Olginate: don Davide Marchio festeggia con la comunità i 10 anni di ordinazione

È stata una fortuita ma piacevole coincidenza il fatto che l’anniversario dei dieci anni di ordinazione sacerdotale di don Davide Marchio cadesse proprio durante i tre mesi che il prete missionario, da anni impegnato in Ecuador, si è concesso nella sua Olginate.

Per l’occasione, nella mattinata di domenica 17 luglio don Davide ha concelebrato insieme a don Matteo Gignoli la Santa Messa presso la chiesa parrocchiale Sant’Agnese e ha potuto festeggiare l’importante ricorrenza insieme alla sua comunità, alla sua famiglia e agli amici dell’operazione Mato Grosso.

Don Davide

“Il caso ha voluto che il suo rientro in Italia coincidesse con i dieci anni di ordinazione e questo ci fa molto piacere – ha esordito don Matteo – Dieci anni sono un pezzo importante di cammino e certamente don Davide festeggerà bene questo passaggio con la sua comunità, che sappiamo non essere noi, ma è dove vive, l’Ecuador, le persone a cui dedica la vita”.
Ha aperto il suo intervento con una piccola confessione don Davide: “È strano per me festeggiare dieci anni di sacerdozio perché è come se sentissi che ancora non ho iniziato, che è ancora tutto da fare, ma è una sensazione anche bella sapere di essere accompagnati”.

“Per questa giornata – ha continuato il prete – don Matteo mi aveva chiesto di recuperare un’immagine della mia ordinazione. L’immagine che vorrei disegnare è proprio quella del Vangelo: la croce, Gesù morto sulla croce. In questa immagine però aggiungerei tantissime persone, tra cui anche me, ma non mi si vede. Farei un’immagine così oggi, dove appaiono tanti volti, gente che ha bisogno di fermarsi vicino a quella croce per fare delle domande: Signore, dimmi come deve andare la mia vita. Signore, dimmi come deve essere la mia vita. Quel corpo morto non può più dire nulla, ma la sua voce è comunque lì ed è fortissima. Parla chiaro e allora tutti si agitano e qualcuno dice ‘io ho sentito qualcosa’; tutti i presenti cominciano a guardarsi in faccia e ridere. Colui che ha sentito dice ’sì, ho sentito qualcosa qui, nel mio cuore’. La voce sentita dice questo: ad amare non si sbaglia”.

L'abbraccio con don Matteo

“Questa è una frase che ho sentito da amici, famigliari e da persone che mi hanno voluto bene - ha ammesso don Davide – Loro mi hanno detto questo, ma ora potrebbero protestare e dire che non è vero o che non lo pensano, ma il fatto è che questa non è una cosa che si dice con le parole. Puoi dirmi quello che vuoi, ma la tua vita dice qualcos’altro, e dice una verità più grande di te. Io voglio ringraziare tutte quelle persone che mi hanno insegnato ad amare, a regalarsi agli altri, mi hanno insegnato che amare è gratuità, che non ci guadagni e puoi persino perderci; mi hanno insegnato che amare è perdonare”.

Don Matteo

Come segno di gratitudine, nel corso dell’omelia la comunità parrocchiale ha voluto omaggiare don Davide con alcuni doni, in particolare paramenti liturgici di diversi colori e una valigetta con un computer portatile: “Sappiamo che ti serve per poter rimanere in contatto con noi” ha detto don Matteo.

Don Davide Marchio resterà in paese ancora fino al prossimo 7 agosto, giorno in cui farà ritorno in Ecuador, in particolare nel Nord dello stato, a Chugchilàn, cittadina situata a quasi 3.000 metri di altitudine, dove da anni risiede e guida la comunità, dedicandosi soprattutto ai più bisognosi. “In particolare nell’ultimo periodo stiamo lavorando per ricostruire le case di una decina di famiglie che l’hanno persa a seguito di un’alluvione – ci ha spiegato il prete a Messa terminata – Tra l’altro mi hanno detto che sta ancora piovendo, è un’estate stranissima. Oltre a questo viene portato avanti il supporto ai malati, il lavoro del collegio in cui ospitiamo cinquanta ragazzi e naturalmente l’attività pastorale”.
E.Ma.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.