Villa San Carlo: nuove 'memorie' sul nunzio apostolico Orsenigo

Il sipario inesorabile della storia rievocata e ricostruita con nuovi documenti sembrava aver fatto scendere il silenzio, nella primavera 2020, con l’apertura degli archivi segreti vaticani intorno alla tragedia della Seconda guerra mondiale 1940/1945, nei rapporti fra la Germania nazista di Hitler e la Nunziatura apostolica a Berlino di Mons. Cesare Orsenigo, nominato in tale incarico dal Pontefice Pio XII (cardinale Eugenio Pacelli). Quest’ultimo aveva preceduto in tale ruolo di primario spessore diplomatico Mons. Orsenigo, che, come noto, era lecchese di Villa San Carlo in Valgreghentino, dove tuttora risiedono alcuni parenti.


Orsenigo e Hitler

Proprio qui nel settembre 2018, con una cerimonia semplice ma devota, è avvenuta la benedizione della cappella privata restaurata, che era molto cara al nunzio apostolico durante i suoi soggiorni annuali in Italia, anche quando era nelle sedi diplomatiche avute prima di Berlino, dall’Olanda all’Ungheria. La rinnovata struttura era stata benedetta dal vicario episcopale della zona pastorale di Lecco Mons. Maurizio Rolla: è divenuta una “nicchia” che nelle vicinanze della parrocchiale di Villa San Carlo tramanda la memoria del vescovo diplomatico in primo piano nella tragedia immane della Seconda guerra mondiale.


La benedizione della cappella con Mons. Rolla

Nelle novità degli archivi vaticani consultati è emerso “l’incidente diplomatico” fra il nunzio Orsenigo e la Germania hitleriana, quando avvenne che una nota di durissima protesta del Vaticano contro il comportamento nazista in rastrellamenti e deportazioni aveva provocato una reazione delle autorità teutoniche con la richiesta di ritirare il documento stesso. Il che avvenne con l’intervento di Orsenigo: tale atteggiamento fu ritenuto un grave “atto” politico-diplomatico perché la nota era già stata letta e commentata (aspramente) dalle autorità tedesche e, quindi, doveva rimanere in loro mano. “L’avvenimento” ebbe notevole eco nell’ambiente vaticano, e si è scritto di una immediata consultazione fra sette cardinali ritenuti i più stretti collaboratori del pontefice Pio XII.


Indicazione della cappella di Villa San Carlo

Il volume in questione è "Un papa in guerra – La storia segreta di Mussolini, Hitler e Pio XII" di David I. Kertzer, edizioni Garzanti. Si tratta di una pubblicazione di ben 700 pagine, vincitrice del premio Pulitzer. Nelle note che accompagnano la contro copertina del volume si sottolinea che l'autore è stato tra i primi storici a poter accedere negli archivi vaticani “finalmente aperti nel periodo relativo ad Eugenio Pacelli, uno dei papi più controversi della storia”.
Non ci sentiamo, in queste modeste note, di approvare tutto quello che viene attribuito a Cesare Orsenigo (1873-1946), in particolare quando viene descritto come “sacerdote milanese privo di esperienza internazionale e con poca conoscenza del mondo”. E si aggiunge: “Uomo di scarsa intelligenza ed affascinato da Hitler, cercò di conquistare le simpatie dei gerarchi nazisti sostenendo la loro causa, desiderando nel contempo che questi riservassero un miglior trattamento alla Chiesa”. C’è da riferire, purtroppo, altro: nella contro copertina del libro si può leggere, scritto da diverso autore: “David Kertzer ha la competenza e il coraggio di interpretare nuovi documenti, e rivela in quale torbida palude il Vaticano si muovesse durante il papato di Pio XII. Tenetevi pronti ad una storia piena di orrori”.


Un gruppo di parenti di Orsenigo a Villa San Carlo

Il pontefice Pio XII confermò subito a Mons. Orsenigo l’incarico della Nunziatura apostolica in Germania al termine della guerra nella primavera 1945 e manifestò sentimenti di stima e di ringraziamento al momento della sua improvvisa scomparsa avvenuta il 1° aprile 1946. I solenni funerali italiani si celebrarono a Olginate con la partecipazione di numerosi religiosi e vennero presieduti dall’arcivescovo di Milano cardinale Ildefonso Schuster, che la Chiesa ha già proclamato beato. L’autorevole prelato manifestò nell’omelia funebre il profondo cordoglio del pontefice e dichiarò che lo stesso lo aveva incaricato di rendere noto che per il successivo concistoro avrebbe nominato Mons. Orsenigo a cardinale, per gli alti meriti di un servizio diplomatico coraggioso e fedele alla Santa Sede in anni terribili di guerra e di devastazioni materiali e morali. Nel libro di Kertzer il vescovo Orsenigo è citato con riferimenti a pagine interne del libro stesso ben 26 volte, nelle apposite note segnalate come “indice ragionato dei nomi”.


La sepoltura del vescovo Orsenigo nel cimitero di Olginate

Nel 1962 l’allora arcivescovo di Milano cardinale Giovanni Battista Montini (che nel giugno 1963 diventerà Papa Paolo VI, proclamato santo da Papa Francesco nell’ottobre 2018), in visita pastorale ala prepositurale di Sant’Agnese in Olginate, chiese di essere accompagnato nel locale cimitero per rendere omaggio alla sepoltura di Mons. Orsenigo, che aveva ben conosciuto negli anni romani in Vaticano, prima di essere nominato arcivescovo a Milano. Il futuro Papa, che era accompagnato dal prevosto don Lino Luraschi, si raccolse dinnanzi alla tomba in silenziosa riflessione, concludendo con momenti di commossa preghiera.
Aloisio Bonfanti
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.