo elettorale gli slogan e le "furbate"veicolate soprattutto dalla tv si moltiplicano utilizzando, spesso strumentalmente, fuorvianti "luoghi comuni" e ammantandoli di solo presunto "buon senso".
"Non metteremo le mani nelle tasche degli Italiani" è una di queste. "Ce lo chiedono gli Italiani" è un'altra". "Le nostre scelte sono solo improntate al senso di responsabilità" è un'altra ancora.
Quello che viene non casualmente ma bensì subdolamente sollecitato dal primo accattivante slogan è l'idea di uno Stato "ladro" nei confronti dei propri cittadini. E, visto che il ladrocinio nell'immaginario collettivo è giustamente esecrabile, con questo figurativo accostamento si contribuisce a fornire indirettamente un alibi al cittadino stesso che, difendendosi, non vuol pagare le tasse.
Inoltre quell'accomunare tutti i cittadini sullo stesso piano, consente di veicolare l'idea truffaldina che il super ricco abbia di che spartire col più povero nella difesa dei propri beni e diritti.
Il tutto fingendo di ignorare che non esiste ingiustizia più grande che far parti uguali tra diseguali.
Infatti quando si parla, demonizzandola, di "Patrimoniale" non casualmente si fa leva su un solo presunto interesse comune, sottacendo abilmente le enormi differenze di reddito e di ceto sociale che dovrebbero invece contribuire in forma proporzionale a reperire risorse per l'organizzazione dello Stato e dei suoi servizi. Si lascia così intendere, in modo subliminale lavorando sull'inconscio, che difendendo gli interessi dei più ricchi si difendono pure quelli dei più poveri. Mentre è vero il contrario e cioè che solo garantendo un sistema di fiscalità realmente, e non solo figurativamente, proporzionale e progressivo si tutelano gli interessi dei più poveri e in definitiva di tutti.
Quindi in situazione di emergenza, come l'attuale, è somma giustizia pretendere di più facoltosi maggiori "sacrifici" e non invece spalmarli, per un malinterpretato quanto interessato senso d'uguaglianza, su tutti.
Invece nell'immaginario collettivo si è volutamente inoculato, e si continua a inoculare, il contrario : la cosiddetta "Flat tax" ad unica aliquota è lì ben a dimostrarlo ! E certamente non metto tra i super ricchi, oltre ovviamente alla gran parte di lavoratori dipendenti e pensionati, i titolari di piccole attività imprenditoriali o di sempre più precarie partite iva. Categorie, tutte queste, sempre più accomunate dalle stesse logiche di crescente precarietà.
Per quanto sopra evidenziato, ecco come attraverso i media si contribuisce invece a manipolare quello che realmente sarebbe il "buon senso comune" spingendo ulteriormente, anche mediante il voto (speriamo solo potenzialmente) , a trasformare le vittime di questo sistema in co-artefici del sistema stesso.
Sull'essere depositari delle reali aspettative degli Italiani e sull'effettivo senso di responsabilità verso di loro, proclamato a gran voce dalla quasi totalità delle forze politiche, mi limito a proporre questo illuminante esempio : E' più responsabile chi si pone il problema che un invio ulteriore di armi possa rappresentare o meno un incentivo alla guerra in Ucraina , rispetto ad una via negoziale effettiva e non di sola facciata, o chi fa dell'Atlantismo un "dogma religioso" ? E come si pensa di rappresentare realmente gli Italiani se non si tiene conto dell'opinione di gran parte di loro ?
Germano Bosisio
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