Memorie alpine in Valsassina con la Taurinense

L'arcivescovo Pintonello a Cornisella nel 1957
La Valsassina è da sempre con gli alpini e vive intensamente la settimana di presenza delle penne nere della Taurinense accampate nel piano del Pioverna, sul confine dei Comuni di Pasturo e Barzio. E’ una presenza che ricorda i 150 anni di fondazione della fanteria di montagna ed i 100 anni della sezione ANA di Lecco. La valle è punteggiata da sacrari, monumenti, targhe che ricordano le penne nere. Cornisella è stato il sacrario primogenito; ha anticipato di due anni il tempio votivo del battaglione Morbegno al Pian delle Betulle, inaugurato nel 1959, dopo un voto formulato sul fronte greco-abanese, negli anni di guerra 1941/1942.
Era domenica 8 settembre 1957; è stata una splendida giornata di sole autunnale quando, sulle pendici del Grignone, sopra Pasturo, in località Cornisella venne inaugurata la cappella votiva voluta dal locale gruppo ANA.
L’idea di una memoria alpestre, quando la guerra 1945 era conclusa da oltre dieci anni, venne ad alcuni “veci”, reduci anche del primo conflitto mondiale 1915/1918. Furono indicate tre possibili località: la rocca di Baiedo; Cornisella verso il Pialleral; la strada dei Castagneti. Si votò e la scelta cadde su Cornisella, crocevia di sentieri verso il Grignone, a meno di un’ora di non difficile ascesa dall’abitato di Pasturo. La votazione avvenne nell’assemblea del gruppo ANA del 5 gennaio 1956.
Gli alpini, la gente di Pasturo, ma anche di altre località della Valsassina e del lecchese, tornano ogni anno a Cornisella, nella seconda domenica di settembre. Il progetto della chiesetta si deve all’architetto Delino Manzoni; venne costruita con il lavoro di una ventina volontari, nel tempo libero. La realizzazione ebbe inizio nel 1956 e non è stata facile, considerando che si doveva portare tutto in quota a dorso di mulo o con i “cavalli di San Francesco”.
La giornata inaugurale è nella storia della Valsassina. Il discorso ufficiale venne tenuto dall’avvocato Roberto Pozzi, padre della poetessa Antonia, già primo cittadino di Pasturo. C’era un drappello di fanti della Legnano, della caserma Giuseppe Sirtori, di Lecco. Vennero resi gli onori all’arcivescovo militare monsignor Arrigo Pintonello. C’era il sottosegretario alla Difesa, il comasco onorevole Virginio Bertinelli. La rappresentanza della sezione di Lecco dell’ANA era guidata da Ugo Merlini, decorato di medaglie d’argento e di bronzo, che sarà, nel 1965, presidente nazionale delle penne nere. Il vescovo Pintonello raggiunse Cornisella sul sellino di un motocarro Guzzi, a fianco del conducente Mario Galbani. Il motocarro era di Isaia Bonasio, di Pasturo. Altre autorità, con il prefetto di Como, raggiunsero Cornisella con una servizio di muli. Era allora parroco di Pasturo il non ancora trentenne don Tullio Vitali, subentrato l’anno precedente allo scomparso don Riccardo Cima.
La novità della chiesetta sacrario di Cornisella nelle vallate lecchesi fu, però, superata nelle cronache della stampa del tempo dalla presenza in Valsassina dell’arcivescovo militare monsignor Arrigo Pintonello. Era stato invitato tramite il capo gruppo ANA di Pasturo, Guido Invernizzi, un sottufficiale reduce della Grande Guerra ‘15/’18.
Pasturo aveva già visto la visita di un vescovo castrense, nei primi giorni di settembre 1940, mentre erano in corso le manovre della divisione Brennero, giunta dalle Alpi Occidentali in Valsassina, simulando un’invasione nemica dal confine svizzero. Il vescovo militare, monsignor Bartolomei, visitò le truppe e nella parrocchiale di sant’Eusebio, in Pasturo, rivolse a reparti della Brennero un’omelia “intorno all’amor di Patria e ai doveri del proprio stato”. Gli ultimi soldati lasciarono la Valsassina in ottobre, diretti a Bressanone, come ha scritto lo storico locale Andrea Orlandi.
Il gruppo ANA di Pasturo, aggregato alla sezione di Lecco, è al 90° di fondazione. Venne inaugurato ufficialmente il 23 ottobre 1932, con la benedizione del gagliardetto; madrina Antonia Pozzi, allora ventenne, la futura poetessa. Primo capogruppo è stato Guido Invernizzi, artigiano di falegnameria.
Aloisio Bonfanti
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