Lecco: ricordi di Santa Marta, quando c'era la Confraternita

Ritorna con molti ricordi per i lecchesi del “centro” la ricorrenza di Santa Marta. Un tempo tale nome accompagnava la contrada dell’attuale via Mascari, dove si affaccia, appunto, la chiesetta di Santa Marta, nel tratto compreso oggi tra via Bovara e via del Pozzo. Sotto il portichetto i Confratelli del Santissimo Sacramento distribuivano i popolari e caratteristici michini, piccole forme di pane lavorato, cotto senza lievito, a cui un’antica tradizione popolare attribuisce “poteri” quasi miracolosi.


Santa Marta ai tempi della confraternita

La Confraternita del Santissimo Sacramento risulta istituita ufficialmente nel 1795, il 19 marzo, con provvedimento canonico firmato dal cardinale Filippo Visconti, arcivescovo di Milano. Tale documento approvava la costituzione, presso la Parrocchia di San Nicola in Lecco, della Confraternita della cristiana carità, nuova formazione che assumeva l’eredità di quella precedente esistente in San Calimero, poi Santa Marta, che risultava attiva e operante nel 1710, tanto da distinguersi per cerimonie e solennità di riti nella ricorrenza del 29 luglio. I “disciplinati”, ha scritto Uberto Pozzoli, vestivano un abito di tela bianca stretto alle reni da un cordone a sette nodi, avevano un cappuccio con una crocetta rossa e portavano al petto l’immagine di Santa Marta. La Confraternita celebrava in modo solenne la ricorrenza di Santa Marta e procedeva alla distribuzione di “speciale segno”, consegnando i “michetti” ai figlioli e poi pane e vino ai fedeli. Non è dato sapere perchè “la Confraternita dei disciplinati scomparve e con essa venne cancellata la distribuzione del pane e del vino”. Restò la tradizione dei michini, grazie all’impegno degli appartenenti alla nuova realtà.
Entrando nel minuscolo cortile laterale di Santa Marta, salendo lungo la scala esterna con il porticato, si raggiunge il locale dove ebbe sede la cancelleria della “veneranda Confraternita”, che era ben visibile nelle processioni più solenni di Lecco, grazie ai suoi componenti che si distinguevano per la mantellina rossa con veste bianca e cingolo ai fianchi. Le consorelle portavano un velo nero e una medaglia. Nei cortei ritenuti maggiori, come quello del Corpus Domini, i confratelli sfilavano con due stendardi ricamati in seta e oro. Il primo rappresentava il Santissimo con San Nicola e Santo Stefano, patroni della città; sull’altro lato c’era la Madonna del Rosario, con San Carlo e San Domenico. Il Santissimo era al centro di un secondo stendardo con Sant’Antonio e San Materno; l’altra facciata era dedicata all'Immacolata.


Un confratello con l'abito delle processioni solenni

La Confraternita ha cessato di esistere nel 1970 e le conseguenze si sono subito registrate con la scomparsa dei michini, ritenuta da alcuni forma superata di una religiosità popolare di altri tempi. Era, quest’ultima, un'interpretazione parziale e incompleta della tradizione, dovendo mettere in evidenza che i panini erano il segno concreto della solidarietà verso i poveri, i dimenticati, i sofferenti, verso i quali erano rivolti i principali segni di premura e di attenzione dei Confratelli. La tradizione popolare dei michini è stata poi riattivata nel 1993 dal prevosto mons. Roberto Busti, poi vescovo di Mantova.
Per entrare nella Confraternita bisognava avere almeno 15 anni e presentare regolare domanda. Nell’ultima domenica di gennaio, o nella prima di febbraio, i Confratelli si riunivano presso Santa Marta per eleggere il nuovo priore. Il loro elenco era conservato presso la cancelleria: corre dal 1795 al 1943. Il primo nome è quello di Giambattista Monti, l’ultimo di Alfredo Galimberti; il priore risulta, però, regolarmente nominato consultando il registro dei verbali dell’assemblea, sino al 1959, quando si parla di Celestino Colombo, classe 1928, residente in via Leonardo da Vinci. Al momento della cessazione dell’attività la Confraternita di Lecco era regolata dalle nuove norme entrate in vigore il 21 febbraio 1902 con il cardinale Andrea Ferrari, arcivescovo di Milano. L’ultimo addetto alla segreteria della Confraternita e alla conservazione del relativo materiale d’archivio è stato Lorenzo Rusconi, classe 1910, scomparso nel 2000.
A.B.
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