Lecco: Giuseppe La Fontana e la sua 'L’Isola dei Sogni', in poesia

Giuseppe La Fontana nella foto scelta per la pubblicazione
La recentissima pubblicazione del volumetto “L’isola dei sogni” ha consentito al poeta “lecchese” Giuseppe La Fontana di raggiungere la composizione n. 948. “L’sola dei sogni” è sempre più vicina, ovvero il traguardo delle mille poesie.
Nel preludio della pubblicazione La Fontana sottolinea “codesta nuova raccolta di lirici componimenti vuole essere un inno all’amore che i sogni evocano durante il sonno … Essi allietano l’anima di chi li legge, specie se coglie il senso lirico di ogni verso. Assimilare e far propria l’armonia che la poesia emana innalza lo spirito del lettore facendolo vivere in mondi fantastici”.
Da Sibari, la storica Turium Novum, Giuseppe La Fontana è giunto a Lecco nel marzo 1955, assunto dall’amministrazione delle Poste e delle Telecomunicazioni. Da allora è sempre rimasto tra Lario e Resegone, anche se innumerevoli volte è tornato nella terra nativa, in particolare in occasione di vacanze estive.
Nella nuovissima pubblicazione rinnova, non solo con la poesia, la sua quasi “eterna giovinezza”, ma si affida anche ad una foto, sicuramente giovanile, che risale, quanto meno, ad alcuni decenni or sono. Ma con l’anagrafe non si scherza e gli anni, tanti, sono davvero trascorsi.
Le memorie vengono sussurrate dalla brezza del Lario lucente, definito incantevole e dove si può leggere “Riverberi di luce, echi di onde, si effondono tra le sponde dalla Rocca a Pradello, da Parè a Mandello”. Ma anche sul Lario, contrassegnato da lunghissimo soggiorno, non viene dimenticata la “felix terra turiense” dove si evidenzia “incantevole piana pervasa di luci e di profumi, immersa negli effluvi di zagare aulenti, circondata da monti e ridenti valli, gorgogliante di limpidi ruscelli. A te, terra di sogni e di incanti, dedico il mio canto”.
E nel recente volumetto c’è anche una poesia “Lassù sui Piani d’Erna”; è un abbraccio appassionato che percorre tutto lo stivale della penisola, quando Giuseppe La Fontana sottolinea, “rievocando con nostalgia i miei amati luoghi, e quelli che, giovinetto, m’accolsero, or rimembro il Crati, la Sila, il mare, l’Adda, il Coltignone, il Gerenzone che spumeggiando sfiora la dimora …. Lassù, sui Piani Erna una campana, di una chiesetta alpina, fa eco al canto di un usignolo, col suon serale eterno dell’Ave Maria”.
Insomma, nella”’Isola dei Sogni”, non c’è solo la poesia, la storia, ma anche la geografia d’Italia.
A.B.
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