Alto Lago: truffa tra 'compari', la vittima pagò 618€ per un'assicurazione fasulla

E' una (presunta) truffa tra “compari” quella finita quest'oggi all'attenzione del giudice monocratico del Tribunale di Lecco Paolo Salvatore. Al banco degli imputati – solo idealmente non essendo fisicamente presente in Aula – un casertano classe 1961. Dall'altra parte e dunque nei panni del denunciante un napoletano trapiantato al Nord, residente al tempo dei fatti in un comune dell'Alto Lago, sponda comasca, e al momento in provincia di Monza e Brianza. Quest'ultimo nel febbraio 2018, mentre si documentava online per rinnovare l'assicurazione della sua vettura – una BMW X3, ha tenuto a precisare – sarebbe stato contattato telefonicamente da un supposto agente che gli avrebbe fatto un preventivo vantaggioso, fornendogli poi le coordinate per effettuare il pagamento della cifra pattuita tramite ricarica di una Postepay. 618 euro la somma corrisposta, recandosi in una ricevitoria di Colico (motivo per cui la competenza è del Tribunale di Lecco). Avrebbe poi ricevuto tutti i documenti per circolare via whatsapp, salvo poi accorgersi, dopo aver mangiato la foglia, di aver in mano carta straccia e dunque di essere sprovvisto di copertura.  Da qui la denuncia sporta ai Carabinieri che hanno svolto gli accertamenti del caso, arrivando poi a indicare in Francesco Z., 61enne, il presunto responsabile. Il “come” verrà chiarito alla prossima udienza, quando verranno sentiti gli operanti che si sono occupati della pratica. Escusso già quest'oggi, invece, un cittadino egiziano, residente a Usmate Velate, risultato intestatario dell'utenza telefonica utilizzata per contattare il napoletano truffato. Egli ha infatti confermato come il numero fornito dal querelante sia effettivamente il suo ma di non avere in uso il telefono e quindi la scheda al momento del raggiro in quanto... in carcere. Da ottobre 2017 a maggio 2018 avrebbe trascorso infatti un periodo di detenzione a Vigevano, non avendo con sé dunque lo smartphone, rimasto – per ovvie ragioni – a casa, nell'eventuale disponibilità della moglie e dei figli minori nonché di un paio di parenti che frequentavano l'alloggio per incontrare i bambini. Come detto, bisogna attendere il proseguo dell'istruttoria per comprendere come si sia arrivati all'imputato, assistito in Aula dall'avvocato Giorgio Pagnoncelli.
A.M.
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