Siccita'/1: Troggia, Grinzone, Pioverna, Cariola, viaggio tra i torrenti della Valsassina. L’acqua lascia il posto alla pietraia

Le immagini del fiume Po in secca sono, probabilmente, negli occhi di tutti i lettori. L’allarme siccità coinvolge, in modo differente, l’intero nord del Paese.
Partendo dall’arco alpino, passando per l’intera valle del Po, per arrivare fino alla foce del grande fiume. Qui la salinità del mare è ormai risalita per 20 chilometri verso l’interno. Comparando questa distanza al territorio della provincia di Lecco, è come se dal Ponte di Paderno il fiume Adda si fosse ritirato, lasciando posto all’acqua del mare, fino al ponte Kennedy a Lecco.
Proprio per avere un’idea di come la siccità sta colpendo anche il nostro territorio, valutando la carenza dell’acqua nei torrenti e nel lago, abbiamo intrapreso un percorso lungo le aree lecchesi che hanno particolare importanza dal punto di vista idrografico. A partire dalla Valsassina.
Non è facile trovare informazioni sulla portata dei torrenti del territorio. Abbiamo richiesto una serie di dati a diversi enti, ma l’impressione - al momento - è che non esistano sistemi di monitoraggio della portata dei corsi d’acqua. Se non in casi particolari. Come, ad esempio, quello delle “captazioni idriche”. Si tratta dei prelievi autorizzati di acqua dai torrenti che - in base alla normativa regionale introdotta nel 2017 - devono andare di pari passo con il controllo del livello della portata per garantire quello che tecnicamente è definito come “deflusso minimo vitale” del torrente. Sfruttando questi dati raccolti da Arpa, disponibili per gli anni 2020 – 2021, abbiamo fatto una verifica visiva – in attesa dei dati ufficiali - della situazione attuale.

Il Troggia è uno dei primi torrenti che abbiamo avuto modo di visionare in Valsassina. Conosciuto per la sua alta cascata e la vasca naturale sottostante, normalmente riceve le acque delle nevi in discioglimento lungo i pendii del Pizzo dei Tre Signori, percorre l’intera Val Biandino ricevendo le acque dei torrenti minori che da cime, molto spesso superiori ai duemila metri, scendono verso valle.

Il Troggia termina poi la sua corsa nel torrente Pioverna.  Secondo i dati di Arpa, il torrente nei mesi da maggio a giugno dovrebbe avere una portata variabile fra i 50 e i 70 litri al secondo. Quella visibile in fotografia è la situazione del torrente prima dell’ingresso nell’abitato di Introbio. Il piano della balza artificiale mette in risalto come il flusso d’acqua sia ormai ridotto a pochi centimetri.

Un altro torrente monitorato da Arpa è il Grinzone. Raccogliendo le acque sul versante basso della Grigna, sopra l’abitato di Pasturo, scende verso valle e attraversa il paese. Nel 2017, parte del torrente è stato intubato per produrre energia elettrica in una piccolissima centrale nella parte bassa del comune.

Secondo i dati di Arpa, fra i mesi di maggio e giugno del 2020 la portata attesa era variabile fra i 50 e i 60 litri al secondo, toccando anche i 70 litri al secondo nel 2021.

Nella parte alta del paese il torrente è individuabile solo grazie al canale attraverso cui le sue acque fluiscono. Al di sotto dell’abitato di Pasturo, raggiungendo i prati, scompare quasi nella vegetazione erbosa. Complici le scarse precipitazioni nevose invernali, un altro corso d’acqua che scende dalla Grigna è praticamente a un passo dallo scomparire.

Si tratta del torrente Cariola, che si sviluppa fra la zona sottostante il nevaio del Grignone e la località Cornisella. Su questo torrente non esistono dati di monitoraggio. Quando lo raggiungiamo, non possiamo non percepire un’impressione di forte contrasto fra gli argini in muratura, necessari durante i periodi di piena, e la situazione attuale.

Sempre lungo il versante del Grignone, poco più a nord rispetto a dove nasce il torrente Cariola, si sviluppa il Pioverna Occidentale, da diverse settimane in secca. Il più importante torrente che attraversa l’intero fondovalle della Valsassina, prima di terminare la sua corsa nel lago di Lecco nell’abitato di Bellano dando vita allo spettacolo dell’Orrido, recupera un po’ di portata solo quando si unisce con il Pioverna Orientale in discesa dalla valle Ferrera.

Un altro contributo fondamentale giunge dagli altri affluenti che fanno confluire le loro acque nel fondovalle da entrambi i versanti della Valsassina. Spostandoci verso l’abitato di Cortenova raggiungiamo il ponte che attraversa il torrente. Ad un primo sguardo non è facile trovare il Pioverna Orientale. Il letto del fiume è ridotto ad un’enorme distesa di ghiaia e pietrisco. Solo oltre dei sedimenti accumulati, che finiscono per fare da barriera alla vista, ritroviamo il torrente.

La scarsità dei flussi d’acqua dei suoi affluenti lungo la valle, che abbiamo avuto modo di constatare solo visivamente, trova conferma in quel che resta del Pioverna. Siamo a meno di quattro chilometri dal punto di misurazione della portata. Risulta difficile immaginare che il flusso dell’acqua attuale sia anche solo vicino ai 550 – 600 litri al secondo attesi e misurati nel biennio 2020-2021.

Il torrente restituisce un’immagine chiara della siccità che colpisce il territorio in questa area montuosa della provincia. In particolare, come la quasi totale assenza di piogge delle scorse settimane abbia finito per peggiorare una situazione già difficoltosa in partenza, a causa delle ridotte precipitazioni nevose invernali.
L.A.
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