Lecco, scuole paritarie: la discussione in commissione, 'ballano' soltanto 200.000 euro per non alzare le rette

Emanuele Torri
“Un confronto schietto, portato avanti sempre nel rispetto dei ruoli e che adesso è arrivato ad un punto di svolta, per chiudere nelle prossime settimane e garantire un inizio anno sereno”. Così l’assessore all’Istruzione Emanuele Torri ha definito il lungo processo che da novembre l’amministrazione comunale sta portando avanti insieme ai presidenti delle scuole dell’infanzia paritarie lecchesi in vista del rinnovo della convenzione con la loro Associazione che scadrà il 31 agosto prossimo. Un punto di vista non condiviso dalla “controparte” che però non era presente alla commissione IV di martedì sera.

L’assessore Torri, nell’introdurre la proposta della Giunta, ha dato conto dell’iter svolto in questi mesi che ha portato amministrazione e responsabili degli asili a confrontarsi su numerosi temi, in particolare su quello preoccupante del netto calo demografico: “Si tratta di una preoccupazione legittima di presidenti e insegnanti legata alla tenuta del sistema stesso. Il calo delle nascite si riflette sul numero degli iscritti che si traduce in un calo delle rette e pone il problema di come tenere aperte le scuole soprattutto nei rioni più piccoli”. Gli asili paritari assorbono il 70 per cento dei bambini che frequentano le scuole dell’infanzia lecchesi e sono presenti in tutti i rioni rappresentando un importante presidio sociale. Un altro aspetto delicato è stata la realizzazione dei progetti a cui, come prevede la convenzione vigente, era legata l’erogazione del 5 per cento del contributo di 1,4 milioni di euro che annualmente il Comune di Lecco corrisponde all’associazione. “Abbiamo preso visione di alcuni di questi progetti - ha chiarito ancora Torri - e abbiamo ascoltato anche le difficoltà che questa modalità ha comportato. In generale abbiamo verificato che in queste scuole c’è tanta passione educativa e ricchezza significativa, abbiamo però anche dovuto allargare lo sguardo: c’è stata una perdita di cento bambini nell’arco dei tre trienni precedenti. Per reggere l’urto abbiamo cercato di proporre un percorso in cui insieme ci siamo interrogati su come affrontare questa tematica. Basti pensare che gli iscritti dell’anno scolastico 2021/2022 sono 825 e nel prossimo saranno 746”.

Alla luce di queste riflessioni l’amministrazione comunale ha presentato ai rappresentanti delle scuole delle linee guida che illustrano la direzione in cui la Giunta vorrebbe che andasse la nuova convenzione: conferma del contributo annuale di 1,4 milioni di euro, estensione a cinque anni della durata della convenzione, eliminazione della quota legata alle progettualità, non distinguere dal punto di vista della rendicontazione tra fondo a sostegno del funzionamento dei servizi (1 milione di euro) e quello a sostegno della disabilità (400mila euro). “Abbiamo confermato questa cifra a fronte di un calo significativo del numero degli iscritti, ciò vuol dire che la quota a favore di ogni singolo bambino va ad aumentare in maniera esponenziale - ha aggiunto Torri - Abbiamo anche concordato sulla necessità che il contributo venga riconosciuto sulle sezioni, lasciando la libertà all’associazione di intervenire laddove ci siano maggiori difficoltà e abbiamo chiesto di valutare la possibilità di inserire le cosiddette sezioni nominali, ovvero la possibilità che il contributo venga calcolato sulle sezioni composte dai bambini lecchesi. Inoltre abbiamo proposto che a fronte della diminuzione del numero di sezioni venga  comunque erogato il 50 per cento del contributo previsto, mentre la restante quota sia messa in circolo per affrontare problemi o criticità delle singole scuole”.

Simone Brigatti
“I rappresentanti delle scuole paritarie che hanno partecipato a questi incontri raccontano uno scenario un po’ diverso”, almeno secondo Corrado Valsecchi, rappresentante di Appello per Lecco, e gli altri consiglieri di opposizione che si sono fatti “portavoce” delle istanze dell’Associazione nel sottolineare qual è il punto di rottura: "Le risorse non bastano - ha detto chiaramente Filippo Boscagli - la somma di 1,4 milioni di euro non è poca ma non basta e bisogna investire per salvare le nostre scuole”.
Come ha riportato Simone Brigatti di Forza Italia, le paritarie hanno scritto una lettera alle famiglie per informare delle difficoltà che stanno vivendo con l’amministrazione comunale e avrebbero annullato l’incontro con sindaco e assessore in programma nei giorni scorsi a causa del fatto che non è stata ancora presentata una bozza della convenzione. “Le scuole chiedono 200mila euro in più, una cifra che incide per lo 0,3 per cento sulla parte corrente del bilancio del comune, non dare questi soldi non è una necessità ma una scelta e se queste risorse in più non verranno concesse, le famiglie lecchesi dovranno pagare rette più alte, in un periodo così critico” ha concluso il forzista.
Un ragionamento condiviso da Peppino Ciresa: “Che cosa sono 200-300mila euro per un Comune che spende in cose inutili come i diari per tutti gli studenti? Può permettersi questa cifra e può permettersi anche di indicizzarla di anno in anno. A Merate davano 37mila euro per sezione alle scuole paritarie e ora ne daranno 43mila, a Brescia davano 75mila euro adesso ne daranno 80mila per far fronte alla diminuzione degli iscritti”.
Ad aggiungere un altro elemento al dibattito è stato Valsecchi: “Quello che a me dispiace è che fino ad ora sono stati tagliati fuori i consiglieri comunali da questo dibattito. Non è una questione di soldi ma del rapporto con una parte importantissima della città. Se l’associazione non firma la convenzione, che cosa succede? C’è un ‘piano B’ o stiamo facendo un braccio di ferro? Siete pronti a dare risposte a quei genitori che non potranno pagare le rette delle paritarie e si rivolgeranno alle statali?”.
È stato infine Giacomo Zamperini a ricordare che “il sindaco in campagna elettorale si era impegnato a rispettare e mantenere questo accordo” e a invitare la Giunta al “rispetto dei patti”.

Di altro avviso la maggioranza: “Con questa convenzione garantiamo una cifra per cinque anni andando ad incrementare il contributo per ogni singolo bambino, abbiamo tolto i vincoli legati ai progetti lasciando la libertà alle scuole di gestire il contributo che verrà erogato per sezione e non per bambino proprio per salvaguardare le sezioni più piccole - ha sottolineato Chiara Frigerio di Fattore Lecco - La denatalità chiede un ripensamento, un’aggregazione e una riprogettazione”.
“Si è fatto un percorso e si è cercato un dialogo autentico e perseverante, per trovare il modo migliore di fare funzionare bene e rendere più adeguata l’offerta delle scuole - ha aggiunto il collega Saulo Sangalli - Non è una questione ideologica, il rispetto e il riconoscimento di questa realtà c’è e non è il momento di alimentare la contrapposizione ma serve ragionare da comunità educante e raggiungere una mediazione necessaria, per il bene della nostra comunità e dei nostri bambini”.
Anche Paolo Galli (Ambientalmente) ha ribadito l’importanza di creare un gruppo di lavoro attorno a questo tema per avviare un processo “di innovazione e razionalizzazione, mantenendo il valore della capillarità”.
Una linea su cui ha concordato l’assessore Torri: “Dare più soldi può essere condivisibile ma in questo scenario fino a che punto la risposta può essere economica? Serve un processo di ottimizzazione, sennò l’aumento dei fondi rischia di esser l’unica risposta”.
M.V.
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