Parentesi musicale nell’ultima giornata del Lecco Film Fest per l’incontro con Omar Pedrini, cantautore e per vent’anni ledaer dei “Timoria”, gruppo rock impostosi sulla scena italiana alla fine degli anni Ottanta.
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Omar Pedrini
Intervistato da Marta Cagnola, giornalista di Radio 24, Pedrini ha raccontato di sé e di una vita come «montagne russe» per via di problemi di salute che ne hanno condizionato non poco il procedere con il credito di tre anni di ospedale che «rivoglio indietro» e la convinzione comunque che, come diceva la nonna, «con la musica non ti senti mai solo». Vera terapia per una vita che è tutto un “nonostante”.
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«Perché tutti facciamo quel che facciamo nonostante qualcosa» e il suo “nonostante” sono un problema congenito cardiovascolare che lo ha costretto a sei interventi chirurgici tra cuore e aorta e con un settimo programmato per la fine di settembre. Però, «questo "nonostante” è diventato la mia forza, trovi energie nuove: se sono qui devo fare ancora qualcosa. E soprattutto ti imponi di non perdere tempo».
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Si è parlato anche di cinema, naturalmente, con il quale Pedrini ha avuto piccole collaborazioni non solo musicali, ma anche per brevi interpretazioni, anche con Pupi Avati. E riprovarci, magari più seriamente, sì, gli piacerebbe, anche se davanti a sé vede soprattutto il teatro nella forma del “teatro-canzone”.
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Il racconto si è riempito di ricordi: dal bisnonno operaio che nel tempo libero anziché coltivare l’orto si dedicata alla liuteria, dalla nonna che suonava la chitarra, il primo strumento ricevuto in regalo all’età di cinque anni, i primi abbozzi di band già a 12 anni e poi l’esperienza con i Timoria e il debutto nella categoria giovani al festival di Sanremo dove furono eliminati immediatamente, ma ottennero il premio della critica che venne istituito proprio in quell’occasione e proprio per risarcire il gruppo di una bocciatura che i critici musicali ritenevano un’ingiustizia. E poi gli incontri: con Luigi Veronelli, «maestro di vino e di anarchia»; con Mogol in un viaggio con la Nazionale Cantanti a Lourdes per una partita benefica; con Lawrence Ferlinghetti, il papà dei poeti della beat-generation che chiamò la sua libreria “City Lights” e cioè “Luci della città” proprio come il titolo di quest’anno del Lecco Film Fest e che riprende un film di Charlie Chaplin.
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In quanto al successo che gli arrise giovane, quasi giovanissimo, oggi la riflessione dell’uomo di 55 anni e ormai padre, è che il ragazzino d’allora fa tenerezza: «Mi ricordo i sogni, le aspettative e poi il mondo dello spettacolo ha le sue trappole. Tra alti e bassi, i momenti buoni e qualche canzone non riuscita successo e insuccesso si pareggiano, ma il successo in fondo è fare il mio mestiere, il fatto appunto che con la musica non sei mai stato solo».
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Anna Ascani
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L’ultima giornata di festival, si era aperta in mattinata con l’incontro dedicato alle pagine culturali giornali e al quale hanno partecipato il direttore del “Corriere della sera” Luciano Fontana, la direttrice del gruppo del Quotidiano Nazionale-Giorno Agnese Pini, il direttore del telegiornale de “La 7” Enrico Mentana e il direttore di TV2000 Vincenzo Morgante.
Tra gli ospiti della giornata, anche il sottosegretario del Ministero dello sviluppo Anna Ascani a parlare di donna tra lavoro e famiglia, in un incontro a più voci coordinato dalla giornalista Elisabetta Soglio.
D.C.