Olginate: presunte minacce con l'accetta, sentenza a luglio
E' stato rinviato al prossimo 8 luglio per repliche e sentenza il procedimento a carico di Chen Hiu accusato di minacce e danneggiamento nei confronti di due coniugi, clienti del negozio Aumai di Olginate dove lui lavorava nel 2016 e che, a loro dire, sarebbero stati rincorsi dallo stesso che brandiva un'accetta, scagliata poi contro la loro autovettura, finita danneggiata.
Questa mattina avrebbe dovuto comparire anche l'imputato, trattenuto tuttavia all'estero, e così il giudice ha dato parola agli avvocati e alla pubblica accusa per la discussione.
Il vpo Pietro Bassi ha chiesto la condanna a un anno di reclusione (pena base 9 mesi e tre per la continuazione del reato), ritenendo abnorme la reazione avuta dall'uomo verso le presunte vittime.
L'avvocato Rigamonti legale dei due coniugi si è associato alla richiesta di condanna del pubblico ministero, affidando poi alla valutazione del giudice l'ammontare del risarcimento.
Più elaborata l'arringa difensiva dell'imputato che ha posto una serie di interrogativi sulla condotta delle due presunte parti lese: ha ricordato l'ordinanza di archiviazione prodotta dal giudice Salvatore, l'assenza di tracce lesive riprese dalla telecamere, la cartella sanitaria con la prognosi riportata dall'imputato. Secondo infatti la versione della difesa Chen Hui avrebbe brandito l'accetta successivamente all'aggressione subita dai due coniugi e dunque per legittima difesa.
“Il mio assistito si era avvicinato ai due signori che stavano “trafficando” in negozio e in cambio gli hanno spaccato una sedia in faccia. Ha brandito il primo oggetto che ha trovato, l'accetta, ma solo perchè temeva per la sua incolumità. Era a terra in una pozza di sangue e veniva più volte colpito dal marito con la scala. Inoltre non c'è alcuna prova del danno subito dai due signori, non abbiamo alcuna ricevuta dalla carrozzeria. La discriminante in tutto questo è la legittima difesa messa in atto dal mio assistito per la sua incolumità”.
Il giudice Maria Chiara Arrighi ha rinviato all'udienza dell'8 luglio.
Questa mattina avrebbe dovuto comparire anche l'imputato, trattenuto tuttavia all'estero, e così il giudice ha dato parola agli avvocati e alla pubblica accusa per la discussione.
Il vpo Pietro Bassi ha chiesto la condanna a un anno di reclusione (pena base 9 mesi e tre per la continuazione del reato), ritenendo abnorme la reazione avuta dall'uomo verso le presunte vittime.
L'avvocato Rigamonti legale dei due coniugi si è associato alla richiesta di condanna del pubblico ministero, affidando poi alla valutazione del giudice l'ammontare del risarcimento.
Più elaborata l'arringa difensiva dell'imputato che ha posto una serie di interrogativi sulla condotta delle due presunte parti lese: ha ricordato l'ordinanza di archiviazione prodotta dal giudice Salvatore, l'assenza di tracce lesive riprese dalla telecamere, la cartella sanitaria con la prognosi riportata dall'imputato. Secondo infatti la versione della difesa Chen Hui avrebbe brandito l'accetta successivamente all'aggressione subita dai due coniugi e dunque per legittima difesa.
“Il mio assistito si era avvicinato ai due signori che stavano “trafficando” in negozio e in cambio gli hanno spaccato una sedia in faccia. Ha brandito il primo oggetto che ha trovato, l'accetta, ma solo perchè temeva per la sua incolumità. Era a terra in una pozza di sangue e veniva più volte colpito dal marito con la scala. Inoltre non c'è alcuna prova del danno subito dai due signori, non abbiamo alcuna ricevuta dalla carrozzeria. La discriminante in tutto questo è la legittima difesa messa in atto dal mio assistito per la sua incolumità”.
Il giudice Maria Chiara Arrighi ha rinviato all'udienza dell'8 luglio.
S.V.