Pescarenico: tra i vicoli, il lago e qualche sacco di pattume, va in scena la 'Passeggiata con Otello'

L’Otello shakespeariano nei vicoli di Pescarenico. Di quel paesello che, si sa, è ormai soltanto un mito e fascino non ne ha più molto. Per un momento però l’Adda diventa il Canal Grande di Venezia e il vicolo Fossato una piazza di Famagosta a Cipro. Certo, occorre immaginazione che è ciò che chiede da sempre il teatro in quella sua eterna magia ricreata ogni volta che un attore va in scena.

“Passeggiata con Otello” è il titolo di uno spettacolo realizzato dalla compagnia veronese “Casa Shakespeare” e che è di norma ambientata nelle strade di Verona o nelle calli di Venezia e che ha appunto ha fatto tappa a Pescarenico, nell’ambito della rassegna “I luoghi dell’Adda” promossa da Teatro Invito e che ha aperto il ciclo “Costellazioni culturali”, tra le iniziative estive organizzate dal Comune di Lecco.

 

E’ nota la storia di Otello, il grande dramma della gelosia ma per il quale riletture di questi anni ci offrono anche riflessioni sul razzismo per via di quel Moro che sposa la bianca Desdemona scatenando così una ridda di invidie, di meschinità, di tragedie. Ed è pertanto superfluo riassumerne la trama.

La “Passeggiata” vede in scena Solimano Pontarollo (sarà poi un destino, con quel nome, recitar parole contro i turchi) che interpreta i passaggi chiave del dramma shakespeariano, con un viso metà naturale e metà dipinto di nero a rappresentare da una parte Jago e dall’altro Otello, ma anche l’ambivalenza e le doppiezze umane.

Accoglie il pubblico che si sposta da un luogo all’altro, accompagnato in questo caso da Luca Radaelli di Teatro Invito che fa da guida e riassume l’evolversi della vicenda, concedendosi qualche digressione nel raccontare la Famagosta di oggi e abile nel cogliere lo spunto di qualche sacco dell’immondizia lasciato a terra. E che in quell’angolo di Pescarenico diventano testimonianza della capitale cipriota in declino e che ha bisogno di un uomo d’ordine.

Dalla piazza Era, lo spettacolo si sposta nei vicoli per poi tornare sull’Adda, in un orario forse non propriamente ideale, con i ristoranti che apparecchiano i tavoli per la cena, passanti sorpresi, sguardi incuriositi, qualche spiritoso, il treno che passa sul ponte, la campana della Vittoria, l’immancabile sguaiato al cellulare.

Chissà, magari la sera avrebbe regalato suggestioni maggiori. Ma la notte e le notti sono da immaginare – come avverte proprio Redaelli in apertura – così come era in origine quando i drammi di Shakespeare erano rappresentati di giorno. E, come la notte, vano appunto immaginati il Canal Grande, Cipro e anche quel Cinquecento che è il secolo in cui la storia è ambientata.

E allora i personaggi del dramma prendono vita e parola su una scala, su un pontile, davanti a un portone, con certi occhi sbarrati che Pontarollo sfodera nei momenti più intensi.

La rassegna “Luoghi dell’Adda” prosegue questa sera – 17 giugno – alle 21,15 al monastero del Lavello a Calolziocorte con con “Fole da osteria” del Teatro dell’Orsa e domani sera a Villa Sirtori a Olginate con “Boccaccesco” di “Aria Teatro”.
D.C.
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