Ballabio: in consiglio sparate le ultime cartucce e ora tutti a casa, Bussola rassegna le dimissioni
Ballabio senza più sindaco. Si tornerà alle urne. Sei voti a favore sette contrari, come nelle previsioni. Bocciato il documento unico di programmazione e al sindaco Giovanni Bussola non è rimasto che sciogliere la seduta senza nemmeno prendere in considerazione il bilancio preventivo. Sindaco dimissionario quindi, consiglio comunale a casa e Comune affidato al commissario prefettizio che si occuperà dell'ordinaria amministrazione fino alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale probabilmente il prossimo anno.
Nel suo intervento Bussola, ha gettato le responsabilità del commissariamento sui tre consiglieri fuoriusciti dalla maggioranza (Consonni, Marco Pedrazzini e Luca Pirovano) ma anche sui quattro consiglieri della minoranza: «Avevo chiesto a tutti di comportarsi con responsabilità. Se saremo commissariati dovrete assumervi le vostre responsabilità. Se il servizio di doposcuola e di prescuola non potranno essere fatti, se le iniziative non si faranno, la responsabilità è soltanto vostra. Votate come volete, ma non state facendo un torto al sottoscritto ma ai ballabiesi».
Giovanni Bruno Bussola
Nello stesso tempo Bussola non si è risparmiato un attacco contro Consonni che, dopo avere rotto con il sindaco sul piano del Barech negli ultimi tempi aveva messo sotto accusa lo stesso Bussola per la decisione di aumentarsi lo stipendio da sindaco e poche ore prima della seduta consiliare aveva chiesto di dirottare quei soldi alle borse di studio per i giovani ballabiesi. Ricordando che tale variazione è impossibile per legge (i soldi degli stipendi non possono essere spesi per altro, se non usati devono tornare allo Stato), il sindaco ha accusato Consonni di essersi a sua volta aumentata lo stipendio, nei mesi estivi, alla scadenza del contratto di insegnante a tempo. Un automatismo, la replica dell’ex sindaca, ma a quel punto gli animi si stavano surriscaldando, con accuse reciproche di dire il falso. Da parte sua l’assessore Celestino Cereda non ha usato certo parole concilianti nei confronti di Consonni: «Mi chiedo perché 108 voti (le preferenza complessive totalizzate alle elezioni dai tre transfughi) debbano condizionare la vita di quattromila ballabiesi» ma soprattutto «non abbiamo bisogno di suffragette che predicano moralità a tempo scaduto».Travolto dall’emozione, invece, Pietro Rolandi, consigliere di “Nuovo slancio” chiamato a esprimere il voto favorevole della maggioranza al bilancio e soprattutto al sindaco e sottoscrivendo e giudicando corrette tutte le scelte fatte in questi mesi. L’emozione, si diceva: quasi non riusciva a leggere il proprio intervento per la tensione.
Pubblico partecipe in sala, con applausi secondo le propensioni. A parte un cane che, a ogni scroscio, abbaiava a prescindere.
D.C.