Lecco: il 'cinema' immortalato da Luxardo in mostra, aspettando il terzo Film Fest

Inaugurata la mostra dedicata al fotografo Elio Luxardo allestita alla Torre Viscontea e che rimarrà aperta fino  31 luglio, «una mostra importante – ha detto l’assessore alla cultura Simona Piazza – perché avvia una collaborazione tra il Comune e la Fondazione 3M, per la caratura del fotografo e perché le opere esposte sono i ritratti più famosi del cinema ed è una buona occasione per entrare in dialogo con il Lecco Film Fest», la rassegna promossa dalla Fondazione ente dello spettacolo guidata dal prevosto don Davide Milani e che squest’anno giunge alla terza edizione, dando appuntamento dal 7 al 10 luglio prossimi.

Alla presentazione, tenutasi a Palazzo delle paure sono anche intervenuti la direttrice scientifica dei musei cittadini Barbara Cattaneo, il presidente della Fondazione 3M Marc Routier e il curatore della mostra Roberto Mutti dell’Istituto italiano di fotografia.
Routier ha presentato i valori ispirativi e gli obiettivi della Fondazione 3M, istituita vent’anni fa e che ha raccolto l’eredita della storica “Ferrania” con un archivio di 107mila immagini tra lastre, cartoline fotografiche, negativi e stampe d’epoca «che raccontano la storia dei nostri costumi e della nostra civiltà a partire dall’Ottocento.
In quanto a Luxardo - «protagonista del mondo della fotografia e della bellezza» ha detto Routier – è stato Mutti a presentare autore e mostra.

Marc Routier e Roberto Mutti

Nel 1932 «arriva a Roma uno strano personaggio» che era appunto Elio Luxardo, nato nel 1908 in Brasile da genitori italiani e «era un campione di nuoto, ma soprattutto gli piace il cinema come a molte generazioni. Oggi non so se è ancora così, ma lo è davvero stato per generazioni. E allora si iscrive alla scuola cinema ma ne viene espulso perché non rispetta le regole, ma qualche cosa acquisisce e in Brasile del resto aveva già imparato l’uso della luce. Decide di aprire uno studio fotografico. Allora in centro Roma sono tre i grandi studi fotografici. Uno è il suo. Bisogna differenziarsi e la sua carta è l’utilizzo delle luci cinematografiche. Attori e attrici vanno da lui per frasi ritratti e gli altri ci vanno perché la sua fama si allarga. E così in mostra ci sono attori e attrici, ma anche qualcuno che attore non è. E’ stata la sua grande forza. Non sono foto invecchiate perché degli attori ci rimangono le immagini di una certa età. Ed è molto moderno, uno stile che può essere utilizzato ancora anche se certi risvolti romantici sono legati a un’epoca che oggi non c’è più. Ma per dire chi era: al concorso di Miss Italia, all’epoca per la vincitrice erano previsti tre premi e cioè una pelliccia, allora si usava così, un provino per il cinema e un servizio fotografico di Luxardo. E con questo abbiamo detto tutto».

 

Sulla cresta dell’onda dagli anni Quaranta ai Sessanta del Novecento, con studi a Roma e Milano, Luxardo moriva nel 1969 lasciando un patrimonio di fotografie che ha spaziato in diversi campi: la mostra lecchese ha privilegiato il lavoro cinematografico: esposti i ritratti dei miti del cinema italiano dell’epoca «e sono figure quasi tridimensionali – ha detto Cattaneo -, delle sculture, delle icone statuarie».

La mostra è aperta il giovedì dalle 10 alle 13, il venerdì e il sabato dalle 14 alle 18, la domenica dalle 10 alle 18. Ingresso libero.
D.C.
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