Lecco perduta/327: artisti, campioni e... vallette in campo allo stadio

È ormai quasi ufficiale (si attende l’apposita conferenza stampa di presentazione) che il prossimo 2 luglio, presso la civica biblioteca “Uberto Pozzoli” di via Bovara, avranno inizio le celebrazioni per i 100 anni del secolare “campo sportivo ai Cantarelli”, inaugurato nell’ottobre 1922. Era allora nel territorio comunale di Castello, su terreni di proprietà di Eugenio Ceppi, genitore di Mario, il presidentissimo del Lecco in serie A.


La Nazionale Vallette 1992

Quella denominazione rimase sino al maggio 1950, un anno dopo la tragedia aerea di Superga che cancellò il grande Torino vincitore di scudetti, formazione imbattibile di quei campionati dell’immediato dopoguerra. Venne allora deciso di dedicare il campo a Mario Rigamonti, il forte difensore granata che aveva giocato nel Lecco nel periodo bellico nel campionato 1944/1945, torneo che aveva subito tutte le limitazioni anche di allarmi di incursioni aeree.
Nell’estate 1960 il vecchio Cantarelli Rigamonti fu costretto a cambiare volto: il Lecco era stato promosso in Serie A, dopo un'esaltante stagione nella quale la squadra bluceleste era guidata dal presidente Mario Ceppi e dall’allenatore Angelo Piccioli.


La formazione "Campioni" guidata da Sandro Mazzola

Il progetto emergenza 1960, come riferì anche il sindaco Angelo Bonaiti in una seduta agitata del Consiglio Comunale, era imposto dall’inderogabile necessità di far disputare ai blucelesti il campionato in Serie A, impossibile sul limitato vecchio Cantarelli. C’è da ricordare in proposito che già in occasione della Quinquennale 1953 era stato presentato il primo progetto di un nuovo moderno e ampio centro sportivo al Bione predisposto dall’ing. Nino Cugnasca, sindaco di Introbio: prevedeva il nuovo stadio all’interno dello stesso impianto di Pescarenico, ritenendo ormai superato il vecchio Cantarelli e la sua collocazione in una zona un tempo periferica, ma sempre più urbanizzata. Venne approvato il progetto dell’arch. Francesco Meschi con uno stadio capace di 20.000 posti; i lavori furono realizzati a tempo di record dall’impresa Guglielmo Colombo che impegnò 70 dipendenti edili con la direzione del geom. Antonio Colombo, saltando i giorni di riposo e le ferie estive. Nel nuovo stadio il Lecco ha debuttato in Serie A con il Padova il 9 ottobre 1960, vincendo per 2 a 1.


 La formazione artisti TV 1996

Nel 1993 al nome di Mario Rigamonti venne aggiunto il ricordo del presidentissimo Mario Ceppi, dieci anni dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1983. La cerimonia ufficiale avvenne in occasione di un quadrilatero fra formazioni “Vecchie Glorie” il 20 giugno 1993. L’organizzazione della manifestazione ebbe il determinante contributo del Lecco Club “Dario Maitre”, del suo presidente Angelo Cangiamila e di altri collaboratori fra i quali il leader dei commercianti Giuseppe Crippa.


Lecco-Milan riserve anno 1959/1960

È ricco l’album dei ricordi che può essere sfogliato intorno ai 100 anni di vita del Cantarelli Rigamonti-Ceppi. Da ricordare l’aspetto curioso e folcloristico che ha ospitato nazionali calcistiche di vari estrazioni e provenienze, c’è solo da pescare nel mazzo delle foto di tali incontri. Ne pubblichiamo qualcuna: la squadra delle Vallette giocò, ad esempio, il 1° maggio 1992, contro una formazione locale di “Vecchie Glorie” e di amatori. La Nazionale campioni è stata sul terreno dello stadio guidata dall’interista Sandro Mazzola, figlio del mitico Valentino del grande Torino di Superga. Ma c'è anche la foto della Nazionale Cantanti, con il trio Morandi, Ruggieri, Tozzi, “Si può dare di più” con capitano Mogol. Giocò al Rigamonti strapieno, subito dopo il Festival di Sanremo 1987. Nel 1996, scese in campo il 31 marzo la formazione artisti TV.


Vecchie Glorie blucelesti 1993

E concludiamo la “passerella” con due scatti storici del calcio bluceleste: la prima risale al campionato Riserve 1959/1960, quando il Lecco superò il Milan per 3 a 2, formazione sempre emergente in campionato, anche se non era ancora iniziata l’era Berlusconi-Galliani. L’altro rappresenta una delle ultime formazioni delle "Vecchie Glorie", da Pippo Rigamonti a Giorgio Azzimonti, da Meregalli a Dell’Oro, e altri che hanno onorato nei decenni la casacca delle Aquile.
A.B.
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