Bellano inaugura la 'Ca' del diavol' all'Orrido e già pensa al nuovo museo di arte moderna nel Cotonificio

A Bellano si inaugura la ristrutturata “Ca’ del diavol” e, quasi, la notizia diventa un’altra: il futuro del Cotonificio Cantoni: il complesso è stato acquistato dalla Fondazione Getulio Alviani e diventerà un museo di arte moderna. Lo ha annunciato il sindaco Antonio Rusconi  nella suggestiva tribuna sospesa sull’Orrido di Bellano che ha fatto da gran teatro naturale della festa per l’apertura al pubblico di una casa circondata da un alone leggendario, chiamata “Ca’ del diavol” per via di un affresco che campeggia sulla facciata ma anche per la memoria di feste orgiastiche e riti satanici che la tradizione perpetua e non si sa quanto ci sia di vero.

Il taglio del nastro

Cerimonia di inaugurazione in grande stile, alla presenza del presidente regionale Attilio Fontana, il quale si è invero fatto attendere. Arrivato con un’abbondante ora di ritardo, si è scusato per non essere riuscito a rispettare la tabella di marcia di una giornata che lo ha visto impegnato anche in altre località lariane, «a lavorare, quindi».
Del resto, la “Ca’ del diavol” è stata recuperata grazie a finanziamenti regionali. L’intervento, costato 900mila euro, apre ai bellanesi e ai turisti un edificio del Quattrocento che mai era stato reso accessibile al pubblico in precedenza. In particolare, 650mila euro sono stati spesi per sistemare lo stabile molto ammalorato all’interno del quale è stato anche rinvenuto un affresco secentesco (e chissà che in futuro non si pensi anche al restauro delle pitture). Altri 250mila sono andati all’allestimento del museo. Multimediale, naturalmente, oggi va così: si vogliono offrire “emozioni” e infatti “torre delle emozioni” è la definizione utilizzata.

La Ca’ del diavol

Oltre a Rusconi e Fontana, alla cerimonia sono intervenuti anche il presidente della Comunità montana Fabio Canepari, la presidente provinciale Alessandra Hofmann, il prefetto Sergio Pomponio, l’assessore regionale Lara Magoni e il presidente della Fondazione Cariplo Giovanni Fosti.
Nel suo discorso, il sindaco Rusconi ha ricordato come il nuovo spazio espositivo vada ad arricchire ulteriormente quel “museo diffuso” che sta diventando Bellano e per il quale è stato coniato l’acronimo Bac, vale a dire Bellano Arte e Cultura.  Alla “Ca’ dei diavol” seguiranno la riqualificazione di San Nicolao con uno spazio per lo scultore del rame Daniele Vitali, la valorizzazione di Santa Marta con il suo straordinario Compianto del Cristo Morto e il recupero della vecchia Casa del parroco che ospiterà la collezione delle opere del pittore Giancarlo Vitali. Oltre, appunto, al Cotonificio Cantoni, la storica fabbrica bellanese di ottomila metriquadri che la Fondazione Alviani recupererà realizzandovi un museo con quattromila opere in dotazione, ma anche un albergo, un auditorium e un autosilo con 180 posti-auto. A tutto questo va aggiunto un ponte sul torrente Pioverna - finanziato con altri due milioni di euro regionali – che collegherà la stazione ferroviaria all’ex cotonificio: «E in tal modo libreremo dalle auto la piazza Roma». E per lo stesso Orrido, dopo l’ampliamento e le nuove passerelle inaugurate un anno fa, è previsto un’ulteriore espansione, inglobando anche il parco dei Lorla, un’area verde di circa 2500 metri che diventerà giardino degli artisti.

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L’importanza turistica che l’Orrido di Bellano è andata acquisendo in questi anni è del resto fuori discussione: in cinque anni sono stati 450mila i visitatori, ben centomila nei primi sei mesi di quest’anno e diecimila solo negli ultimi dieci giorni: «Se pensiamo che nel 2017 – ha ricordato Rusconi – transitavano 18mila persone all’anno, non si può che essere orgogliosi» indicando nella cascata della Pioverna un volano per il turismo e l’occupazione. Nel concludere, il suo discorso, non senza commozione, il sindaco ha voluto anche ricordare Daniela Artusi, la responsabile dell’Ufficio ragioneria del Comune scomparsa recentemente.
Da parte sua, il presidente Fontana ha sottolineato i risultati bellanesi come frutto di progetti perseguiti con convinzione perché «dobbiamo avere un progetto e portarlo avanti. Dobbiamo ricreare quell’attrattività che è stata alla base dello sviluppo di questo territorio», superando anche le nubi della pandemia «che non ci hanno comunque fatto perdere le speranze, perché un lombardo le speranze non le perde mai ma lavora concretamente».

A Filippo Vergani della società Ett che ha curato appunto il museo multimediali, è toccato spigare l’articolazione degli spazi espositivi nella “Ca’ del diavol”: al piano tarra, la geologia; al primo piano, la tradizione della Pesa Vegia e al terzo piano, la realtà virtuale: un volo fino alla Grigna per mezzo di occhiali speciali.
Dopo i discorsi, la benedizione da parte del vicario don Simone Zappa che ha ironizzato sull’incenso sparso su quell’edificio stregato che si chiama “Ca’ del diavol”. Quindi, il tradizionale taglio del nastro e la visita. Ora, il museo sarà aperto tutti i giorni in orario di visita dell’Orrido.
D.C.
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