Civate: alla festa patronale premiati i volontari 'in servizio' durante la pandemia

Dopo due anni di restrizioni dovute al Covid è tornata a Civate la consueta festa patronale, in onore dei santi Vito e Modesto. Presenti alla cerimonia religiosa nella mattinata di domenica le autorità locali e un gran numero di associazioni legate al territorio. A seguire, un “Aperitivo musicale” con la Banda. Durante la celebrazione in Chiesa i fedeli hanno assistito all’antichissimo “rito del faro”, promosso nelle Parrocchie ambrosiane quale omaggio a un martire, in questo caso i santi Vito, Modesto e Crescenzia, come allusione al sacrificio della loro vita.



“In questo giorno di festa dobbiamo vivere anche noi l’esempio del giovane Vito, che preferì dire il suo sì a un'esistenza di servizio e dedizione, piuttosto che a una di privilegi, violenza e comodità" ha affermato don Gianni De Micheli durante l'omelia. "Dobbiamo essere capaci di riconoscere la chiamata del Signore mettendoci in gioco nella nostra quotidianità, all’interno della nostra comunità, rispecchiando la Sua immagine e mostrando la nostra pochezza. Probabilmente san Vito si chiese come fosse possibile trattare come nemico un suo simile, un figlio di Dio, cosa portasse nell’immaginario del tempo la gloria nella violenza contro i più deboli, e il fatto che l'unica divinità da adorare fosse la guerra. Cosa ha spinto un giovane ragazzo a disubbidire ai dettami del padre per seguire un’altra strada, dedita al servizio del prossimo? Forse ci risponde il libro della Sapienza, che afferma "Io giocavo nel mondo", come a voler dire che nell'accendere una scintilla di speranza si possa dare inizio alla nostra esistenza. Questo è quello in cui Vito impara a credere, aiutato da una semplice badante di casa, Crescenzia, e dal maestro Modesto".


Don Gianni De Micheli

"Guidati dallo spirito siamo dunque chiamati a parlare di un'unica gloria, a costruire il Regno, in mille modi diversi, vivendo la comunità e rispettando la giustizia, la libertà e la comunione" ha proseguito il parroco. "Facciamo crescererapporti di fraternità, senza trovare alcun nemico nelle persone che incontriamo ogni giorno”.



A seguire il sindaco Angelo Isella ha donato alla Parrocchia l’olio per l’accensione della lampada: “La comunità di Civate offre a te san Vito, che sei il suo patrono, l’olio per “lampada”, perché arda perennemente come simbolo di amore sincero. Ci ricorderà costantemente la luce dei tuoi santi insegnamenti. Fa' che ognuno di noi voglia e sappia seguirti più da vicino nell’ascesa verso i più alti ideali di perfezione umana, sociale e religiosa”.



La cerimonia si è conclusa con i ringraziamenti del primo cittadino e del parroco a tutti i volontari che hanno prestato servizio nei due anni di emergenza sanitaria. “La festa patronale è davvero la festa di tutti, proprio in questi momenti vediamo come la comunità cresca in armonia, e per questo voglio lasciarvi con queste parole della preghiera in onore di san Vito: “Custodisci, difendi e proteggi le nostre città, perché nello sviluppo moderno non vada perduto il bene di un’armonia tra i cittadini, le istituzioni e la Chiesa”. Tutti di certo ci ricordiamo i mesi di marzo e aprile 2020, quando le strade erano deserte, quando perdevamo famigliari e amici, quando sentivamo tutto il giorno le sirene. Fermiamoci dunque a riflettere, abbiamo davvero capito cosa vuol dire avere bisogno degli altri? Il Comune e la Parrocchia tengono molto a ringraziare tutti i volontari che hanno aiutato la cittadinanza in quei mesi difficili”, le parole del sindaco.



Sono quindi stati premiati diversi cittadini, in particolar modo i rappresentanti di Croce Rossa Italiana, AIDO, AVIS, Protezione Civile, l’Associazione Sant'Andrea, ViviCivate, il Corpo Musicale, gli Alpini, i volontari di San Pietro al Monte e molti altri gruppi ancora. Terminata la cerimonia, il sagrato della Chiesa ha ospitato un piccolo rinfresco, accompagnato da una breve esibizione della Banda.

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F.R.
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