Lecco: niente affidamento in prova, l'ucraino deve scontare 2 anni per una rapina del 2020

L'irruzione del 50enne al presidio organizzato da Fratelli d'Italia
per chiedere interventi risolutivi della sua situazione
L'ucraino resta in carcere. Per scontare però una precedente condanna che nulla ha a che fare con i diversi episodi di cui si è reso protagonista ultimamente in centro città. E' quanto ha stabilito nei giorni scosi in Tribunale di Sorveglianza di Milano, dopo il rigetto, da parte della Procura della Repubblica di Lecco della richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali avanzata dal difensore al passaggio in giudicato della sentenza irrogata nei confronti dello straniero per un fatto risalente al 2020. Come si ricoderà l'uomo, che la settimana prima aveva preso a sediate un altro senza tetto in piazza XX Settembre, il 29 maggio di due anni fa aveva rapinato, colpendolo anche con una bottiglia, il kebabbaro di via Amendola, patteggiando poi 2 anni e 4 mesi. Rimesso in libertà dopo aver atteso la pronuncia - datata novembre - in cella, ora tornerà dietro le sbarre per espire la pena nella sua interezza. In carcere, in realtà, si trova già dalla scorsa settimana, dopo l'ultima intemperanza ai danni degli agenti della Polizia intervenuti a seguito di un'aggressione patita da un cameriere di un locale affacciato su piazza XX Settembre. A carico del 50enne, anche una serie di segnalazioni per altri episodi violenti e comportamenti che avevano destato allarme sociale, tutti riuniti in un fascicolo al vaglio del sostituto procuratore Andrea Figoni.
Il 13 giugno, assistito d'ufficio dall'avvocato Alessandra Carsana, proverà a chiudere la vicenda giudiziaria connessa all'ultimo arresto. Resistenza e lesioni a pubblico ufficiale i reati in contestazione.
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