San Giovanni: l'asilo 'Gli Aquiloni' perde una sezione? Torri: 'Preoccupazioni legittime, disponibili al confronto'

Emanuele Torri
A rendere nota la questione è stato Virginio, papà di una bimba di cinque anni iscritta al plesso, che ha chiesto delucidazioni in merito al Comune, all'Ufficio Scolastico Territoriale e all'Istituto Comprensivo Lecco 2: da settembre l'asilo statale "Gli Aquiloni" di San Giovanni perderà una sezione, passando da quattro a tre, con la conseguenza che i 73 bimbi iscritti (quattro in meno rispetto a quest'anno, tra cui due disabili) andranno a formare classi "pollaio", quasi al limite massimo dei parametri previsti dal Ministero dell'Istruzione che fissa come tetto massimo 26 alunni, salvo nei casi di presenza di diversamente abili (che devono obbligatoriamente essere inseriti in gruppi distinti). "Eventuali iscritti in eccedenza - si legge sul sito web del MIUR, in una nota citata dall'autore della missiva - dovranno essere ridistribuiti tra le diverse sezioni della stessa scuola, comunque senza superare il numero di 29".
La scelta del "taglio", come ci ha spiegato l'assessore all'Istruzione del Comune di Lecco Emanuele Torri, è arrivata dall'Ufficio Scolastico, che di fronte al (leggero) calo di iscritti ha optato per diminuire il numero di insegnanti, cosa che di fatto ha reso necessario ridurre le classi da quattro a tre distribuendo i due bambini più "fragili" in altrettante sezioni, come stabilito dal MIUR.
"Ci rendiamo conto che la soluzione non è ottimale e comprendiamo la preoccupazione di questo papà, più che legittima e condivisibile: la questione ci era nota, tanto che ci siamo già confrontati in diverse occasioni con l'Ufficio Scolastico e il Provveditore" ha sottolineato l'assessore Torri. "L'obiettivo è sempre quello di mettere al centro i bambini e la loro crescita, pertanto come Comune siamo più che disponibili a discuterne ancora, per provare a cercare una strada diversa entro l'inizio del prossimo anno".
Un po' quanto auspicato dal signor Virginio, che in chiusura della sua lettera ha esortato i destinatari "a confrontarsi e a voler assumere decisioni che arrechino benefici ai cittadini con la consapevolezza che i bambini sono il nostro futuro e che, su di essi, non bisogna risparmiare stipendi, ma investire in qualità".

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