Lecco: resistenza e lesioni agli agenti, un (altro) anno all'ucraino

L'arresto dell'ucraino in una foto postata sui social
dal consigliere comuanale Giacomo Zamperini
Un (ulteriore) anno di reclusione. E' la pena irrogata - all'esito del processo celebrato lunedì con rito abbreviato - dal giudice Giulia Barazzetta al 50enne ucraino - volto noto di piazza XX Settembre - tratto in arresto lo scorso 23 maggio con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Il fermo dell'uomo era avvenuto, come si ricorderà, al culmine dell'ennesima nottata movimentata in centro città. Il senza fissa dimora, infatti, attorno alle 22.30 vistosamente alterato dai fumi dell'alcol, avrebbe "dato fastidio" ai clienti di un locale affacciato sulla piazza, delirando tra i tavoli, fino a innescare la reazione di un giovane barman che lo avrebbe invitato ad allontanarsi salvo poi essere preso a sediate dalla controparte e finire così al pronto soccorso all'arrivo di ambulanza e Polizia. Rimasto comunque in circolazione, l'ucraino sarebbe poi tornato più tardi sui propri passi, minacciando anche la titolare della medesima attività, facendo così scattare una seconda richiesta di intervento al 112. E si arriva alla "coda" della serata, costata l'arresto al 50enne. Alla vista delle divise, l'ucraino avrebbe infatti assunto un atteggiamento aggressivo e nel trambusto avrebbe anche provocato delle lesioni ad un agente, giudicate guaribili in pochi giorni.
Tradotto in tribunale già il pomeriggio successivo, il giudice aveva applicato a suo carico la misura cautelare del carcere con il processo per direttissima poi differito su richiesta del difensore d'ufficio, l'avvocato Alessandra Carsana. Lunedì la definizione della causa.
Nel mentre, però, come già reso noto, è intervenuta un'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Milano che, dopo il rigetto, da parte della Procura della Repubblica di Lecco della richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali avanzata da altro difensore al passaggio in giudicato della sentenza irrogata nei confronti dello straniero per un fatto risalente al 2020, ne ha disposto l'incarcerazione. 2 anni e 4 mesi la pena - patteggiata - che lo stesso deve scontare per una rapina con tanto di bottigliata ai danni del kebabbaro di via Amendola.
Ancora sul tavolo del sostituto procuratore Andrea Figoni, infine, una serie di denunce rimediate dal clochard nel recente passato per atteggiamenti "non consoni" messi in atto in centro città. Inclusa la querela per i fatti "preambolo" all'ultimo arresto. Insomma, il suo nome, facile immaginare, risuonerà anche nelle aule del Palazzo di Giustizia di Corso Promessi Sposi.

A.M.
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