'Nessun provento ai Comuni per la vendita e regolazione delle acque': i Civici di Centrodestra alzano la voce

A questi livelli, probabilmente, non si era mai arrivati. Nonostante le (timide) precipitazioni dei giorni scorsi, la siccità continua ad essere un problema per il territorio lecchese, dove alla carenza idrica in senso proprio si aggiunge il problema - "denunciato" dal nuovo gruppo dei Sindaci Civici di Centrodestra - legato al fatto che i proventi della vendita e regolazione delle acque del lago non rientrano nelle casse dei Comuni, che anzi devono poi farsi carico con fondi propri dei danni dovuti alla siccità, dalla "distruzione" dei muretti a secco alla sporcizia delle darsene.



La situazione del Lago in foto scattate qualche giorno fa


A destare più di una perplessità tra la neonata formazione politica - che ha lanciato l'allarme anche per voce di alcuni sindaci, come quelli di Sueglio e Premana, non direttamente toccati dal problema, con l'idea che l'unione possa fare la forza in tutti gli ambiti - è anche il fatto che a gettare le basi del Consorzio dell'Adda, e dunque dell'attività di regolazione della diga di Olginate, sia una legge che risale a oltre ottant'anni fa e precisamente al 1938, un tempo inevitabilmente diverso anche soltanto per l'andamento del clima.


Bruno Polti (Oliveto Lario), Stefano Cassinelli (Dervio), Federico Airoldi (Brivio),
Riccardo Fasoli (Mandello) e Dante De Capitani (Pescate) alla presentazione ufficiale del gruppo



Gli otto componenti del gruppo, quindi, "alzano la voce", aprendo uno spiraglio di riflessione sul tema e chiedendo soprattutto un "cambio di rotta" a favore dei Comuni, anche in vista delle imminenti elezioni politiche del 25 settembre.

Di seguito il comunicato integrale:

I Comuni non possono continuare ad essere esclusi dai proventi della vendita e regolazione delle acque del lago e nel contempo essere costretti a pagare di tasca propria i danni provocati da queste attività. Se le acque del lago sono di tutti, a maggior ragione devono esserlo anche dei Comuni lacustri, non solo dei consorzi di irrigazioni e di bonifica o delle centrali elettriche, non siamo figli di un Dio minore.
Non è concepibile che in tempi moderni l'attività di regolazione della diga di Olginate sia gestita da una legge del 1938 che prevede per il Consorzio dell'Adda un consiglio di amministrazione composto da cinque membri, e cioè il presidente più due membri nominati dai consorzi di irrigazione e due membri nominati dai consorzi industriali, senza la presenza di un rappresentante dei Comuni.
Il presidente dell'Autorità di Bacino del Lago di Como Luigi Lusardi e noi sindaci chiediamo da anni un nostro rappresentante all'interno del CdA, più attenzione ai Comuni e rimborsi per i danni dovuti alla mancanza di acqua, specialmente in questo periodo di siccità. Abbiamo le darsene in secca, le barche incagliate, i muretti a secco che crollano, pesci e fauna in sofferenza e nessun tipo di ristoro e rimborso nonostante la vendita dell'acqua che è anche nostra.
Abbiamo una decina di parlamentari tra Lecco e Como e mai nessuno che abbia preso a cuore il problema facendo cambiare una legge di 85 anni fa che poteva avere un senso nel periodo ma che non l'ha più adesso, e che prevede l'assurdità di consentire un deflusso fino a meno 40 cm del lago sotto lo zero idrometrico.
I candidati del territorio alle prossime elezioni del 25 settembre devono dire chiaramente una volta per tutte se porteranno a Roma questo problema, che per via dei cambiamenti climatici sta diventando anno dopo anno sempre più evidente, oppure no. In quest'ultimo caso andremo noi sindaci lacustri con una delegazione a Roma per chiedere che i nostri diritti vengano finalmente riconosciuti.

SINDACI CIVICI CENTRODESTRA

DANTE DE CAPITANI - Pescate
FEDERICO AIROLDI - Brivio
FABIO BERTARINI - Viganò
SANDRO CARIBONI - Sueglio
EDIDE CODEGA - Premana
STEFANO CASSINELLI - Dervio
RICCARDO FASOLI - Mandello del Lario
BRUNO POLTI - Oliveto Lario
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