Vendrogno: due amiche salvano un pullo, ora a Ello da Manuela che ne sta 'tirando grandi' quaranta

Dalla Muggiasca alle pendici del Monte di Brianza. Ma in auto, non certo sulle sue alette, essendo troppo piccolo per spiccare il volo. Oltre che troppo debole anche per spostarsi dalla sede stradale dove, se non fosse stato aiutato, avrebbe sicuramente trovato la morte. Il “salvataggio” di un uccellino, compiuto ieri pomeriggio da due amiche, ci permette di accendere un faro su chi, come Manuela Regaglia, volontaria della LEAL – la Lega Antivivisezionista sezione di Lecco-Como – si prende cura di esserini minuscoli, nutrendoli con costanza e affetto, portandoli poi a riconquistare la loro libertà. Il tutto in casa propria. E non certo su piccoli numeri, visto che la donna, residente a Ello in questo momento nella propria “nursery” segue la bellezza di una quarantina di volatili, ai quali fa da mamma a tutti gli effetti, somministrando loro i pasti e seguendoli nello sviluppo.

Le due amiche che hanno salvato l'uccellino

Ma torniamo al pullo salvato ieri. Dopo aver passato il fine settimana in Valle, Cinzia D’Alessandro (che da poco ha acquistato casa nella frazione di Vendrogno) e la blogger Sabina Maffei Plozner, stavano facendo ritorno a Milano. Lungo la Sp 66 un ciclista ha fermato la loro auto. Lo sbracciarsi dello sportivo ha fatto inizialmente pensare alle due donne che avesse bisogno per sé. E invece chiedeva aiuto per un uccellino, trovato in mezzo alla carreggiata: essendo appunto in bicicletta non sapeva come fare per evitare una brutta fine al pennuto. Ci hanno pensato le due amiche.

Dopo diverse telefonate sono riuscite a mettersi in contatto appunto con Manuela Regaglia che da anni salva piccoli roditori o volatili feriti o defedati. “Abbiamo dato da bere al piccolo con il dito, seguendo i suggerimenti di Manuela, poi ci siamo recate da lei ad Ello e le abbiamo consegnato quello che poi si è rivelato un nidiaceo di Capinera” spiegano le due villeggianti.  
Una quarantina, come accennato, gli uccellini seguiti al momento dalla responsabile della LEAL “imbeccandoli” più volte al giorno, avendo necessità di essere nutriti a più riprese nell'arco delle 24 ore.

In questo momento la piccola capinera è abbastanza vivace, non è fuori pericolo in quanto è fragile e minuscola. Dovrebbe avere circa 20 o 25 giorni. Le viene dato un frullatino proteico, successivamente, come gli altri uccelli, passerà ad “assaggiare” delle consistenze diversi del cibo. Cambierà – spiega Manuela – anche più gabbie, di dimensioni diverse, per allenare le ali prima del rilascio in natura. Chissà se poi tornerà a Vendrogno, sulle sue ali.
M.A.
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