Asst di lecco e la sacrosanta ''pretesa'' di un confronto!

Cortese Direttore,
l'unica cosa che come cittadino non meratese mi permetto d'aggiungere alla sua giusta reiterata perorazione ( e relative ipotesi d'azione) rispetto alle sorti dell'Ospedale Mandic, è che occorra ben ancorarla, come del resto praticato dal suo giornale, alla battaglia per contrastare la diffusa linea di spoliazione graduale della gestione pubblica diretta a vantaggio di varie forme private di inveterata memoria formigoniana.
La valorizzazione effettiva e strutturale del Mandic può essere la cartina tornasole di una svolta nel modo di concepire una sanità ospedaliera e territoriale non solamente votata dai manager alla quadratura dei costi, alimentata spesso da un circuito al ribasso da vari punti di vista, ma qualificata da consolidato personale e strutture che garantiscano reale funzionalità e prossimità dei servizi per i cittadini utenti.
Qui non si tratta di "andare alla guerra", pur figurativamente, ma semplicemente di essere ascoltati come qualsiasi funzione pubblica, quindi espressione rappresentativa e legittimata dai cittadini, dovrebbe garantire. Naturalmente non solo doverosamente ascoltati ma, dopo un costruttivo dialogo/confronto, si sappiano registrare adeguate risposte alla contraddittoria casistica gestionale da voi documentata anche con svariati concreti esempi forniti dai lettori.
Oltre alle energiche ipotesi d'azione da lei ventilate mi permetto di rievidenziare quest'altra proposta pratica, che già sottoponevo in un mio precedente scritto (CLICCA QUI), che potrebbe avere il pregio di saldare un'azione concreta e partecipativa dal basso alle non più rinviabili azioni a supporto da parte dei sindaci, in primis quelli del circondario meratese ma non solo.

Cordialmente

Germano Bosisio
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