Valsassina: minacce a un conoscente e calci alla sua auto, assolto
Già ai domiciliari con braccialetto elettronico per altra vicenda, un 35enne di Barzio si è ritrovato quest'oggi nuovamente a processo per una vicenda risalente allo scorso anno, nel periodo delle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia. Minaccia e danneggiamento le ipotesi di reato ascritte al ragazzo, "graziato" dal suo denunciante. Quest'ultimo, un uomo residente a Taleggio ma solito frequentare la Valsassina, ha infatti optato per rimettere la querela sporta nei confronti del giovane che la sera del "fattaccio", per ragioni non meglio chiarite, gli avrebbe rivolto frasi intimidatorie - inclusa un "prenditi una pistola e sparati in testa, se non ce l'hai te la do io" - colpendo poi la sua utilitaria con un paio di calci all'esterno dell'abitazione di una comune conoscente, raggiunta dopo la chiusura - alle 18 - al bar frequentato da entrambi. Se il ritiro della denuncia ha portato dritto dritto al "non doversi procedere" per il primo reato, per il secondo, essendo contestata anche un'aggravante, parrebbe aver fatto la differenza quanto asserito oggi in Aula dalla persona offesa. Rispondendo alle domande delle parti - il vpo Caterina Scarselli e l'avvocato Ruggero Panzeri per l'imputato - egli ha chiarito dapprima di essere stato presente al danneggiamento, avendo visto la scena, con altri, da una finestra, dicendosi poi soddisfatto del risarcimento ottenuto dalla madre del 35enne che gli ha corrisposto 350 euro, ritenuti sufficienti pur a fronte di un preventivo da oltre mille euro redatto da un carrozziere, spropositato rispetto al valore della macchina stessa, decisamente vecchiotta.
Se per la titolare della pubblica accusa l'imputato era da condannare a 4 mesi, l'avvocato Panzeri ha chiesto - e ottenuto - la sua assoluzione, sottolineando come il bene - l'auto - non fosse esposto alla pubblica fede ma sotto il controllo del suo proprietario, facendo decadere l'aggravante e portando così a sollevare il suo assistito da un reato - il danneggiamento "semplice" - ora depenalizzato.
Se per la titolare della pubblica accusa l'imputato era da condannare a 4 mesi, l'avvocato Panzeri ha chiesto - e ottenuto - la sua assoluzione, sottolineando come il bene - l'auto - non fosse esposto alla pubblica fede ma sotto il controllo del suo proprietario, facendo decadere l'aggravante e portando così a sollevare il suo assistito da un reato - il danneggiamento "semplice" - ora depenalizzato.