La Cassazione: il processo alle 2 Iene per Gilardi si potrà fare 'serenamente' a Lecco

Carlo Gilardi
Il processo per diffamazione a carico di due "Iene" e dell'ex badante del professor Carlo Gilardi può serenamente essere celebrato a Lecco. E' quanto ha stabilito nei giorni scorsi la Corte di Cassazione a cui si erano "appellati" i legali dell'inviata della trasmissione di "Italia Uno" Giovanna - Nina - Palmieri e dell'autrice Carlotta Bizzarri, entrambe a processo, così come il marocchino Brahim El Mazoury, su querela di Elena Barra, attuale amministratrice di sostegno dell'anziano airunese, che ha ritenuto - con l'avvallo della Procura, nella persona del sostituto Andrea Figoni - lesive della propria immagine una serie di considerazioni espresse nelle puntate andate in onda tra il 17 novembre 2020 ed il 16 febbraio 2021, volte a fare credere - "in modo non veritiero oltre che fazioso", annota il PM - al pubblico che nell'ambito dell'incarico ricevuto dal Giudice tutelare, abbia posto in essere condotte che avrebbero danneggiato il 90enne, costringendo tra l'altro Gilardi a subire un TSO ed un ricovero forzato in RSA contro la sua volontà, lasciando altresì intendere che tali decisioni siano state prese per appropriarsi del suo ingente patrimonio.
Incardinato a Lecco, al cospetto del giudice monocratico Gianluca Piantadosi, le difese Palmieri e Bizzarri avevano chiesto che il processo fosse trasferito altrove. "Senza alimentare alcuna polemica - aveva spiegato l'avvocato Stefano Toniolo, legale dell'inviata de Le Iene, a margine della prima udienza celebrata presso il Palazzo di Giustizia di Corso Promessi Sposi lo scorso 11 febbraio - abbiamo fatto presente le varie situazioni sia di possibile turbativa dell'aspetto pubblico del processo, sia anche di possibili condizionamenti rispetto alle scelte che dovrà assumere il giudice rispetto a un processo che riguarda indirettamente un suo collega”. Il riferimento era chiaramente alla dottoressa Marta Paganini, il giudice tutelare del Tribunale di Lecco che ha nominato l'avvocato Elena Barra come amministratore di sostegno del professor Carlo Gilardi. “Con questo non vogliamo dire che questo giudici si sia assolutamente esposto. È una questione teorica, non ad personam. Però ci sembra anche una questione di buon senso che non sia questo Tribunale a decidere questa fattispecie”.
Di diverso avviso - come già l'avvocato Elena Ammannato, parte civile per la collega Elena Barra - la Suprema Corte. La Cassazione ha rigettato infatti l'istanza di remissione del processo, ritenendo che non sussiste il "legittimo sospetto" come anche che la situazione locale possa influire in qualche modo sull'imparzialità del giudice. Il fascicolo resta dunque in città (e le ricorrenti dovranno pagare 3.000 euro alla cassa delle ammende). Alla luce di tale pronuncia, è già stata ricalendarizzata l'udienza fissata per il 30 settembre. Si tornerà in Aula, già il 24 giugno.
A.M.
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