Lecco: pochi i pescatori lungo le sponde del fiume Adda, la siccità preoccupa tutti


Una zona tranquilla di Lecco, lontana dal caos, quella dell'Adda compresa tra i due ponti. Qui si pesca, e ogni giorno ci si imbatte in tanti appassionati, più o meno giovani, che si prendono qualche ora di relax gettando lenza e pastura in attesa che qualche esemplare di lago abbocchi. Per alcuni è uno sport, per altri un passatempo, per altri ancora un modo per poter fare un bel risotto in salsa laghée. Si appostano lì già la mattina presto, nei momenti non troppo caldi, sia sul lato lecchese del fiume che su quello malgratese. Il loro nome tecnico è "sampei". E anche per loro la siccità è un problema.
"Con la poca acqua di questi giorni non è facile trovare il pesce" ci hanno detto molti di loro, che però non si danno per vinti anche se a fine giornata tornano a casa con un bottino "magro". Alla loro vista molti passanti rimangono incuriositi e si fermano a fare due chiacchiere: chi esce dalla clinica li guarda per qualche minuto, altri si fermano e chiedono informazioni dettagliate sui pesci di lago e sulle tecniche, che ovviamente non vengono svelate. Anche chi sosta all'ombra della pista ciclabile o sorseggia una bibita fresca al vicino chiosco non è da meno.

Sono anni, del resto, che questi pescatori fanno capolino lungo le spiaggette dell'Adda, tanto da essere anche ripresi in molte fotografie e cartoline, un vero must ormai che ben si sposa con il contesto di lago, fiume e montagna. In molti si conoscono, ridono e scherzano, altri sono più seriosi, in solitaria e concentrati. Per quanto la pesca sia un passatempo, infatti, un requisito fondamentale è la pazienza. In estate, normalmente, si ritrovano la mattina fino alle 11.00, per poi riprendere verso il tardo pomeriggio ed evitare la calura delle ore centrali della giornata. In molti pescano anche all'imbrunire. C'è chi ha poca strumentazione ma tanta tecnica, c'è chi ha tante attrezzature ma magari non trova nulla. Niente è scontato nella pesca di lago e fiume.

Incrociamo due amici che preferiscono non essere fotografati. "Siamo appassionati da anni, giriamo la Lombardia e il Piemonte: qui si pesca bene normalmente, ma ora manca acqua e alcune varietà di pesci sono più difficili da trovare. Comunque il lago ci piace, ci torniamo spesso. Per noi è un hobby, e ogni volta che rilasciamo tutti gli esemplari qualcuno purtroppo ne abusa per il solo gusto di ucciderli o di portare a casa un "trofeo". Pensiamo che si debba sempre avere un certo livello di responsabilità, come per ogni cosa. I ragazzi chiedono una maggiore sorveglianza del territorio, ci sono purtroppo tante persone prive di licenza che pescano senza limiti, compresi i turisti stranieri. Ma bisogna tener presente che ci sono anche degli ecosistemi da rispettare, se rompiamo l'equilibrio poi sarà sempre più complicato trovare certe varietà, soprattutto in bacini o specchi d'acqua più piccoli".

Anche Luciano, in pensione, conferma l'inciviltà di alcuni pescatori. "Sono della Brianza, mi piace portare qui il mio nipotino quando in estate non va a scuola, gli insegno tutti i trucchi del mestiere. Spero continui a coltivare questa passione in modo sano e rispettoso anche quando sarà più grande, a differenza di altri che vedo. Di solito veniamo due o tre volte alla settimana, siamo specializzati in alborelle ma di questi tempi con la siccità ce ne sono poche, per cui ci accontentiamo di altro. L'importante per noi è fare qualcosa di bello all'aria aperta".
Incontriamo poi Matteo, in pausa dal lavoro: "Non ci sono tanti pescatori oggi, c'è vento e in questi casi abbiamo problemi con le canne, che non vanno in profondità. Siamo in quattro o cinque, non credo ne arriveranno altri oggi, se non per il puro divertimento di stare all'aperto. Si pesca poco, ma sono tornate le trote di lago, diverse da quelle di fiume che si trovano a Colico e nel tratto dell'Adda della Valtellina: un tempo era davvero la loro "patria", ora con la siccità è un bel problema. Sono anni che rilascio sempre il pesce che prendo. Per fortuna dal mio punto di vista qui non c'è molta pesca illegale, sul Po è un disastro invece. Qui oltre alle alborelle trovo pighi, cavedani e scardole".

Insomma pochi i pescatori presenti sulle rive nei giorni scorsi, ma nelle giornate meno ventose è facile trovarne fino a venti o trenta, diversi sia per età che per carattere, ma tutti uniti da una particolare e "tranquilla" passione. Con l'auspicio che la siccità non li metta ulteriormente a dura prova.
A.G.
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