Lecco: con un saggio romanzato sul primo lockdown, l'esperienza del Covid narrata da 'Fiore'

Il “ricordo” del Covid fa irruzione da Fiore, la pizzeria di via Belfiore nata nell’ex fortino della famiglia Coco-Trovato. E’ stato presentato infatti nei giorni scorsi, il libro “La dispensa del giorno prima” di Mario Cornali. Si tratta di un saggio romanzato riguardante i primi cento giorni del lockdown a inizio 2020, a Bergamo e più in generale in Lombardia.

La location dell’incontro e l’autore sono stati introdotti dal presidente di “Auser filo d’argento” Giorgio Mazzoleni che ha voluto ricordare come: "La storia del luogo dove oggi ci siamo incontrati comincia nel 1992, quando questo edificio venne confiscato alla mafia. Successivamente è diventato un deposito, per poi diventare una pizzeria, attraverso la legge 109 del 1996 che permette a società senza scopo di lucro di recuperare i beni confiscati alla mafia. Infatti attraverso l’impegno di Libera, in particolar modo del defunto Paolo Cereda, si è giunti nel 2017 ad inaugurare il nuovo locale alla presenza dell’allora presidente della regione Lombardia Roberto Maroni. In particolar modo si è giunti alla costituzione di questa pizzeria attraverso l’impegno di Olinda, Arci Lecco e Auser”.  

Mario Cornali, noto chef di Almenno San Bartolomeo e già autore di altri sei libri: “Questo saggio romanzato vuole ripercorrere quei tre mesi del primo lockdown del 2020 a Bergamo e vicinanze. Questo racconto narra in gran parte eventi realmente avvenuti, legati da un protagonista immaginario. In questo romanzo si nota certamente un legame con il Manzoni e i suoi Promessi Sposi, e in qualche modo si evince dal destino del protagonista, che intraprende un viaggio al dì fuori di Bergamo per “mettersi in salvo”, un po’ come fecero Renzo e Lucia, ma al contrario. Con protagonista anche l'Adda, che  sembrerebbe aver diviso la Lombardia dal Covid nelle fasi più aspre.

Il titolo “La dispensa del giorno prima”, si riferisce al giorno della prima chiusura, nell’aria c’era incertezza, e chiudendo il ristorante la domenica sera fissai come apertura il mercoledì stesso, ma come ben presto capimmo con il lockdown nessuno sarebbe potuto circolare, e quindi nemmeno utilizzare la merce in dispensa. Così, dall’idea di un giovane, decidemmo di fornire i nostri prodotti, i nostri piatti agli ospedali, in particolar modo all’ospedale di Zingonia, a cui fornivamo circa trecento pasti al giorno”.  

“Davvero credo che questo libro sia lo spunto per capire cosa siamo diventati dopo e durante il Covid. Oltre che a sottolineare il mondo, che sta dietro alla solidarietà anche nel lecchese” ha attestato il dr. Gianpaolo Schiavo, medico del Pronto Soccorso dell’Ospedale Manzoni, chiamato a portare la propria testimonianza. “Penso proprio che in quei mesi la scienza sia stata in difficoltà, ma la solidarietà ci ha salvato. In quel particolare momento l’ospedale di Lecco era libero, poteva accogliere pazienti di altre province, e così ha fatto. Infine posso dire che questo libro sia come diario collettivo con diversi temi veramente notevoli.

E’ intervenuta anche la cardiologa bergamasca Patrizia Rocca: “In quei mesi di grande sofferenza ci sembrava di non riuscire a fare nulla, nonostante tutto quello che avessimo studiato, nonostante la scienza e gli strumenti più moderni. Non c'è stato niente nella mia vita che mi abbia preparato a questo, a questo dolore, a questa sofferenza, l’unica cosa che posso dire è che gli eroi sono i pazienti che hanno lottato contro questa terribile malattia”.

“Credo che oggi ci possiamo già definire nel periodo post Covid, proprio per questo posso dire che questo Virus ci ha lasciato di sicuro qualcosa, basti pensare che quando ho proposto al comune di Nembro di presentare per la prima volta lì il mio libro, mi hanno chiesto di non farlo, di lasciarli in pace.Insomma era chiaro che non volessero rivivere i dolori del passato, anzi desideravano solo ripartire" la chiosa dell’autore.
La presentazione è terminata con una citazione tratta dal volume: “Dopo questa pandemia saremo forse persone migliori, o forse no... ma per certo giorni lo siamo stati”.
F.R.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.