In viaggio a tempo indeterminato/241: Madre Georgia, Tamara e Nino

Georgia.
Un nome femminile.
Una donna, la statua che svetta sulla cima di una collina della capitale Tbilisi.
È Madre Georgia. Una figura imponente e fiera, con una coppa di vino in una mano per accogliere gli ospiti e una spada nell'altra come benvenuto per i nemici.
Ok, non proprio accogliente come immagine ma direi che rappresenta alla perfezione l'idea dei georgiani che nella mia testa si è andata via via a creare.

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E poi c'è Tamara, una delle figure più importanti nella storia del Paese.
Una regina, anzi una re, perché nel 1100 quando salì al potere, era con questo appellativo che venivano chiamati tutti i sovrani.
Suo padre, il re Giorgio III, la nominò sua erede, per evitare lotte e guerre dopo la sua morte.
Una tipa tosta Tamara che fin da subito si trovò a dover lottare contro una nobiltà che non la riteneva in grado di governare.
Quando salì al trono, fu costretta a sposarsi.
Dal matrimonio però non nacquero mai figli. Questo diede il pretesto a Tamara per divorziare da quel marito infedele e ubriacone.
Si risposò poi con un altro nobile e, anche se  a lui venne dato l'appellativo di re, fu di fatto Tamara a governare.
Il suo regno coincise con l'età d'oro della Georgia perché durante quegli anni, Tamara riuscì a conquistare tutti i vicini territori di fede musulmana.
Si fece valere la giovane Tamara, tanto che venne da allora chiamata "re dei re, regina delle regine".
Tutta questa storia, degna di un'avvincente telenovela, si svolse in realtà in pochi anni, dato che la re Tamara morì all'età di 28 anni.
Ma lasciò il segno nella storia della Georgia, tanto che divenne santa e la chiesa georgiana la commemora ogni 1 Maggio.



Dopo una re, la Georgia ha anche una santa molto importante dal nome maschile.
Si tratta di Santa Nino.
Nata in Cappadocia, Nino era in grado di fare miracoli.
Una notte le apparve in sogno la Vergine Maria che le disse di portare una croce fatta con i rami della vite in una regione chiamata Iberia.
Quella zona è oggi la Georgia.
Quando arrivò, Nino si scontro con l'opposizione dei sovrani dell'epoca che credevano negli idoli pagani e non nell'unico Dio di cui parlava la donna.
Ma guarendo miracolosamente la regina Nana, convinse quest'ultima a convertirsi.
Il re andò su tutte le furie per la scelta della moglie e minacciò il divorzio.
Durante una partita di caccia, però, cadendo da cavallo perse la vista.
Preso dallo sconforto, il re fece una preghiera al dio di cui Nino parlava e quando finì di pronunciarla, riacquistò la vista.
Decise così di convertirsi al Cristianesimo e lo impose come religione ufficiale delle terre che governava.
È così che la Georgia divenne un Paese a religione cristiana.



Tamara, Nino, Madre Georgia. Tre donne per questo Paese dal nome femminile.
E queste tre figure sembrano incarnare perfettamente l'immagine delle donne che abbiamo incontrato nel nostro viaggio in Georgia.
Non ci vuole molto a capirlo che sono loro la vera colonna portante di questa società.
Forti e fiere, ma dai modi spesso bruschi e distaccati.
Sorridono poco e quando lo fanno è un vero regalo.
Gestiscono negozi, ristoranti, banchi del mercato.
Lavorano al supermercato e in panetteria.
Le trovi in banca o negli uffici pubblici.
Sembrano le uniche a lavorare in questo Paese, tanto che spesso mi è venuto da chiedermi cosa facessero tutti gli uomini.
Detta così, la Georgia potrebbe sembrare un Paese dove vige una parità tra uomini e donne.
Purtroppo non è così.
La realtà è che le donne georgiane sono forti e laboriose proprio perché la società in cui vivono è patriarcale.
La Georgia negli anni ha sempre occupato  le posizioni più basse nella classifica della parità di genere nella regione Europa Orientale/Asia centrale.
La strada è ancora molto impervia e lunga per le donne georgiane.



Quanto vorrei che la Georgia fosse solo un caso isolato.
Ma, lo sappiamo tutti, non è così.
Le donne hanno lottato e lottano da sempre in ogni parte del mondo.
E più il progresso corre veloce, più mi sembra che i passi avanti diventino piccolissimi.
A volte mi immagino cosa sarebbe il nostro Pianeta se tutti i ruoli fossero invertiti.
Se fossero le donne il cosiddetto "sesso forte". Se tutte le società fossero matriarcali e se il potere di decidere e governare fosse in mano a chi ha anche il potere di dare la vita.
Se non ci fosse bisogno di leggi sull'aborto, sul femminicidio, sulla parità di genere.
A volte me lo chiedo, ma mi sembra un qualcosa di così lontano dalla realtà da fare fatica anche solo a immaginarlo.
Poi penso che sarebbe comunque sbagliato, che sarebbe un mondo scricchiolante esattamente come lo è ora.
L'errore sta nel credere che un genere debba prevalere sull'altro. Non ci si compensa ma ci si sorpassa.
Come si può arrivare a questa parità?
Vorrei tanto saperlo.
Quello che so è che sicuramente non ci sono pozioni magiche.
E credo dovremo lasciar perdere l'idea di ricorrere a un miracolo, vista la posizione delle donne nel clero della maggior parte delle religioni.
L'unica cosa certa è che la strada è ancora molto lunga.
Spada e vino, vuoi vedere che è per questo che le usa Madre Georgia?
Angela (e Paolo)
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