Dervio: insulti agli agenti dopo un sinistro. Per una commozione? A processo
Resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, rifiuto di sottoporsi ad alcoltest: sono le ipotesi di reato contestate ad un 54enne valsassinese, oggi comparso (assistito dall'avvocato Luisa Rusconi del foro di Lecco) davanti al giudice monocratico Martina Beggio per rispondere alle accuse.
L'uomo, secondo la Procura, rimasto coinvolto con il proprio scooter in un sinistro stradale a Dervio intorno alle 22 del 26 settembre 2019, all'arrivo delle forze dell'ordine si sarebbe alterato e, davanti ai sanitari accorsi sul luogo, avrebbe insultato e minacciato più volte gli agenti. Infine, una volta trasportato al PS di Lecco, si sarebbe sottratto ai test etilometrici, allontanandosi dalla struttura.
Hanno dato il via alla fase istruttoria del processo i due agenti del Comando di Polizia Stradale di Lecco che per primi la sera dell'incidente sarebbero stati presi di mira dall'odierno imputato: “chi cazzo siete voi?, andate via di qua, vi ammazzo, vi vengo a prendere a casa, vi sparo in bocca” sarebbero alcune delle frasi a loro rivolte dall'uomo, che avrebbe anche mimato il gesto di estrarre un'arma dai pantaloni.
“Era in forte stato di agitazione e quando siamo arrivati non voleva salire sull'ambulanza” ha raccontato uno dei due testimoni, che ha quindi aggiunto di essere anche stato preso a calci dall'imputato nel tentativo di tranquillizzarlo ed immobilizzarlo, finchè il medico del 118 non l'avrebbe sedato e portato via.
“Continuava a scappare e diceva che con noi non voleva avere nulla a che fare” ha continuato un collega. La versione è stata poi confermata dall'Assistente Capo Coordinatore Gabriele Colella della Stradale di Bellano, intervenuto in un secondo momento. Anche lui e i suoi uomini sarebbero stati aggrediti verbalmente dal 54enne.
È stato quindi sentito il medico del 118 che aveva prestato soccorso all'uomo: “da quello che ho potuto osservare io era evidente che avesse rimediato una commozione cerebrale nella caduta. Non era in sé e non voleva farsi aiutare da nessuno”.
Anche la compagna dell'imputato ha avvallato questa ipotesi: “quando sono arrivata a Dervio era in stato confusionale: non mi ha nemmeno riconosciuta e accusava un forte dolore alla testa e al torace, tanto che si è buttato per terra con la testa fra le mani”. Dopo essere finalmente riusciti a caricarlo in ambulanza e a portarlo in pronto soccorso per gli accertamenti del caso (oltre ai test richiesti dalla Stradale per valutare un eventuale stato di ebbrezza), l'uomo non si sarebbe voluto sottoporre nemmeno alla tac: “quando l'hanno portato via in barella è scappato” ha dichiarato la donna. “L'abbiamo trovato seduto su un muretto fuori dall'ospedale. Si è poi risvegliato la mattina dopo con un forte mal di testa e dell'accaduto non ricordava nulla”.
Il giudice ha quindi rinviato all'11 di ottobre per proseguire con l'esame dell'imputato.
L'uomo, secondo la Procura, rimasto coinvolto con il proprio scooter in un sinistro stradale a Dervio intorno alle 22 del 26 settembre 2019, all'arrivo delle forze dell'ordine si sarebbe alterato e, davanti ai sanitari accorsi sul luogo, avrebbe insultato e minacciato più volte gli agenti. Infine, una volta trasportato al PS di Lecco, si sarebbe sottratto ai test etilometrici, allontanandosi dalla struttura.
Hanno dato il via alla fase istruttoria del processo i due agenti del Comando di Polizia Stradale di Lecco che per primi la sera dell'incidente sarebbero stati presi di mira dall'odierno imputato: “chi cazzo siete voi?, andate via di qua, vi ammazzo, vi vengo a prendere a casa, vi sparo in bocca” sarebbero alcune delle frasi a loro rivolte dall'uomo, che avrebbe anche mimato il gesto di estrarre un'arma dai pantaloni.
“Era in forte stato di agitazione e quando siamo arrivati non voleva salire sull'ambulanza” ha raccontato uno dei due testimoni, che ha quindi aggiunto di essere anche stato preso a calci dall'imputato nel tentativo di tranquillizzarlo ed immobilizzarlo, finchè il medico del 118 non l'avrebbe sedato e portato via.
“Continuava a scappare e diceva che con noi non voleva avere nulla a che fare” ha continuato un collega. La versione è stata poi confermata dall'Assistente Capo Coordinatore Gabriele Colella della Stradale di Bellano, intervenuto in un secondo momento. Anche lui e i suoi uomini sarebbero stati aggrediti verbalmente dal 54enne.
È stato quindi sentito il medico del 118 che aveva prestato soccorso all'uomo: “da quello che ho potuto osservare io era evidente che avesse rimediato una commozione cerebrale nella caduta. Non era in sé e non voleva farsi aiutare da nessuno”.
Anche la compagna dell'imputato ha avvallato questa ipotesi: “quando sono arrivata a Dervio era in stato confusionale: non mi ha nemmeno riconosciuta e accusava un forte dolore alla testa e al torace, tanto che si è buttato per terra con la testa fra le mani”. Dopo essere finalmente riusciti a caricarlo in ambulanza e a portarlo in pronto soccorso per gli accertamenti del caso (oltre ai test richiesti dalla Stradale per valutare un eventuale stato di ebbrezza), l'uomo non si sarebbe voluto sottoporre nemmeno alla tac: “quando l'hanno portato via in barella è scappato” ha dichiarato la donna. “L'abbiamo trovato seduto su un muretto fuori dall'ospedale. Si è poi risvegliato la mattina dopo con un forte mal di testa e dell'accaduto non ricordava nulla”.
Il giudice ha quindi rinviato all'11 di ottobre per proseguire con l'esame dell'imputato.
F.F.