Siccità/3: la situazione dell’acqua potabile e le previsioni di Lario Reti gestore provinciale del 'servizio idrico integrato'

Prima di proseguire il nostro percorso per comprendere come il fenomeno della siccità abbia colpito anche il territorio della Provincia di Lecco, è utile soffermarsi e valutare l'impatto che le scarse piogge hanno avuto sul sistema di raccolta e distribuzione dell'acqua potabile.
Abbiamo interpellato Lario Reti Holding - la società pubblica incaricata di gestire il ciclo idrico integrato nella provincia di Lecco - per tracciare un quadro, il più possibile preciso, della situazione.

Innanzitutto, per comprendere gli scenari futuri, è importante definire il livello di siccità raggiunto oggi. Nel 2022 le precipitazioni, fino ad oggi, accumulatesi al suolo hanno raggiunto i 309,9 millimetri, secondo i dati del Centro Meteo di Lecco. Per effettuare un raffronto, essendo i dati di giugno parziali, prendiamo in considerazione i valori delle piogge occorse da gennaio a maggio 2022, pari a 245 millimetri. Nel medesimo periodo del 2021 le piogge avevano raggiunto i 434,8 millimetri. Nel 2020 i 336 millimetri. Proprio l'anno 2020, ci consegna un altro dato interessante. Nel solo mese di giugno cadde una quantità di acqua - 310 millimetri - superiore a quella caduta dal mese di gennaio 2022 fino ad oggi. I dati delle precipitazioni nei mesi da gennaio a maggio, sia in anni più siccitosi come nel 2019 - 353 millimetri - che più piovosi come nel 2018 - 605 millimetri - restano comunque superiori a quelli registrati nel 2022. A compromettere la situazione odierna è stato anche lo scarso accumulo della neve sulle vette delle montagne alpine nei mesi invernali. Una riserva naturale utile nei periodi primaverili ed estivi, quando l'acqua presente in quota grazie al discioglimento della neve, viene rilasciata gradualmente. A differenza delle piogge di quest'anno che - già limitate -non sono state trattenute da terreni parzialmente già compromessi e aridi.

Considerato lo scenario della siccità, è logico domandarsi quale sia la situazione delle riserve idriche da cui viene attinta l'acqua potabile immessa nella rete di distribuzione. Acqua sulla quale, ogni giorno, facciamo affidamento. Attualmente, come del resto in ampia parte del nord Italia e della valle del Po, si sta registrando anche nel territorio lecchese "un calo delle portate delle sorgenti e delle falde acquifere da cui attingono i pozzi" fa sapere Lario Reti precisando - al tempo stesso - che il fenomeno "è sotto controllo". La situazione più critica coinvolge il territorio della Valsassina e i comuni rivieraschi del lago. Proprio le zone da cui abbiamo intrapreso il nostro percorso per valutare quanto la siccità odierna abbia impatti sui torrenti e sui fiumi di superfice nel lecchese. Le maggiori criticità di questi luoghi sono dovute alle condizioni del terreno, servito per lo più da sorgenti che risentono in modo maggiore la carenza idrica odierna dovuta alle scarse precipitazioni. Proprio su queste aree è già in corso la stagione turistica che, portando un maggior afflusso di persone, porta con sé un aumento dei consumi d'acqua. Un impatto aggiuntivo che Lario Reti considera da "non sottovalutare" nell'effettuare stime sulle riserve idriche a disposizione in queste zone.

L'impatto che la siccità protratta ha sulle riserve d'acqua è più marcato rispetto agli scorsi anni, ma non ha fatto altro che evidenziare dei fenomeni tendenzialmente già in corso da tempo sulle falde acquifere. Si tratta dell' "abbassamento generale del livello medio" delle falde e dell' "abbassamento delle curve di ricarica" delle falde stesse, spiegano in tecnici dell'azienda. Nei 90 pozzi su cui attualmente si fa affidamento, le falde acquifere hanno una disponibilità media di acqua sempre più bassa e impiegano sempre più tempo a immagazzinare nuova l'acqua. Ma, non solo. Nelle fasi di riempimento delle falde, i picchi di risalita dell'acqua sono stati "sempre più bassi e meno frequenti". Questo fenomeno di lentezza e difficoltà di risalita delle acque di falda è diretta conseguenza delle scarse piogge e della siccità. Proprio in questo periodo - fa sapere l'azienda - si "sta registrando un calo delle falde acquifere da cui attingono i pozzi".
Pozzi, per lo più presenti nella Brianza lecchese e nei comuni affacciati sull'Adda, rappresentano un terzo delle fonti complessivamente utilizzate da Lario Reti per fornire acqua potabile ai cittadini della provincia. Un ulteriore terzo di acqua viene attinto direttamente dalle sorgenti e il restante terzo dal lago di Lecco. Il lago è una vera e propria riserva idrica del territorio che garantisce acqua potabile a oltre 365mila abitanti sparsi fra il lecchese e alcuni comuni della provincia di Como e Monza. L'impianto di potabilizzazione delle acque del Lario è situato a Valmadrera, in località Parè. Considerando che le sue tubazioni pescano l'acqua a 32 metri di profondità all'interno del lago, l'abbassamento del livello idrometrico - oggi a quota -13 centimetri sullo zero - non solo non desta preoccupazione oggi, ma nemmeno per il prossimo futuro.

E', invece, l'elevato aumento dei consumi in questo periodo a suscitare apprensione. Una situazione che - secondo Lario Reti - potrebbe causare una "insufficienza" dell'acqua potabilizzata distribuita lungo i 120chilometri dell'acquedotto Brianteo. Condizione che spingerebbe i sindaci dei comuni coinvolti ad adottare ordinanze per limitare gli sprechi e il consumo di acqua.
Nel contesto generale della provincia, eventuali razionamenti dell'acqua potabile avverrebbero solo nelle ore serali e per "favorire il recupero del livello idrico dei serbatoi di accumulo" collegati alla rete di distribuzione.
Eventualità a cui Lario Reti si è già preparata, esattamente come nel caso in cui si dovessero affrontare diverse altre emergenze che possono verificarsi lungo la rete idrica. L'azienda ha elaborato un piano speciale di gestione delle emergenze che, fra le diverse ipotesi, prende in considerazione anche la siccità protratta. Il piano oltre a delineare le soglie di allarme, prevede l'avviso della cittadinanza, la richiesta ai sindaci di adottare di ordinanze per evitare sprechi e consumi di acqua, la riduzione delle portate nelle condutture, la chiusura delle "prese di confine" che portano l'acqua del lecchese ai comuni fuori provincia e, infine, il razionamento.

La siccità attuale è sì eccezionale, ma è comunque indice di un fenomeno già in corso da tempo. A nostra specifica domanda, Lario Reti ha confermato di aver elaborato un modello matematico in grado di redigere previsioni e determinare scenari legati alla siccità, capace di ricostruire le condizioni del sottosuolo e della presenza dell'acqua nell'area montana, anche oltre i confini provinciali. Su di un altro versante con l'università statale e il politecnico di Milano l'azienda sta elaborando una serie di studi su come i cambiamenti climatici impatteranno sulle risorse idriche disponibili sia dal punto di vista "quantitativo" che "qualitativo". Il quadro è quello di uno scenario che lascia presagire come ci attende un futuro, in tema di risorse idriche, diverso dal passato.

L.A.
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