Pd e lavoro: il muoversi non è andare a zonzo

Paolo Trezzi
Cara Leccoonline

Non voglio entrare nell'esercizio della lotta nel fango tra PD Lecco e Faggi Lega su chi è il bue e chi è l'asino.

Non faccio il biologo o il tecnico di laboratorio

Sul tema della cannabis peraltro sono già intervenuto, proprio qui con una lettera argomentiva sul perché sia ora e giusto muoversi sulla sua legalizzazione.

Ma è, brevemente, sul tema del lavoro che vorrei far notare al Pd Lecco, a proposito di bue e asino, che il muoversi non può essere andare a zonzo.

Ma arrivare al traguardo. Facendo pure tappe, purché credibili. Misurabili.

Sul lavoro e sul lavoro giovanile è da trent'anni che il Pd si muove e ogni volta è, oggettivamente, sempre peggio.

Che sia al Governo con Prodi, D'Alema, Monti, Renzi, Conte o Draghi qui con Lega inclusa.

Lo dicono i dati e i fatti.

L'italia è l'unico Paese dove, in questi decenni, fonte OCSE, gli stipendi sono scesi. (-2,90%) quando nei Paesi europei simili al nostro son saliti almeno del 30%. Francia e Germania, ad esempio

Ancora oggi, oltre a livelli di disoccupazione giovanile e generale del doppio in Italia, gli stipendi dei giovani tra i 18 e 24 anni non arrivano ai 16.000€ contro i 23.000, almeno, degli altri Paesi.

Nel frattempo parliamo di cuneo fiscale da anni e di politiche giovanili contro le borse lavoro, gli stage che sono sfruttamento e siamo ancora qua. Precipitando.

Nel frattempo le imprese, grazie a Job act, sostegni, mancati rinnovi contrattuali, incentivi, bonus, garanzie statali, parcellizzazione delle fome di assunzione, insieme alla finanza, ha fatto utili pure maldistribuiti e maltassati.

A Lecco, senza dover nemmeno uscire dal territorio, a proposito di Pd e di muoversi, il Comune di Lecco, non è nemmeno in grado di affrontare seriamente e rapidamente la questione dei bassi, bassissimi, stipendi che le cooperative sociali che lavorano per lui pagano ai propri dipendenti.

Continui pure la lotta nel fango con la senatrice Faggi e la Lega ma almeno se lo tolga dagli occhi.
Paolo Trezzi
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