Faida tra rapper: Simba resta in carcere, ma il Gip dispone un consulenza sulla sua gamba. Fuori il calolziese 'Malippa'

 

Mohamed Lamine Saida
ovvero Simba La Rue
in un fotogramma di un suo video
E' stata solo una messa in scena? Per il GIP la risposta è no. Il dottor Guido Salvini ha ritenuto "non credibile" la versione resa da Simba La Rue secondo il quale il supposto sequestro ai danni di Baby Touché nulla sarebbe stato se non una farsa, concordata per ottenere visibilità sui social in attesa di iniziare una collaborazione artistica con il ventenne padovano, suo rivale.
"Alla presunta riconciliazione - annota il giudice - avrebbe dovuto far seguito un video girato in comune dei due protagonisti della vicenda di cui tuttavia non vi è alcuna traccia. Quello che è avvenuto invece poco tempo dopo presumibilmente come diretta conseguenza dell'umiliazione subita da Baby Touchè è invece stata l'aggressione a coltellate in danno di Simba La Rue in provincia di Bergamo in occasione della quale egli è stato quasi ucciso. Rappresaglia questa seguita da una  contro-rappresaglia anch'essa assai grave avvenuta nei confronti di un componente di rilievo della banda di Baby Touchè, Benskar Samir, colpito anch'egli a coltellate a Jesolo".
D'altro canto "non si comprende come un video in cui Baby Touchè, veniva insultato, sballottato tra i suoi aggressori e, quasi piangente, sbeffeggiato in ogni modo, anche con riferimenti triviali, potesse in qualche modo essergli di vantaggio sui social".
Per ora dunque l'indagato - a cui è addebitata anche una rapina ai danni di altri due soggetti, aggrediti anche con l'uso di coltelli l'1 maggio scorso a Milano - resta in cella, avendo il giudice rigettato l'istanza di scarcerazione avanzata dal difensore. Simba - al secolo Mohamed Lamine Saida - sarà comunque sottoposto ad una consulenza medica, per stabilire la compatibilità delle sue condizioni fisiche con il carcere. "Non devono tuttavia essere tralasciate le condizioni di salute di Simba La Rue dopo l'aggressione subita il 24 giugno. Questi infatti, dimesso dall'Ospedale di Lecco dopo un primo intervento, il 17 luglio 2022 mentre si trovava in casa ha subito un improvviso aggravamento delle sue condizioni ed è stato nuovamente trasportato d'urgenza in Ospedale dove è stato sottoposto ad un nuovo intervento (...) e dove sono stati rilevati i danni di natura neurologica a carico delle femorale destro e di altri nervi, situazione questa che rende necessario con ogni probabilità un intervento specialistico neurochirurgico". Insomma, la ferita alla gamba potrebbe, momentaneamente, riportarlo a casa, a Merone, dove vive con i genitori e due fratelli.
Come Simba, al momento, restano in carcere anche i co-indagati Pape Ousmane Loum (classe 1998, senegalese residente a Lecco), Ndiaga Faye (classe 1997, senegalese residente a Garlate), Mevljudin Hetem (classe 2002 nato in Macedonia e residente a Introbio), Alan Christopher Momo, (classe 1998, lecchese della Costa d'Avorio) e Dago Fabio Carter Gapea (classe 1997, nato in Italia con casa nel capoluogo), quest'ultimi due destinatari nei giorni scorsi di una seconda ordinanza di custodia cautelare all'esito di altra indagine condotta dalla Squadra Mobile di Lecco, con il coordinamento del sostituto procuratore Andrea Figoni, su un vasto giro di spaccio in Viale Turati e zone limitrofe della città. Concessi invece i domiciliari - come noto già da ieri - a Marco Locatelli (classe 2000, residente a Calusco d'Adda), Sara Ben Salha (classe 2002 di Verderio) e, da oggi, a Chakib Mounir (classe 1998 di Calolziocorte). "Malippa", questo il soprannome del magrebino, manager di Simba, avrebbe avuto "un ruolo certamente minore" nella vicenda, secondo il GIP. Avrebbe inoltre "riferito di aver visto le violenze usate contro Baby Touchè" e avrebbe spiegato "in modo convincente di essersi opposto a quanto stava succedendo e cercato di convincere anche Saida a risolvere in altro modo i loro problemi".
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