Crisi di Governo: chi rappresenta il paese reale?

A cura di una quota decisamente maggioritaria del mondo mediatico stiamo assistendo ad una "messa in onda" di una narrazione che vorrebbe cucire addosso a Giuseppe Conte e al gruppo rimanente dei 5Stelle (dopo la inqualificabile scissione dimaiana) la patente di "irresponsabili" rispetto alle concrete esigenze del "Paese".
Sorge però spontanea una domanda : Ma a quale Paese ci si riferisce?
Eppoi giù a profusione con l'apologia della "Stabilità", ormai feticcio motivazionale solo per "chi sta bene"!
Ma di quale stabilità si parla? Quella di chi ha la pancia piena o di quei 14 milioni di poveri denunciati dalla recente analisi ISTAT?
E ancora: bisogna evitare di indebolire Draghi o occorre invece cercare di rafforzare chi sta peggio ponendo il Governo di fronte alle proprie responsabilità istituzionali e strutturalmente connesse con la propria ineludibile primaria funzione sociale? Una funzione concretizzabile non con generiche e retoriche dichiarazioni delle proprie presunte intenzioni ma invece misurabile su precise e strutturali azioni di riduzione delle disuguaglianze e, proprio per questo, non ricorrendo a interventi palliativi o occasionali "tamponamenti".
E qual sarebbe il vero e costitutivo "senso istituzionale" ? Quello che si adegua alle pure logiche di un mercato divinizzato o quello che ne contrasta le distorsioni speculative (*)?
E quale coerenza, pur fatta passare come realistica, si può avere storpiando l'articolo 11 della nostra preziosissima Costituzione sull'uso della guerra, andando ben oltre un iniziale e doveroso sostegno ad un Paese invaso (ma occorrerebbe allora farlo non solo con l'Ucraina) e ignorando la volontà di gran parte del proprio popolo visto che solo il 16% degli Italiani è d'accordo sull'invio di ulteriori, e più "pesanti", armi (**)?
E quale ruolo occorre tenere in Europa? Quello di un supino asservimento alle logiche monetarie oppure rinnovare, non nei soli proclami, l'originale ispirazione sociale dei "padri fondativi" andando ben oltre l'unico feticcio della stabilità dei prezzi? Non dovrebbero essere altri gli indicatori su cui misurare le politiche europee (ma anche mondiali) quali il PdL (Posti di Lavoro) e il benessere diffuso delle proprie genti?
E a cosa serve la crescita del PIL se poi, nei fatti, la ricchezza non viene adeguatamente distribuita e si accumula nelle mani di sempre più ristretti interessi, del resto ben legittimati dal sistema cucito su misura dei più forti?
Ecco qui una serie di motivi (ce ne sarebbero molti altri, a partire da una incisiva azione di rivalorizzazione delle peculiari funzioni pubbliche quale la Sanità e dallo svolgere un effettivo ruolo di volano per la transizione ecologica ) per rovesciare, esercitando un informato buon senso, il "gioco" delle responsabilità che non a caso cerca, non certo da oggi, di ostacolare un vero cambiamento. Un cambiamento che non può non fondarsi su persone per bene e disinteressate come Giuseppe Conte (basti pensare al non aver accettato un comodo e ben retribuito posto da deputato) che ha saputo dimostrare sul campo - in primis quello europeo - questi orientamenti.
E' attorno a lui, come semplice "attivatore di partecipazione sociale "(tutt'altro che "un Salvatore di Patria" come invece veniva dipinto l'attuale premier) e a una rinnovata sinistra, coerente con la propria originale ispirazione, che si potrebbero cementare le forze del cambiamento per una effettiva giustizia sociale. Soprattutto quelle frustrate e astensionistiche , per analoghe aspettative, che in modo crescente non trovano più una adeguata e corposa rappresentanza nel quadro politico attuale.
Ecco perché occorre far crescere la percezione che i veri irresponsabili sono coloro che in modo strisciante vogliono mantenere questo "status quo". E sarà un caso che l'intero "sistema", o quasi, gli remi contro, come del resto ha remato contro il tentativo di cambiamento dei 5 Stelle, pur tra alcuni loro errori e qualche contraddizione da neofita. E sarà pure un caso che proprio "l'omologato" Di Maio sia vergognosamente il più sprezzante nei confronti di Conte? Senza contare vari altri presunti leader politici accomunati spesso, dietro una solo apparente ragionevolezza argomentativa, da un sistematico enorme tentativo di rovesciamento delle parti che sarebbe ben degno di essere rappresentato da quel celebre titolo del vecchio settimanale satirico "Cuore" in occasione di un'altra e pure assai remota crisi di Governo, che recitava : "Hanno la faccia come il culo".
Il tutto ovviamente ben veicolato, non solo da oggi, da gran parte di media compiacenti che dalla loro tanto decantata funzione di "cani da guardia del Potere" si sono di fatto trasformati in "ancelle del Potere".
Ecco pochi ma pregnanti esempi per motivare la necessità di un esplicito distacco dall'attuale maggioranza e dalle logiche sposate dal suo premier di cui certamente non si misconosce il prestigio anche internazionale: se fosse quel sensibile economista "sociale", come alcuni suoi estimatori lo ritraggono, perché, proprio dall'alto della sua competenza finanziaria e del suo prestigio , non ha promosso una riappropriazione da parte dei piccoli risparmiatori italiani di gran parte del nostro debito pubblico (come avveniva in passato) attraverso titoli di Stato con rendimenti incentivanti? Una semplice formula che ci consentirebbe di essere assai meno esposti al costante "ricatto dei mercati" e delle sue strumentali speculazioni a base di "spread" o altri indicatori a cui sembra si voglia, da più parti e non certo casualmente, tenere appesa non solo l'intera economia degli Stati ma anche la loro stessa Democrazia.
E perché il valente ex Presidente della BCE, si limita solo a chiedere a parole, peraltro prevedibilmente inascoltato, un tetto Europeo al prezzo del gas, ma non si spende, fornendo un esempio attivo agli altri Paesi, per un pari limite per l'Italia (*)?
E perché, vista l'eccezionale emergenza, non vara, subito e senza bizantinismi, una legge che attivi finalmente un salario minimo che riguarderebbe, secondo l'Inps, ben 4,5 milioni di lavoratori?
O perché questo Governo voleva, in prima istanza, avallare una legge di Riforma della Giustizia, (solo poi in parte mitigata soprattutto dalle opposizioni esterne dei magistrati antimafia più esposti) che di fatto metteva sotto schiaffo di "improcedibilità" (una vera "invenzione" giuridica semplicemente traducibile in un vero e proprio azzeramento ) processi per mafia e corruzione e quant'altri importanti reati?
Tutte domande in cerca di risposte plausibili e non retoriche.
E soprattutto in cerca di concrete scelte attuative, nei fatti inevase visto l'operato di questo Governo, che avrebbero potuto consentire a tutti i Cittadini di formarsi un effettivo e non superficiale giudizio sulle sue reali, e non solo dichiarate, intenzioni.
In sostanza riguardo a Conte e sodali si è in presenza non di "irresponsabili" ma di forze che stanno chiedendo una svolta concreta riequilibratrice nel tentativo serio di dare voce alle ragioni delle parti più deboli e meno tutelate del nostro martoriato Paese.
Questione che, non solo a mio parere, costituisce l'essenza della "partita in gioco", ben al di là anche della specifica questione dell'ipotizzato Inceneritore di Roma.
Mi auguro che l'opinione pubblica, superando la cortina fumogena delle più o meno strumentali interpretazioni politiche, consideri seriamente la fondatezza di tali motivazioni, peraltro da molti media volutamente sottaciute.
Ma le vittime di questo, solo apparentemente ragionevole, "sistema""(il "blocco sociale" costituito dai poveri, dai precari a vario titolo, la piccola imprenditoria, vera spina dorsale della nostra economia, lasciata a se stessa e non solo sul fronte creditizio ecc. ecc.), sapranno scrollarsi di dosso anche il contemporaneo, e pur inconsapevole, ruolo di co-artefici del "sistema" stesso?
Mi scuso questa volta per la lunghezza di questo mio scritto ma ritengo che le opinioni debbano essere minimamente argomentate se non vogliono ridursi a semplici quanto banali slogans.

 

(*) https://www.youtube.com/watch?v=_DkGh-A4A_0
(**) https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/309-topnews/90702-guerra-in-ucraina-solo-il-16-degli-italiani-e-per-l-invio-di-armi-a-kiev.html

Germano Bosisio
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