Crisi di Governo
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
5,6 milioni di poveri assoluti + 8,5 milioni di poveri relativi = 14 milioni di poveri
Per la vera Politica (quella con la P maiuscola) l'indicatore principale del proprio agire dovrebbe configurarsi nel semplice ma inquietante accostamento di questi 2 elementi "strutturali" del nostro martoriato Paese (il "fondativo"art. 3 della nostra preziosissima Costituzione e il dato Istat relativo al 2021) . Come la riduzione delle disuguaglianze, continuo volutamente ad usare il condizionale, dovrebbe costituire la prima delle "pietre miliari" di una Convivenza Civile degna di tal nome, una vera "stella polare" istituzionale e la principale ragione d'essere di uno Stato.
Invece stiamo assistendo anche in questo delicatissimo passaggio governativo ad un sistematico snaturamento del confronto politico, amplificato non casualmente da gran parte del circo mediatico, teso a ridurre questioni basilari, come le sopracitate, a puro teatrino delle convenienze partitiche e relativi retrostanti interessi.
Si arriva addirittura, applicando il sempre verde gioco del rovesciamento delle parti, ad invertire l'ordine delle responsabilità in caso di caduta di un Governo che sulla questione sociale si barcamena con dei palliativi, non volendo gravare sulle tasche dei più ricchi, di cui di fatto è espressione.
Chi pone con insistenza l'esigenza di una miglior redistribuzione della ricchezza perlomeno alleviando la condizione sempre più critica della classe dei sempre più precari (compresa la piccola imprenditoria) viene dipinto come "irresponsabile disfattista" interessato solo ai numeretti del consenso elettorale, mentre i "soloni della responsabilità istituzionale" perseguirebbero i loro "nobili" obiettivi gattopardeschi mascherati da un solo presunto senso dello Stato.
Ecco perché mi auguro che Conte e i 5 Stelle, consapevoli dei propri precedenti errori ma anche recuperando nei fatti l'originale spinta di cambiamento umanizzante del sistema, escano da questa ipocrita maggioranza e, assieme ad altre forze che mettono al centro del loro operare l'Uomo e non il Mercato, sappiano costituire una vera graduale alternativa non solo nazionale.
Ma l'opinione pubblica, così malamente influenzata da gran parte dei media, saprà capire la reale partita in gioco ?
5,6 milioni di poveri assoluti + 8,5 milioni di poveri relativi = 14 milioni di poveri
Per la vera Politica (quella con la P maiuscola) l'indicatore principale del proprio agire dovrebbe configurarsi nel semplice ma inquietante accostamento di questi 2 elementi "strutturali" del nostro martoriato Paese (il "fondativo"art. 3 della nostra preziosissima Costituzione e il dato Istat relativo al 2021) . Come la riduzione delle disuguaglianze, continuo volutamente ad usare il condizionale, dovrebbe costituire la prima delle "pietre miliari" di una Convivenza Civile degna di tal nome, una vera "stella polare" istituzionale e la principale ragione d'essere di uno Stato.
Invece stiamo assistendo anche in questo delicatissimo passaggio governativo ad un sistematico snaturamento del confronto politico, amplificato non casualmente da gran parte del circo mediatico, teso a ridurre questioni basilari, come le sopracitate, a puro teatrino delle convenienze partitiche e relativi retrostanti interessi.
Si arriva addirittura, applicando il sempre verde gioco del rovesciamento delle parti, ad invertire l'ordine delle responsabilità in caso di caduta di un Governo che sulla questione sociale si barcamena con dei palliativi, non volendo gravare sulle tasche dei più ricchi, di cui di fatto è espressione.
Chi pone con insistenza l'esigenza di una miglior redistribuzione della ricchezza perlomeno alleviando la condizione sempre più critica della classe dei sempre più precari (compresa la piccola imprenditoria) viene dipinto come "irresponsabile disfattista" interessato solo ai numeretti del consenso elettorale, mentre i "soloni della responsabilità istituzionale" perseguirebbero i loro "nobili" obiettivi gattopardeschi mascherati da un solo presunto senso dello Stato.
Ecco perché mi auguro che Conte e i 5 Stelle, consapevoli dei propri precedenti errori ma anche recuperando nei fatti l'originale spinta di cambiamento umanizzante del sistema, escano da questa ipocrita maggioranza e, assieme ad altre forze che mettono al centro del loro operare l'Uomo e non il Mercato, sappiano costituire una vera graduale alternativa non solo nazionale.
Ma l'opinione pubblica, così malamente influenzata da gran parte dei media, saprà capire la reale partita in gioco ?
Germano Bosisio