Olginate: miniacce al vicino, a giudizio uno dei figli di De Fazio
E' ripreso quest'oggi in Tribunale a Lecco il processo a carico di Matteo De Fazio, figlio di Salvatore il 47enne di Olginate, freddato nel settembre 2020 davanti a casa. Minacce l'ipotesi di reato ascritta al giovane che era finito a processo proprio con il padre (con la posizione di quest'ultimo ovviamente già chiusa con pronuncia di non doversi procedere per morte del reo).
I due , stando all'impianto accusatorio, si sarebbero "accaniti" con un condomino, un egiziano conosciuto in paese come "Aldo" (che peraltro risulta essere deceduto un paio di anni fa).
Ad accendere gli animi di padre e figlio - a fine aprile del 2019 - sarebbero stati i bisogni lasciati negli spazi comuni di una cavalier king spaniel "adottata" da tutto il complesso condominiale, ma in particolar modo da Aldo, in quanto la padrona non avrebbe più voluto prendersi cura di lei.
Ancora tutto da dimostrare il quadro accusatorio formulato dalla Procura della Repubblica di Lecco, soprattutto alla luce delle scarne testimonianze rese oggi in aula da altri residenti del complesso olginatese: davanti al giudice monocratico Martina Beggio c'è stato chi ha giurato di non aver visto niente ("ho sentito qualcuno che litigava ma non volevo saperne nulla") e chi, affacciandosi al momento della lite avrebbe visto la persona offesa con un uomo e un ragazzo più giovane e avrebbe distinto la frase "io questo cane lo ammazzo".
L'unico dettaglio confermato è che qualche giorno dopo il presunto alterco oggetto del procedimento Aldo sarebbe stato visto con una ferita alla fronte, che avrebbe attribuito proprio allo scotro con i vicini.
Saranno forse i testimoni della difesa (rappresentata dall'avvocato Nadia Invernizzi del foro di Lecco), chiamati a deporre il prossimo 28 giugno al Palazzo di Giustizia, a fare luce sulla vicenda.
I due , stando all'impianto accusatorio, si sarebbero "accaniti" con un condomino, un egiziano conosciuto in paese come "Aldo" (che peraltro risulta essere deceduto un paio di anni fa).
Ad accendere gli animi di padre e figlio - a fine aprile del 2019 - sarebbero stati i bisogni lasciati negli spazi comuni di una cavalier king spaniel "adottata" da tutto il complesso condominiale, ma in particolar modo da Aldo, in quanto la padrona non avrebbe più voluto prendersi cura di lei.
Ancora tutto da dimostrare il quadro accusatorio formulato dalla Procura della Repubblica di Lecco, soprattutto alla luce delle scarne testimonianze rese oggi in aula da altri residenti del complesso olginatese: davanti al giudice monocratico Martina Beggio c'è stato chi ha giurato di non aver visto niente ("ho sentito qualcuno che litigava ma non volevo saperne nulla") e chi, affacciandosi al momento della lite avrebbe visto la persona offesa con un uomo e un ragazzo più giovane e avrebbe distinto la frase "io questo cane lo ammazzo".
L'unico dettaglio confermato è che qualche giorno dopo il presunto alterco oggetto del procedimento Aldo sarebbe stato visto con una ferita alla fronte, che avrebbe attribuito proprio allo scotro con i vicini.
Saranno forse i testimoni della difesa (rappresentata dall'avvocato Nadia Invernizzi del foro di Lecco), chiamati a deporre il prossimo 28 giugno al Palazzo di Giustizia, a fare luce sulla vicenda.
F.F.