Abbadia: a processo per un assegno 'rubato', viene assolto
Secondo la Procura di Lecco avrebbe cercato di spendere un assegno rubato per pagare l'assicurazione della proprio vettura, ma è stata una versione ben diversa quella raccontata oggi in Aula da A.B., marocchino 40enne residente a Galbiate, finito a processo per ricettazione.
Ha voluto rendere spontanee dichiarazioni prima che il giudice Gianluca Piantadosi invitasse le parti a concludere e così, con un italiano stentato, ha dimostrato il proprio disappunto per essere finito al banco degli imputati per un reato che, secondo quanto da lui riferito, non avrebbe commesso. Anzi, sarebbe stato “incastrato” da un conoscente: gli avrebbe dato a sua insaputa un assegno rubato.
L'odierno imputato ha raccontato che nel 2015, quando ancora abitava ad Abbadia Lariana avrebbe ricevuto una visita da due soggetti: uno dei due sarebbe stato il suddetto conoscente che, dovendogli dei soldi, gli avrebbe firmato quella sera un assegno da 1.350 euro per ripagare il proprio debito.
Quel che proprio A.B. non avrebbe potuto immaginare era che l'altra persona che aveva ospitato a casa sua era il legittimo proprietario dell'assegno, che di lì a poco ne avrebbe denunciato la scomparsa.
“Ero sorpreso quando l'assicurazione mi ha chiamato per dirmi che non potevano incassare l'assegno perché risultava rubato” ha spiegato il 40enne, che per prendere distanza dai fatti, avrebbe a sua volto sporto denuncia nei confronti del proprio connazionale.
Un mese di reclusione e 200 euro di multa è stata la richiesta di condanna formulata dal Vpo Mattia Mascaro, mentre l'avvocato Stefano Didonna, difensore dell'imputato, ha fatto leva sulla buona fede del proprio assistito, chiedendone l'assoluzione.
“Assolto perchè il fatto non costituisce reato” la sentenza del giudice Piantadosi.
Ha voluto rendere spontanee dichiarazioni prima che il giudice Gianluca Piantadosi invitasse le parti a concludere e così, con un italiano stentato, ha dimostrato il proprio disappunto per essere finito al banco degli imputati per un reato che, secondo quanto da lui riferito, non avrebbe commesso. Anzi, sarebbe stato “incastrato” da un conoscente: gli avrebbe dato a sua insaputa un assegno rubato.
L'odierno imputato ha raccontato che nel 2015, quando ancora abitava ad Abbadia Lariana avrebbe ricevuto una visita da due soggetti: uno dei due sarebbe stato il suddetto conoscente che, dovendogli dei soldi, gli avrebbe firmato quella sera un assegno da 1.350 euro per ripagare il proprio debito.
Quel che proprio A.B. non avrebbe potuto immaginare era che l'altra persona che aveva ospitato a casa sua era il legittimo proprietario dell'assegno, che di lì a poco ne avrebbe denunciato la scomparsa.
“Ero sorpreso quando l'assicurazione mi ha chiamato per dirmi che non potevano incassare l'assegno perché risultava rubato” ha spiegato il 40enne, che per prendere distanza dai fatti, avrebbe a sua volto sporto denuncia nei confronti del proprio connazionale.
Un mese di reclusione e 200 euro di multa è stata la richiesta di condanna formulata dal Vpo Mattia Mascaro, mentre l'avvocato Stefano Didonna, difensore dell'imputato, ha fatto leva sulla buona fede del proprio assistito, chiedendone l'assoluzione.
“Assolto perchè il fatto non costituisce reato” la sentenza del giudice Piantadosi.
F.F.