Calolzio, crac Trafileria Brambilla: dopo 5 patteggiamenti, il 'caso' si chiude con due... assoluzioni
L'avvocato Mittone nella propria arringa, a aprile, per l'appunto, aveva indirettamente ripercorso le spontanee dichiarazioni rese del dottor Mario Ercole. Il commercialista, prendendo la parola dinnanzi al collegio, circa la questione delle contestazioni mosse dalla Procura per la vicenda della supposta sopravvalutazione degli immobili in capo alle Trafilerie, aveva sostenuto di aver preso visione delle perizie di professionisti presentati come validi, non dubitando dunque delle loro stime. Quanto al nodo delle fatture “anomale” aveva ricordato come il collegio sindacale facesse verifiche a campione, non riscontrando problemi nelle pezze giustificative attenzionate. Lecita e consentita, secondo il difensore, quest'ultima pratica, in considerazione anche del volume d'affari della Trafileria, non ritenendo dunque di poter addossare responsabilità in capo al sindaci per non aver “pescato” dal malloppo proprio le – a suo avviso – poche fatture oggetto dell'imputazione. Quanto al capannone, la toga torinese, dopo aver sottolineato come ai suoi clienti non venisse contestata la sopravvalutazione in sé, aveva parlato di “oscillazioni da brividi” riscontrate nelle diverse stime, operate anche in tempi non sospetti, ritenendo che i signori Ercole, in quanto non immobiliaristi, avessero solo preso atto del valore indicato dal cda, “non così lontano” da quello poi ricalcolato dalla Procura.
L'avvocato Mittone aveva dunque chiesto l'assoluzione per entrambi. E così oggi è stato. Dopo i patteggiamenti, come detto, in udienza preliminare di tutti gli altri indagati, a cominciare dall'ex ministro Michela Vittoria Brambilla e dal padre. Un anno e 4 mesi la pena applicata alla parlamentare forzista, ritenuta dagli inquirenti l'amministratrice di fatto della società di famiglia. Un anno e 6 mesi, invece, per il "patron" Vittorio. Avevano optato per il medesimo rito alternativo davanti al gup anche Alessandro Valsecchi e Nicola Vaccani, rispettivamente cugino e cognato della "rossa", indagati quali amministratore delegato e liquidatore delle Trafilerie (2 anni ciascuno). Stessa scelta infine per la dottoressa Aida Tia (un anno e 6 mesi), terzo componente di un collegio sindacale di cui oggi gli altri due membri, gli unici ad andare a dibattimento, sono invece stati assolti.
A.M.