Faida tra rapper: regolamenti di conti per la supremazia del territorio e aggressioni con l'uso di armi e esche ... femminili
E sempre su instagram un profilo anonimo "quartiere.tn" dove sono raccolti tutti gli aggiornamenti, in tempo reale, della faida in corso con tanto di racconto degli episodi e delle motivazioni che lo hanno generato.
"Un meccanismo pubblicitario" si legge nell'atto giudiziario nella parte che motiva i provvedimenti adottati, "costruito intorno ai comportamenti e alle azioni delle bande, attraverso le canzoni, i video e i social network punta all'imitazione e alla glorificazione delle azioni delittuose moltiplicando gli effetti pericolosi delle azioni stesse".
Le azioni compiute, infatti, "prima vengono descritte ed esaltate nei brani musicali e poi, quando concretamente avvengono, sono riprese, girando veri e propri film mediante i cellulari, da chi vi partecipa e diffuse con commenti entusiastici sui social network. Nella logica di queste bande, i cui componenti sono chiusi nella trappola emarginazione-devianza senza essere in grado di superarla, i reati commessi sono uno degli strumenti principali per acquisire visibilità e potere nel proprio ambiente".
E' un quadro agghiacciante quello dipinto dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice Guido Salvini a carico di nove soggetti, catturati e tradotti in prigione, indagati a vario titolo per fatti commessi tra marzo e giugno 2022, per i reati di rapina aggravata in concorso, lesioni personali, sequestro di persona, lesioni aggravate.
Si tratta di soggetti perlopiù nordafricani, anche di seconda generazione, residenti nelle province di Lecco, Como e Bergamo:
Mohamed Lamine Saida, classe 2002, nato in Tunisia e residente a Merone
Marco Locatelli, classe 2000, residente a Calusco d'Adda
Pape Ousmane Loum, classe 1998, senegalese residente a Lecco
Ndiaga Faye, classe 1997, senegalese residente a Garlate
Chakib Mounir, classe 1998, residente a Calolziocorte
Sara Ben Salha, classe 2002, residente a Verderio
Alan Christopher Momo, classe 1998, della Costa d'Avorio e Dago Fabio Carter Gapea già noti per fatti connessi alla droga
Mevljudin Hetem classe 2002 nato in Macedonia e residente a Introbio
In particolare tutti i soggetti, unitamente a un minorenne il cui appellativo è Nesco, in concorso tra loro e con altri rimasti ignoti, secondo il capo di imputazione, avrebbero commesso una rapina ai danni di Akrem Ben Hai Aouina e Thomas Calcaterra, aggredendoli con calci, pugni, fendenti, rubando il portafoglio di Calcaterra e il telefono di Ben Hai Aouina.
L'1 marzo 2022 dopo essere usciti dall'Amour Cafè di via Castaldi a Milano le due presunte vittime venivano raggiunte in via Settala da un gruppo di persone travisate che li aggrediva con calci e pugni, fuggendo poi su due autovetture. L'aggressione, secondo le indagini, sarebbe da ricondurre a uno dei tanti regolamenti di conti tra i due gruppi rivali, nella fattispecie quale risposta ad una aggressione subita nel febbraio di quest'anno da un membro della banda di Simba La rue, tale Dago Fabio Carter Gapea, nella stazione di Padova. La rivendicazione dell'aggressione di via Settala era avvenuta tramite un post su instagram così come una sorta di avvertimento il giorno precedente.
Il 9 giugno, invece, sarebbe avvenuto il sequestro di Amine, fratello del rapper Baby Touchè, da parte di soggetti tra cui anche il rivale Simba La rue. La vittima sarebbe stata caricata contro la sua volontà su un'autovettura mentre si trovava con amici in via Boifava a Milano, circondata da una ventina di persone che brandivano spade e coltelli. Su instagram il video di Simba che rivolgendosi al "rapito" lo appellava uomo di merda" e il "racconto" di quanto stava accadendo nelle due ore prima del ritrovamento avvenuto tramite la cellula dell'utenza telefonica di Amine Mohamed Amagour e localizzato a Calolziocorte in corso Europa, a poca distanza dalla Mercedes classe A sulla quale era stato caricato.
In tutta la vicenda un ruolo particolare lo assume la figura Sara Salha Ben, incaricata di attirare Aouina Ben Haj presso un locale di Milano, per consentire poi ai membri della sua gang di procedere con l'aggressione di regolamento conti. Un appuntamento galante per Ben Haj, ignaro che la ragazza era in contatto costante con i complici sia tramite una cuffietta blouetooth occultata nei capelli che tramite la condivisione delle propria posizione con whatsapp. Statagemma questo che le ha permesso di restare in contatto e comunicare senza dare nell'occhio.
L'avvocato Antonino Crea
Domani mattina si terrà in carcere l'interrogatorio di garanzia per la giovane, assistita dai legali dello Studio SLC - Milan Law firm.
"La situazione è molto delicata e si inserisce in un contesto particolarmente violento, con conflitti tra bande rivali. Vengono contestati reati molto gravi e ostativi" ha commentato l'avvocato Antonino Crea, che sarà affiancato dall'avvocato Federica Boglioli e dal nuovo partner della sede di Lecco avvocato Marcello Perillo. "Secondo l'impianto accusatorio la mia assistita avrebbe avuto un ruolo minore nella vicenda e sarebbe considerata un po' l'esca per trarre in inganno le persone, in particolare la persona poi vittima della presunta aggressione. Non le viene contestato il sequestro di persona. Conoscevo già la signorina Sara Salha Ben per altre vicende di carattere civilistico, è una persona molto garbata ed educata nei modi. Queste accuse con il coinvolgimento nella vicenda ci ha colpito molto. Domani chiederemo la revoca dell carcere e la concessione dei domiciliari ma sappiamo già che è una possibilità molto remota poiché i reati contestati sono gravi. Questa mattina la perquisizione a casa della mia assistita ha dato comunque esito negativo mentre presso altri indagati sono state trovate armi".