IL CONTE, IL GRILLO SPARLANTE E I DRAGHI INFESTANTI
IL CONTE, IL GRILLO SPARLANTE E I DRAGHI INFESTANTI
Una vicenda politica paradigmatica
Convinto che non solo gli “esperti” possano commentare le grandi vicende politiche, ritengo che ogni cittadino debba contribuire normalmente con le proprie opinioni alla vita democratica, senza “supponenze” ma per alimentare quantomeno uno schietto e costruttivo confronto d'idee praticato anche e soprattutto “dal basso”.
La vicenda, peraltro ancora “calda”, è nota a tutti ( il più o meno presunto tentativo di Draghi di affossare la leadership di Conte come capo politico dei 5 Stelle) e necessitata di sviluppi chiarificatori ma dal mio punto di vista sembrano già emergere alcuni fattori centrali che possono rappresentare più di un motivo d'analisi sui “costumi” che accomunano purtroppo i comportamenti di gran parte dei protagonisti della nostra scena politica.
La prima sensazione, ma con elementi di riscontro pur in estrema e inevitabile semplificata sintesi (al lettore giudicare la fondatezza di tutti i successivi elementi) è quella di una doppiezza politica di Draghi: smentisce tardivamente la sostanza di quanto rivelato dal sociologo De Masi, conferma la interlocuzione diretta e continuata con Grillo, rimanda la “palla nell'altro campo” sfidando ad esibire le prove del suo tentativo contro Conte sapendo che così mette in condizione critica Grillo (vista l'altrettanto ambiguo atteggiamento del garante del movimento) rispetto a quanto potrebbe scatenarsi sul Governo. Inoltre sta anche tentando di rigirare, con una malcelata azione politica “ricattatoria”, la colpa di una possibile caduta dello stesso Governo affibiandola strumentalmente ad un'eventuale uscita dei 5 Stelle, nonostante i numeri in Parlamento, in tal caso, gli consentirebbero comunque di continuare a governare.
La seconda è esattamente la stessa doppiezza che promana dall'atteggiamento di Grillo che a detta di una persona seria come De Masi avrebbe riferito non solo a lui e a Conte (confermato anche da quest'ultimo) ma anche ad una quindicina di parlamentari dei 5 Stelle ( che però sembrano tacere forse per motivi d'interesse “superiore” visti gli inevitabili contraccolpi istituzionali che ne potrebbero derivare). https://www.huffingtonpost.it/politica/2022/07/02/news/de_masi_non_ho_tradito_grillo-9753057/
Ma la maggior gravità del comportamento di Grillo, forse alimentata dal suo super-ego, risiede, ritengo non solo a mio parere, nella sua emersa interlocuzione diretta e prolungata con Draghi sulle scelte pregnanti del Governo. Non sfuggirà a nessuno la contraddittorietà, per dirla in modo eufemistico, di questo rapporto quasi “concertativo” di colui che dovrebbe svolgere nel movimento/partito solo funzioni di garanzia lasciando al presidente Conte l'assolvimento del suo “costitutivo” ruolo di capo politico.
Il tutto aggravato dal fatto che più di una volta in passato aveva delegittimato (forse perché non era “pilotabile”?) la valenza politica di Conte, dopo averlo pur corteggiato per il ruolo di guida.
Il significato della scissione di Di Maio (+ vari simpatizzanti) non può non apparire a questo punto come collegata ad una vera e propria azione delegittimante nei confronti non solo di Conte ma soprattutto della sua linea giustamente, sempre a mio parere, critica rispetto all'establishement sia in materia della guerra derivata dalla gravissima invasione dell'Ucraina, sia rispetto alla difesa degli interessi delle strati meno abbienti della popolazione, come anche dell'effettiva concretizzazione della cosiddetta transizione ecologica.
A questo punto Conte, ma soprattutto il rimanente gruppo comunque corposo dei 5 Stelle, deve scegliere cosa fare: se lasciarsi ancora “cuocere” a fuoco più o meno lento o uscendo dal Governo cercare di ritrovare quello spirito di cambiamento strutturale che lo aveva contraddistinto nella sua prima fase, anche governativa. E sui capisaldi sopra evidenziati sappia aggregare sia le forze sociali che politiche di cambiamento ( Santoro sostiene che a sinistra del Pd ci sia una prateria ...) che larghi strati del sempre più frustrato astensionismo elettorale in cerca di credibile rappresentanza.
Mi auguro che Conte da persona per bene ma anche capace ( l'ha dimostrato non solo con la sfibrante trattativa in Europa per la l'attivazione condivisa di finanziamenti a fondo perso e prestiti agevolati agli Stati) e soprattutto realmente sensibile alle questioni sociali a partire dal perseguimento di una maggior giustizia redistributiva, possa propendere per questa scelta e magari, all'occorrenza, fondare una nuova compagine anche riaggregando, su quelle basi, i virtuosi precedentemente fuoriusciti 5 stelle.
Al di là dei singoli episodi, che potrebbero apparire pure come secondari perlomeno secondo ricostruzioni giornalistiche strumentali, la morale da trarre a mio parere è questa :
Il Potere fagocita inesorabilmente se non si rimane coerenti alla parole e alla azioni intraprese quando si era fuori dai suoi mille tentacoli.
Inoltre si serve realmente il senso istituzionale ( è questo che vorrei suggerire in particolare a Conte in un'improbabile interlocuzione) quando, pur mediando realisticamente sui vari interessi in gioco, non ci si lascia corrompere dalle logiche tipiche del Potere non facendosi quindi risucchiare sugli stessi mezzi e prassi e nella difesa degli interessi consolidati dei più forti.
Questa è, sempre a mio parere, la vera Responsabilità Istituzionale e Politica (con la P maiuscola)!
Germano Bosisio