Pontida: Castelli raduna i nostalgici di Lega - Padania libera. Annuncia per fine anno il congresso di Autonomia e Libertà
Giovanni Colombo, Francesca Losi, Andrea Previtali, Roberto Castelli, Pietro Isacchi, Antonello Formenti
Il presidente Roberto Castelli
L'ex ministro lecchese ha creato un anno fa l'associazione culturale Autonomia e Libertà che negli ultimi mesi ha visto maturare una organizzazione interna. Si è data delle sezioni locali, ognuna delle quali con dei referenti: il consigliere regionale Antonello Formenti per "Monza e Brianza lecchese", il consigliere comunale di Casargo Giovanni Pasquini per la "Brianza e Laghi", il consigliere regionale Roberto Mura per la Provincia di Pavia, Ivano Venni per "Rodengo Saiano e Franciacorta", Maurizio Colombo per "Saronno, Legnano e Busto Arsizio". Se non è un partito, poco ci manca. "Siamo un'associazione culturale, è vero, però facciamo anche un'azione politica - non si è nascosto Castelli - Quindi vedremo cosa succederà in futuro".
Il consigliere regionale Antonello Formenti
Il deputato Cristian Invernizzi e Roberto Castelli
Nella fatidica data del 26 giugno, con tanto di spille "Io c'ero" a sottolineare l'importanza del momento, non si è consumato lo strappo con la Lega Salvini Premier. Da questo momento però i soci di Autonomia e Libertà non giurano più sul partito dell'ex vice premier, ma sul "patto di lealtà per il Nord", una manifesto inteso come "riferimento fondamentale della nostra azione politica presente e futura", si legge sulla carta, recitata come un mantra.
Poco meno di un centinaio le persone a raccolta. Tra questi il deputato Cristian Invernizzi, il consigliere regionale Roberto Mura, già senatore dal 2008 al 2013, l'assessore veneto Roberto Marcato, l'ex senatore Massimo Polledri. Del Meratese si è visto in posizione defilata Marco Benedetti, consigliere comunale a Verderio. Del Casatese non poteva mancare Antonello Formenti, che è tra i consiglieri di Autonomia e Libertà. Da Lecco Lele Mauri, ex segretario della sezione cittadina, e Giovanni Colombo, ex consigliere comunale di Lecco, vicinissimo a Roberto Castelli. Tanti i sindaci della Bergamasca.
L'assessore regionale veneto Roberto Marcato in collegamento
Il consigliere regionale Roberto Mura
Come nel congresso istitutivo di un partito, il presidente dell'associazione Castelli li ha fatti parlare tutti o quasi. Ne è emerso il malcontento della base, che arriva a toccare rappresentanti regionali e in un caso nazionali. I fattori per un'esplosione del fenomeno ci sono tutti: crisi sociale dettata dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina, dal cambiamento climatico; l'erosione dell'elettorato leghista; i recenti insuccessi alle urne; una gestione ondivaga del segretario nazionale che desta imbarazzo, tra la scelta di chi avere come fedelissimi, il matrimonio con la Russia di Putin e la riconferma di Mattarella come capo di stato. E ovviamente non viene perdonata la svolta sovranista e nazionalista vista come un tradimento del sogno autonomista.
Tutti temi che sono stati toccati nei vari interventi. Nella prima parte dell'assemblea sembrava di assistere al film "Good Bye, Lenin!", con la riproposizione di istanze cristallizzate da trent'anni, come se nulla nel frattempo fosse accaduto. Poi qualche richiamo all'attualità, tra PNRR e guerra in Ucraina. Il più applaudito è stato l'assessore regionale veneto Roberto Marcato, pur essendo collegato in video-conferenza. Ha mostrato con orgoglio la maglietta realizzata in occasione della campagna referendaria per l'autonomia. "È stato annacquato il messaggio della Lega, si fa fatica a capire le nostre idee perché non usiamo più le nostre parole d'ordine. Senza non si va da nessuna parte, servono per sapere da dove arriviamo e per capire dove andare. Pensare all'autonomia significa avere una visione futuribile del Paese, non nostalgica. Era valido ieri ed è valido anche oggi" ha dichiarato Marcato. L'assessore veneto è stato un fiume in piena: "Perché non facciamo esplodere la forza che c'è nei nostri territori? Abbiamo l'obbligo morale di portare avanti l'intuizione di valorizzare i territori. Voglio tornare a vedere sventolare le nostre bandiere. Siamo un partito popolare e abbiamo il dovere morale di tenere acceso questo sacro fuoco" ha arringato così i presenti.
Il filo conduttore degli interventi è stata la richiesta di autonomia a partire dalla scuola. Un altro slogan è stato quello del residuo fiscale. Nessuno più ha parlato di secessione, ma il grido "Padania libera" è stato ripetuto più volte.
I consiglieri comunali Marco Benedetti (Verderio) e Giovanni Pasquini (Casargo)
Il segretario dell'associazione Giovanni Colombo
A fare sintesi alla fine è stato Roberto Castelli, che ha richiamato i maestri del pensiero leghista. Umberto Bossi è stato definito dall'ex ministro un "finissimo intellettuale", seguito dal politico e pensatore Gianfranco Miglio, che ha sposato la causa federalista, tra gli ideologi della Lega Nord, e dall'autore dei Quaderni padani Gilberto Oneto. "Qualsiasi azione politica seria deve avere dietro degli intellettuali" ha scandito Castelli. "Chiunque abbia in testa un'idea di società, di nazione, di Paese, di propria terra deve capire da dove viene. Un albero può avere delle bellissime fronde, ma senza radici non sta in piedi". Non si vuole definire un nostalgico, Castelli, ha però mostrato con orgoglio la sua prima tessera della Lega Lombarda del 1987 incorniciata. "Questa tessera ha cambiato la mia vita come quella di molti altri" ha detto Castelli. "Bossi ci ha dato una coscienza di popolo, ci ha detto che noi siamo il popolo padano e che possiamo essere una nazione e come tale abbiamo diritto di governare sulla nostra terra. Ci ha detto Padania libera". Questo il punto di partenza da non dimenticare.
Massimo Polledri
Lele Mauri
Poi il punto di sostanza: "Ci possono dire che noi eravamo al 4% e loro sono arrivati al 30%. Ma a me interesse star dentro in un partito che porta avanti una politica completamente diversa dalla mia, centralista, perché ha tanti voti? Allora vado nel PD che almeno governa la società" ha continuato provocatoriamente il volto leghista lecchese. Poi facendosi serio ha rilanciato: "Preferisco stare in un partito del 3 o 4% ma almeno porta avanti la mia politica, l'idea che io sono un padano e voglio avere la Padania libera. La realtà socio-economica ci impone di agire, non possiamo sopportare questa situazione". Castelli ha annunciato che entro la fine dell'anno verrà organizzato un evento, un congresso, di Autonomia e Libertà a Milano in un grande teatro, che darebbe un'ulteriore visibilità all'associazione, con una tiratura maggiore. Si è detto non interessato a scegliere tra l'essere una corrente o un partito autonomo: "A me interessa portare avanti una politica che non sia quella centralista, si chiami come si chiami".
Nel concreto si è scagliato contro la riforma per l'autonomia differenziata che sta portando avanti la ministra Gelmini, che sarebbe un "trappolone". In chiave rivisitata non poteva mancare lo scontro Nord-Sud. "I giornali del Sud dicono che il Nord drena risorse. Ohibo! Noi siamo soggetti ad una rapina tale per cui ogni due anni c'è un PNRR che va a Roma e non parte dall'Europa, ma da noi. E soprattutto non è a prestito ma a fondo perduto. Sta tornando la Cassa del Mezzogiorno". Ha quindi concluso: "Oggi parlare di secessione non è possibile. Un traguardo ottenibile può essere l'autonomia, dobbiamo insistere perché c'è dietro un fatto democratico, dobbiamo far sì che 5 milioni e 300 mila cittadini che hanno votato vedano rispettata la loro volontà. È un tema che è tornato all'attenzione, si può fare, sapendo che in fondo c'è il traguardo che è la nostra libertà".