Colico: fusti pericolosi? Per il consulente no. Il caso in Aula

“I recipienti erano messi in sicurezza” così si è espresso il consulente chiamato dall'avvocato Stefano Pelizzari a dare il proprio parere sulla vicenda giudiziaria che ha travolto G.A., consigliere e procuratore di una officina di Colico.
L'uomo, classe 1977, ora si trova a rispondere davanti al Tribunale di Lecco dei reati di inquinamento acustico e gestione non autorizzata di rifiuti, dopo che (nel 2018) un esposto per il forte rumore presentato al Comune da parte del vicinato ha portato l'ARPA ad effettuare dei controlli all'interno dello stabilimento.
Quest'oggi non si è parlato del primo capo d'imputazione (riferito ai presunti 11 decibel raggiunti di giorno dall'azienda di metalmeccanica), ma l'esperto convocato dalla difesa ha illustrato gli esiti della propria relazione effettuata sulle condizioni di stoccaggio degli oli di scarto prodotti.
I 500 litri di “materiale pericoloso” (così avevano riferito in aula nella scorsa udienza i tecnici dell'ARPA) sarebbero stati contenuti in due fusti da 200 litri ciascuno ed altre piccole cisterne da pochi metri cubi in condizioni non idonee: la mancanza di sistemi di contenimento intorno alle taniche e la loro esposizione ad eventi atmosferici, avrebbe portato alla possibilità di qualche riversamento nel vicino torrente Perlino.
Non di questo avviso il consulente tecnico intervenuto quest'oggi: oltre a sostenere che la quantità di olio presente all'esterno del fabbricato non fosse verificabile (non essendo indicata la capienza dei recipienti), i fusti si sarebbero trovati al riparo, coperti in caso di intemperie. Inoltre la mancanza di bacini di contenimento non avrebbe dovuto preoccupare: esiste infatti un sistema di “depurazione” nel sistema fognario che, proprio a presidio dell'ambiente, separa l'acqua dalle sostanze oleose e trattiene quest'ultime in attesa di essere smaltite correttamente. In caso di qualche rovesciamento sul piazzale dell'azienda non ci sarebbe stato alcun pericolo.
Il giudice ha Gianluca Piantadosi, dopo aver sentito il perito, ha quindi rinviato la discussione finale al prossimo 22 luglio.
F.F.
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