Processo per peculato a 2 amministratori di Carlo Gilardi: chiesto il 'rito abbreviato'

Carlo Gilardi
Quest'oggi erano presenti personalmente entrambe, al fianco della collega avvocato Anna Maria Assini del Foro di Firenze che assiste tutte e due. Le legali lecchesi Carolina Boghi e Adriana Lanfranconi, quali ex amministratrici di sostegno dell'airunese Carlo Gilardi, hanno chiesto di poter essere processate con rito abbreviato, depositando al tempo stesso il risultato di indagini difensive.
Proprio per poter esaminare tale documentazione, il sostituto procuratore Andrea Figoni, titolare del fascicolo a loro carico, ha chiesto un termine, concesso dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale Nora Lisa Passoni. Si tornerà così in Aula il prossimo 14 settembre, con ogni probabilità già per la discussione finale.
La seduta odierna è durata giusto una manciata di minuti. Peculato, come ormai noto, il reato contestato dalla Procura alle due professioniste, in quello che potremmo definire uno dei due spin-off della vicenda giudiziaria principale che ruota attorno al facoltoso professore, finito suo malgrado anche al centro di un polverone mediatico sollevato dalla trasmissione televisiva “Le Iene”. Tralasciando però la ricostruzione televisiva delle sue vicissitudini, in Tribunale è prossimo ad entrare nel vivo il processo per “circonvenzione di incapace” intentato – dopo la definizione della posizione dell'ex badante Brahim El Mazuory e di un altro imputato – nei confronti di cinque soggetti stranieri che, stando all'impianto accusatorio, che chiaramente dovrà reggere al vaglio processuale, si sarebbero approfittati delle compromesse capacità critiche dell'anziano, inducendolo ad atti di prodigalità e a devoluzioni di ingenti somme di denaro.
Il 30 settembre invece si dovrebbe aprire un secondo procedimento scaturito dalle querele presentate dall'attuale amministratore di sostegno di Gilardi, l'avvocato Elena Barra, nei confronti dello stesso  Brahim El Mazuory e delle inviate de “Le Iene” Giovanna  - Nina - Palmieri e Carlotta Bizzarri, accusati di diffamazione aggravata (per aver commesso il fatto con mezzi di pubblicità) proprio in riferimento ad affermazioni contenute in più puntate delle trasmissione Tv ritenute lesive dell'immagine della toga lecchese. Il processo sarà celebrato a Lecco a meno che venga accolta l'eccezione sollevata dai difensori dei tre imputati che vorrebbero vedere il faldone trasferito altrove ipotizzando possibili “turbamenti” qualora dovesse essere trattato in città.
Più “indietro” - ma destinato a chiudersi prima, già dinnanzi al GUP – il capitolo giudiziario preso invece in esame oggi. Un terzo fascicolo che, come noto, ruota attorno a una bicicletta elettrica acquistata per il Gilardi in un negozio di Mandello, pagata – 1.200 euro – ma mai ritirata stante il rifiuto dell'anziano ad accettare quel nuovo “mezzo” in sostituzione alle tradizionali due ruote con cui era solito muoversi. Il velocipede in questione sarebbe stato rigirato ad altro acquirente a fronte della corresponsione di 700 euro che, nella ricostruzione della Guardia di Finanza, non sarebbero poi tornati nelle disponibilità dell'airunese. Da qui la “chiamata in causa” di Boghi e Lanfranconi.
Oggi, in apertura di udienza, è stata ammessa la costituzione di parte civile dell'avvocato Flavio Natali nell'interesse di Gilardi per il tramite dell'attuale amministratore di sostegno e dunque dell'avvocato Barra, anch'ella in Tribunale.
Fuori da Palazzo un “picchetto”. Con un solo partecipante.
A.M.
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