Garlate: via le casette mobili e gli 'abitanti', il Camping Riviera è ora sotto sequestro
Da questa mattina sono stati apposti i sigilli. Con l'intervento dell'amministratore giudiziale dr. Massimo Zucchi, delegato dalla Procura, accompagnato dai militari della Guardia di Finanza di Lecco, il Camping Riviera di Garlate è "ufficialmente" sotto sequestro, dopo la scelta del gestore di cessare l'attività.
Già nelle scorse settimana la struttura di via Foppaola 113 era stata "svuotata", con le unità abitative mobili di terzi prelevate dai legittimi proprietari e gli "abitanti stabili" invitati a lasciare gli alloggi, trovando un'altra sistemazione, entro il 15 maggio, come raccontato anche in Aula da un "residente", escusso qualche giorno fa nell'ambito del procedimento penale intentato nei confronti della signora A.M., amministratrice del campeggio. La donna - titolare del contratto d'affitto stipulato con il fallimento dopo il crac della società proprietaria dell'area - è chiamata a rispondere di supposte violazioni al testo unico edilizia (art. 44 DPR 380/2001) e al codice dei beni culturali e del paesaggio (art. 181 DLG 42/2004). Le viene contestato, nello specifico, l'esecuzione di alcune opere all'interno della struttura ricettiva in assenza dei necessari titoli abitativi rilasciati dal Comune ma anche la realizzazione di un insediamento abitativo, per l'appunto, ''stabile'' anche in questo caso senza i dovuti permessi. Un fascicolo ormai in via di definizione, con prossima udienza fissata per il 26 luglio per l'audizione degli ultimi testimoni e la discussione finale.Un fascicolo che si innesta in una vicenda che parte da lontano, con il braccio di ferro tra il Camping e il Comune, iniziato dopo un accesso alla struttura da cui erano emersi problemi connessi all'impianto fognario, oltre che la mancata "registrazione" di parte degli ospiti con la necessaria comunicazione alla autorità di pubblica sicurezza. Impugnata l'ordinanza di chiusura del campeggio firmata dal sindaco Giuseppe Conti. Ed impugnata altresì anche l'ordinanza successiva, quella per la demolizione di alcuni fabbricati, relativa ai presunti abusi edilizi sui quali, nel frattempo, si era acceso anche il faro della Procura. Oggi l'esecuzione "formale" del sequestro, a suo tempo chiesto dal PM, rigettato in prima battuta dal GIP e autorizzato dal Tribunale del riesame ma di fatto rimasto in standby per non arrecare pregiudizio all'attività in essere. La vicenda però è ancora ben lontana ancora dall'essere considerato chiusa, perché in ogni caso, dopo la pronuncia attesa dal Tribunale di Lecco, seguiranno i successivi gradi di giudizio. Siamo solo, ancora, all'inizio.